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Manager di cf, come migliorare la relazione col team

9/27/2024 | Marina Magni*

Personalmente, nella mia attività manageriale, ho messo in scena per alcuni anni uno spettacolo.


Attivare la collaborazione dei colleghi coordinati non è qualcosa che si può imporre. Bisogna puntare sull’utilità del proprio ruolo e, a volte, sulla creatività e una sapiente regia per aprire il sipario sulla condivisione.

Il ruolo del manager è molto complesso perché ha il compito di essere utile sia all’azienda che ai colleghi coordinati e questo non è affatto semplice. Interpretare in maniera corretta il ruolo manageriale ed essere apprezzati sia in azienda che in rete richiede una costante dedizione e controllo delle attività e delle relazioni. Il rischio è quello di essere eccessivamente aziendalisti e diventare degli yes men, o di mettersi a disposizione dei consulenti e perdere di vista le priorità. 

Ogni volta che un manager intraprende un’azione dovrebbe chiedersi: A chi giova? Perché lo faccio? È utile ai fini della mia mission? Ma spesso, si agisce in base alle urgenze, senza riflettere troppo, ricercando l’utilità immediata, dimenticando gli scopi e gli obiettivi. Un manager è di fondamentale utilità per i collaboratori, anche se i consulenti talvolta sono critici e tendono a pensare di non avere necessità di supporto. Come fare a rendere tangibile l’utilità manageriale? Occorre porre attenzione ad alcuni elementi essenziali.

Fornire orientamento e supporto dando indicazioni chiare su obiettivi, compiti e priorità, aiutando i colleghi a concentrarsi su ciò che è importante e offrendo supporto continuo per superare gli ostacoli senza preconcetti. 

Può accadere che non sempre la relazione con un collega sia ottimale e per questo si tende a pensare che non sarà possibile ottenere la giusta collaborazione. Questo tipo di approccio è assolutamente sbagliato perché non saremo aperti al dialogo ed alla comprensione. Sono certa che qualsiasi manager ha in mente qualche consulente di cui pensa: ”tanto con lui non si riesce a condividere nulla, fa sempre ciò che vuole, non è collaborativo, è un lupo solitario….”. Provate a cambiare il punto di vista e pensare: “Cosa potrei fare, che non ho mai fatto, per coinvolgerlo? A chi posso chiedere aiuto per facilitare la relazione?” Molto spesso le persone, pur apparendo poco disponibili al dialogo ed alla collaborazione, nella vita privata sono tutt’altro che introversi: amano cantare, suonare strumenti, fare corse, maratone, andare in bicicletta sulle montagne! Conoscere ed approfondire questi aspetti è tanto importante perché consente di aprire la porta del dialogo passando da strade diverse. 

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Personalmente, nella mia attività manageriale, ho messo in scena per alcuni anni uno spettacolo realizzato dai colleghi coordinati che avevano doti di recitazione o canore. Come spettatori gli altri colleghi del gruppo e i dirigenti della banca con i loro accompagnatori. Posso garantire che lo spirito di gruppo e la collaborazione ne hanno avuto significativi benefici! 

Il primo anno era stata una “goliardata” natalizia, seppur organizzata con tanto di regista, scenografie, musiche, luci e costumi medioevali ma il successo fu tale da farla divenire una tradizione. 

L’ideazione dello spettacolo partiva a luglio e a settembre iniziavano le prove, ovviamente la sera o il sabato, e già questo creava motivazione e senso di appartenenza, l’obiettivo dello spettacolo era mettere in scena tutto ciò che era accaduto nell’anno in modo ironico con tanto di imitazione dei dirigenti, AD compreso! Un successo dopo l’altro! Sempre presenti i vertici aziendali che più erano oggetto di ironie e più erano contenti e applaudivano! 

Anche il consulente è bene che rifletta sull’utilità professionale che può avere grazie al manager di riferimento. Il manager è un supporto che fa parte di quelle risorse che possono contribuire al proprio business come lo sono i clienti, i colleghi, le persone di sede, i manager delle società prodotto. Da tutti si può trarre valore e crescita. La stessa domanda (cosa potrei fare, che non ho mai fatto, per coinvolgerlo? A chi posso chiedere aiuto per facilitare la relazione?) vale per il consulente nei confronti del manager se già non esiste una relazione fluida e proficua. Il manager è un ponte tra la visione strategica dell'azienda e l’esecuzione operativa, il suo principale compito è assicurare che tutto funzioni in modo efficace e orientato alla crescita e al successo complessivo. Non è affatto semplice ma se perseguito con etica e dedizione è estremamente gratificante. Se volete fare un piccolo test sul vostro atteggiamento manageriale chiedetevi: “Quando un collega coordinato ha un successo personale sono soddisfatto come o più che se fosse un mio successo?”

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*Marina Magni, project manager per Fabbrica delle Professioni e prima donna Area manager dell'industria della consulenza finanziaria italiana, diventa firma di Advisor. La sua nuova rubrica, pubblicata ogni due settimane, intende raccontare gli elementi fondamentali, le regole, di una advisory di successo.

Un consulente finanziario non è un gestore di fondi: innanzitutto deve saper vendere al cliente il processo di consulenza di cui sarà protagonista. E naturalmente lo può fare in maniera alta, efficace e rispettosa degli interessi propri, del cliente e della mandante. Marina Magni, come già fatto con tanti colleghi, insegnerà a farlo.

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