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7/23/2024 | Marcella Persola
I buoni risultati a livello di utili e le aspettative positive sul comparto hanno fatto da traino alle tre principali banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM) che nel periodo tra il 2021 e il 2023 hanno incrementato la capitalizzazione di mercato del 25,0%, molto di più rispetto alle corrispettive banche europee. Questo è quanto emerge da uno studio della società di consulenza Excellence Consulting intitolato "Determinanti della market capitalization nel settore bancario internazionale”, che analizza la capitalizzazione delle principali banche europee e anglosassoni alla luce delle dinamiche dei tassi.
Per le banche italiane l’innalzamento della capitalizzazione, pari al +25,0%, deriva per il 15,6% dalla lievitazione degli utili, ma anche per il 9,4% dalle aspettative di crescita. Invece, la riduzione della capitalizzazione dipende, rispettivamente circa incremento degli utili e riduzione delle aspettative, per le banche britanniche (pari al -0,2%) per il 3,6% e per il -3,8%, per le tedesche (-0,5%) per il 7,2% e per il -7,7%, per le francesi (pari al -7,6%) per il -0,8% e per il -6,8%, per le statunitensi (pari al -11,3%) per il -1,9% e per il -9,4%. Di segno positivo l’incremento della capitalizzazione delle spagnole, pari al +30,1%, dovuto per il 5,6% all’aumento degli utili e per il 24,5% a quello delle aspettative di crescita.
“La nostra analisi – spiega Maurizio Primanni, (nella foto) ceo di Excellence Consulting – dimostra che l’incremento del market capitalization delle principali banche italiane – come è il caso delle spagnole e non delle britanniche, tedesche, francesi e statunitensi – è dovuto non solo, almeno al 50%, all’utile prodotto, alla capacità, cioè di generare redditività, attività, legata all’andamento dei tassi, nelle quali le nostre banche si distinguono, ma anche in buona parte agli effetti delle aspettative. È come se il mercato dicesse alle banche: “Aumento la tua capitalizzazione perché hai guadagnato con i tassi, ma mi aspetto che tu investa in diverse opzioni, in innovazione dei modelli di business ed evoluzione dei comportamenti dei dipendenti.”
La dilatazione dei tassi (con il tasso di rifinanziamento principale dal marzo 2016 pari a zero, poi risaliti vertiginosamente dal luglio 2022 per frenare l’inflazion) ha generato una maggiore reddittività delle banche, soprattutto laddove le stesse hanno incrementato il margine di interesse. Solo le prime tre banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM) dal 2021 al 2023 vedono gonfiare gli utili (da 6,3 a 18,5 mld euro, +194%). Per quanto riguarda le straniere, sempre dal 2021 al 2023, gli utili delle britanniche (HSBC, Barclays, Lloyds Bank) e delle tedesche (Deutsche Bank, Commerzbank, DZ Bank) salgono rispettivamente da 32,2 a 40,4 miliardi di sterline (+25%) e da 5,5 a 9,5 miliardi di euro (+72%). Si riducono gli utili delle banche francesi (BNP Paribas, Crédit Agricole, Societe Generale) e delle statunitensi (J.P. Morgan, Bank of America, Citigroup), rispettivamente da 21,0 a 19,8 miliardi di euro (-6%) e da 102,3 a 84,1 miliardi di dollari (-18%). Col segno positivo l’utile delle spagnole (Santander, BBVA, CaixaBank): da 18,0 a 23,9 miliardi di euro (+33%).
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