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Giovannini (ASviS): Nel 2100 il Pil andrà a zero

10/4/2024 | Daniele Barzaghi

Perchè oggi si sente criticare la transizione ecologica? "Perchè i poteri economici che non hanno voglia di cambiare sono entrati in gioco"


“La sostenibilità non è soltanto un tema ambientale. Chi la riduce a questo si perde la complessità e anche la bellezza di questo mondo” esordisce l'ex ministro Enrico Giovannini (in foto), Ordinario di Statistica a Tor Vergata, aprendo nella sua veste di co-fondatore e direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) il secondo giorno dell'Efpa Italia Meeting 2024.

“Io non sono un ambientalista; non in senso stretto almeno” precisa. “Sono un economista, uno statistico e da questo punto di vista ho capito l'urgenza di questi temi; capendo che non sono ideologici ma reali. E devono svilupparsi col coinvolgimenti di quattro pilastri: economia, ambiente, società e anche, e sono fondamentali, le istituzioni”.

“Il Green Deal europeo non è un piano ambientale, è una strategia economica, nonostante le chiacchiere che si sentono oggi a livello politico nazionale. Secondo il World Economic Forum, i primi rischi globali a 10 anni sono inerenti all'ambiente: in primis gli eventi atmosferici estremi, ma anche i cambiamenti climatici critici, la perdita di biodiversità e la scarsità di risorse naturali".

“Se non cambiamo traiettoria e investiamo nella diretta correzione, accelerando la transizione, il capitale delle imprese si brucerà. Vogliamo uno slogan? Nel 2100 il Pil andrà a zero. Sarà inevitabile se l'economia non sarà più in grado di produrre nel modo corretto”.

“Perchè dopo anni di entusiasmo ambientalista iniziano a levarsi voci critiche? Perchè i poteri economici che non hanno voglia di cambiare sono entrati in gioco e hanno iniziato pesantemente a remare contro. E sono quelli che inquinano in Thailandia, hanno la residenza fiscale ai Caraibi e mandano i figli a studiare a Eton; tanto per ribadire quanto la battaglia oggi sia inevitabilmente globale”.

“In Italia, per venire a noi, il 40% delle imprese non è ancora entrato affatto nell'ottica di sostenibilità e presto si troveranno in difficoltà viste le normative europee che ora impongono controlli ferrei su tutta la filiera, fornitori compresi. Chi non si adegua sarà escluso dal mercato europeo, che è bene ribadirlo, è il più grande mercato al mondo".

L'Europa, criticata da tutti noi almeno tre volte al giorno, sta davvero cambiando il pianeta in questo senso. Per non perdere competitività la Cina ha imposto identiche forme di rendicontazione di sostenibilità alle proprie imprese. E anche l'India, nonostante nicchi, dovrà farlo”.

Finirà il sistema delle grandi aziende che si avvalgono di un indotto di piccole imprese che gestiscono in maniera irregolare i propri dipendenti. Non sarà più possibile”.

 

 

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