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12/29/2022 | Marcella Persola
La sostenibilità mieterà delle vittime nel prossimo futuro anche tra gli istituti bancari. Difatti essa rappresenta un fattore discriminante nella scelta della propria banca. A confermarlo l’edizione 2022 Global Retail Banking di Boston Consulting Group, che calcola che in Italia oltre il 30% dei clienti del comparto banking considera i criteri ESG un fattore determinante nella scelta di una banca e il 47% è disposto a pagare un premio per un prodotto sostenibile.
Insomma della sostenibilità non si può più farne a meno e diventerà un vero e proprio vantaggio competitivo per chi sarà in grado di esprimerla al meglio. Ma come possono gli istituti di credito allineare la loro offerta a queste nuove esigenze, battendo sul tempo la concorrenza?
“La prima risposta è che le banche dovranno investire. La transizione sostenibile si sta insinuando sempre più nella spinta alla digitalizzazione indotta dalla pandemia, orientandone le priorità in ottica ESG. Una doppia sfida che gli istituti potranno giocare in un contesto di mercato favorevole" spiega Ugo Cotroneo, managing director e senior partner di BCG.
I ricavi del retail banking cresceranno infatti del 6% all’anno nel periodo 2021-2026, superando i 3200 miliardi di dollari. Grazie al rialzo dei tassi d’interesse, i depositi saranno il principale fattore di crescita, seguiti dai pagamenti (+6,3%), dagli investimenti (+5%) e dai prestiti personali (+4%). Tutto ciò consentirà a tre quarti delle banche retail indagate dallo studio BCG di incrementare la spesa su iniziative ESG, nel 20% dei casi anche in maniera significativa. Circa la metà di queste è focalizzata sull’adozione di piani per la sostenibilità ambientale che, ad esempio, riducano il consumo di energia negli uffici. Oltre due terzi (69%) intende garantire la protezione dei dati dei propri dipendenti e clienti, mentre il 60% sta dando priorità a questioni di governance quali la gestione di rischi strategici, la cyber-resilienza e l’analisi predittiva dei pericoli emergenti.
“Circa il 40% degli utenti italiani vorrebbe che la banca si comportasse come un “buon amico”, capace di descrivere con trasparenza e semplicità la situazione finanziaria e di dare consigli per migliorarla” continua Cotroneo, “Tale consulenza sarà cruciale specialmente nel campo della sostenibilità, dove si apriranno enormi opportunità di crescita per le banche commerciali.”
Ma le banche stanno sfruttando il credito di cui godono fra i clienti per allineare la loro offerta alla svolta sostenibile? Non proprio. Circa il 75% degli utenti italiani ritiene di non essere adeguatamente informato riguardo alle prassi ESG delle banche. Eppure, il 30% le considera un elemento determinante nella scelta dell’istituto a cui affidare i propri risparmi e da cui comprare servizi innovativi. Nei prossimi tre anni i clienti italiani intendono aumentare di 2,3 volte i prodotti sostenibili in portafoglio, sottoscrivendo per esempio mutui con tassi parametrati all’efficienza energetica, prestiti per l’acquisto di auto elettriche, sistemi per monitorare l’impatto ambientale delle proprie spese. Chi riuscirà a intercettare questa domanda ne trarrà enormi benefici. La conquista del 20% del mercato dei nuovi servizi bancari ESG si tradurrà entro il 2025 in una quota del 10% del giro d’affari globale del retail banking, vale a dire in 300 miliardi di dollari.
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