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8/30/2024 | Redazione ADVISOR
“Molti trattano l’investimento sostenibile e la generazione di rendimenti come due elementi che si escludono a vicenda”. Carola van Lamoen, head of sustainable investing di Robeco, sottolinea che “chiedersi se sia preferibile realizzare una performance o investire in modo sostenibile è una domanda sbagliata, perché pone un falso dilemma. Qualsiasi prodotto d’investimento si prefigge l’obiettivo di generare una performance in linea con le aspettative del cliente. Pertanto, una domanda più corretta verte sui criteri di rendimento corretto per il rischio e su come si possa utilizzare il budget di rischio del cliente per integrare le preferenze in fatto di sostenibilità”.
“Se ci si concentra unicamente sui rendimenti finanziari - precisa la manager - si perde di vista il fatto che molti investitori desiderano anche ridurre i rischi ed esercitare un impatto positivo. In primo luogo, è necessario valutare l’impatto finanziario delle questioni di sostenibilità. In secondo luogo, gli investitori sono sempre più propensi ad avere portafogli allineati con un impatto positivo. Qui, più che un dilemma, abbiamo un problema di ottimizzazione: qual è l’obiettivo di performance di un investitore, quanto rischio è disposto ad assumere e in che misura si deve integrare la sostenibilità? L’integrazione della sostenibilità è un’importante fonte di valore: I fattori ESG possono fungere da “sistema di preallarme” per rischi che non trovano ancora riflesso nei valori degli asset. I rischi legati al clima e alla transizione possono influire negativamente sui rendimenti futuri delle aziende e condurre alla presenza di beni incagliati”.
“La considerazione delle questioni ESG finanziariamente rilevanti - prosegue l’analista - permette quindi di effettuare stime e valutazioni più esaurienti, e anche di scoprire in anticipo le opportunità di investimento. Tuttavia, non esiste un approccio che vada bene per tutti. A volte le questioni ESG sono fondamentali per le decisioni di investimento, e altre volte sono irrilevanti. Nel caso dei titoli corporate, ad esempio, nel 25% circa dei casi l’analisi ESG segnala rischi aziendali nascosti che influenzano le decisioni di investimento. Nell’azionario l’impatto è maggiore, con oltre il 50% dei casi influenzato da questioni ESG. Questi risultati hanno senso, considerando la natura di lungo periodo delle analisi ESG e il fatto che le azioni value hanno un orizzonte temporale di durata indefinita. Le obbligazioni corporate, invece, hanno orizzonti tendenzialmente più brevi”.
Allineamento dei portafogli a un impatto positivo: “Il punto di partenza per l’integrazione ESG è la rilevanza finanziaria. Gli investitori possono decidere di allocare il capitale in aziende che hanno un impatto positivo, distogliendolo da quelle che arrecano danni (significativi). Inoltre, l’engagement e il voto possono determinare un cambiamento positivo nelle imprese beneficiarie degli investimenti. Naturalmente, nel valutare gli investimenti in base alla rilevanza dell’impatto, gli investitori devono chiedersi qual è l’impatto prodotto dai loro investimenti sulla società in generale. Questo approccio li aiuta a prepararsi meglio per il domani. Monitorando l’azione normativa, prevediamo che in futuro le aziende saranno chiamate a sostenere il costo di esternalità negative come le emissioni di carbonio e il degrado della biodiversità, che avranno dunque un impatto rilevante a livello finanziario in futuro. In questo caso, per un investitore è fondamentale comprendere le possibili conseguenze di tali decisioni sulla performance degli investimenti”.
“Il settore degli investimenti - conclude van Lamoen - ha senz’altro bisogno di condurre ulteriori ricerche sulla relazione tra la performance finanziaria e vari approcci di investimento sostenibile. Quando si parla di integrazione della sostenibilità e di performance degli investimenti, è fondamentale porsi le domande giuste: quali sono le preferenze di sostenibilità dell’investitore, quali sono i suoi obiettivi finanziari e come si possono coniugare nel modo migliore? Aggiungere a una strategia d’investimento determinate preferenze di sostenibilità è non dissimile dal tener conto di preferenze di altro tipo, ad esempio relative a regioni, valute e liquidità. Non c’è motivo di trattarle in modo diverso”.
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