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12/3/2024 | Daniele Barzaghi
“Tassi rasoterra sui conti correnti: per quelli con saldi inferiori a 50.000 euro, le banche offrono una remunerazione che varia tra lo 0,15% e lo 0,20%, praticamente irrisoria rispetto all'inflazione e alla perdita di valore del denaro. Anche per saldi più consistenti, compresi tra 50.000 e 250.000 euro, la remunerazione raramente supera lo 0,35%, rimanendo ben al di sotto delle attese. Solo i grandi depositi, superiori ai 250.000 euro, riescono a ottenere tassi più elevati, con un massimo dell'1,57% registrato nel Trentino-Alto Adige per le imprese e dell'1,31% nel Lazio. Tuttavia, anche in questi casi, i tassi restano largamente insufficienti rispetto al rendimento dei titoli di Stato, che offrono oggi il 4% sui BTP a breve termine. La situazione è ancora più marcata per le famiglie”.
Lo segnala io Centro studi di Unimpresa secondo cui i tassi d'interesse passivi applicati dalle banche italiane, a fronte di una politica monetaria restrittiva della Bce, lasciano i correntisti fortemente penalizzati: “La disparità” si legge nell'analisi “è particolarmente evidente se confrontiamo i tassi passivi italiani con quelli applicati in altri Paesi europei. In Germania e Francia, ad esempio, la remunerazione media per i depositi sopra i 50.000 euro ha superato l'1,5% a partire dal secondo trimestre del 2023, riflettendo una maggiore competizione tra gli istituti e una minore dipendenza dalla raccolta a vista”.
“Le giustificazioni delle banche sono, come sempre, sfacciate” ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora (in foto). “E di questo tema il governo di Giorgia Meloni dovrebbe occuparsi seriamente, lasciando al mercato la definizione degli assetti di controllo. La politica deve stare fuori dai consigli di amministrazione dei gruppi bancari, per esempio non entrando nel merito della operazione di Unicredit sul Banco Bpm, ma dovrebbe prestare attenzione ai comportamenti del settore e alle strategie definite dai board, assai penalizzanti per i clienti beffati”.
“La forbice dei tassi, oggi ai livelli più alti degli ultimi decenni, è diventata un sistema per arricchire gli azionisti, mentre i correntisti vengono trattati come clienti di serie B” ha aggiunto. “L'asimmetria è ancora più evidente se si guarda ai dati regionali. Al Sud la remunerazione è ancora più ridicola che al Nord. In tutta Italia, comunque, la realtà è che il sistema bancario italiano non è mai stato così sbilanciato: le banche guadagnano a mani basse sul fronte dei prestiti e lasciano i risparmiatori a bocca asciutta".
"Se le banche non vogliono ridurre la forbice spontaneamente, spetta alla politica intervenire" ha concluso Giuseppe Spadafora. "È una questione di giustizia sociale, prima ancora che economica. Perché il risparmio è un diritto, non un privilegio da elemosinare”.
Qui di seguito la tabella completa sui tassi sui conti correnti con le specifiche regionali, elaborata e pubblicata sul sito unimpresa.it.
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