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12/16/2024 | Redazione ADVISOR
“Con l'impatto del cambiamento climatico sempre più evidente e le banche centrali di tutto il mondo che tagliano i tassi, ci aspettiamo un altro anno forte per i green bond nel 2025”. Christina Bastin, gestore del team credito asiatico di Man Group, sottolinea che “l'anno scorso è stato quasi eguagliato il record di nuove emissioni del 2021 con 588 miliardi di dollari collocati, seguiti da 385 miliardi di dollari nella prima metà del 2024, secondo la Climate Bond Initiative. In futuro, gli investitori dovranno orientarsi tra approcci molto diversi alle politiche ambientali e alle strategie di mercato da parte dei principali emittenti, Europa, Cina e Stati Uniti”.
“Dal 2014 - ricorda l’analista - la Cina è diventato il più grande mercato di green bond, con 616 miliardi di dollari equivalenti in circolazione alla fine del 2023, anche se ad oggi la maggior parte delle emissioni è ancora domestica. Sebbene vi sia scetticismo sul livello di ‘ecologicità’ delle obbligazioni domestiche cinesi, il loro allineamento agli standard verdi internazionali sta migliorando, rafforzando la loro credibilità. Il Paese deve ancora affrontare diverse sfide per raggiungere il suo obiettivo di zero emissioni nette nel 2060, ma sta progredendo rapidamente. L'aggiunta di 1.200 gigawatt (GW) di capacità eolica e solare, un valore più grande dell'intero mercato energetico europeo, dimostra la determinazione della Cina a perseguire i suoi obiettivi climatici. Gran parte della sua spinta verde sarà finanziata da green bond e il Paese è salito al secondo posto a livello globale nell'emissione di obbligazioni verdi nel terzo trimestre di quest'anno, rispetto al quinto del trimestre precedente, come mostrano i dati della Climate Bond Initiative”.
Viceversa, “gli Stati Uniti presentano uno scenario molto più complesso. Prevediamo un cambiamento di rotta a livello delle norme federali sulla informativa del clima e un potenziale ritiro dagli accordi di Parigi sul clima sotto la presidenza Trump. Detto questo, quasi la metà degli stati americani continua a perseguire obiettivi net-zero e molte grandi aziende statunitensi mantengono i loro impegni in materia di clima.Tuttavia, il ‘green hushing’ è una tendenza in crescita, con aziende caute nel pubblicizzare le loro iniziative verdi. Un esempio degno di nota è quello di un noto emittente di green bond, un'azienda europea di servizi pubblici, che ha recentemente emesso un classico bond in dollari sul mercato statunitense, evitando l'etichetta verde per rivolgersi a una gamma più ampia di investitori. Anche se l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) probabilmente alleggerirà le normative ambientali, ci aspettiamo che la transizione dal carbone alle energie rinnovabili continui. Le utility statunitensi hanno un parco di centrali a carbone tra i più vecchi e molti di questi saranno sostituiti con gas naturale o con energie rinnovabili, soprattutto solari, data la crescente competitività dei prezzi. Questi programmi di sostituzione saranno in parte probabilmente finanziati con green bond”.
L'impegno costante dell'Europa: “L'Europa rimane un pilastro delle emissioni di green bond, rappresentando la metà del mercato globale. L'impegno dell'UE nei confronti della finanza sostenibile è stato rafforzato dall'introduzione, lo scorso anno, dell'EU Green Bond Standard (EUGBS). Sebbene la sua implementazione sia stata rinviata a causa di timori regolatori, l'Europa continua a far progredire la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e la tassonomia. Entro il 2026, l'ESMA (European Securities and Markets Authority) richiederà che tutte le emissioni di green bond siano sottoposte a valutazioni di un esterno, sottolineando la leadership dell'Europa nella finanza sostenibile e la sua devozione a rigorosi standard ambientali.
“Per gli investitori - conclude Bastin - ciò significa che il mercato dei green bond, pur essendo destinato a crescere, sarà sempre più caratterizzato da strategie geografiche distinte. Mentre la Cina e l'Europa affermano il loro impegno, gli investitori negli Stati Uniti dovranno trovare un equilibrio tra la retorica ufficiale e le pratiche e le prove sul campo”.
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