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Tre temi per il 2025: l’outlook di BlackRock

12/11/2024 | Max Malandra

I cicli economici in futuro saranno sempre meno stabili, impattati dalle megaforze. Bruno Rovelli dettaglia il posizionamento sulle principali asset class.


“Building the transformation” è il titolo che BlackRock ha dato al proprio Outlook 2025. Una trasformazione che si spiega con cicli economici che non sono più mean reverting e che in futuro saranno sempre meno stabili, impattati da megaforze quali l’intelligenza artificiale, la demografia, la frammentazione geopolitica, la transizione energetica.

“Sono tre i temi principali che monitoriamo e che pensiamo plasmeranno il futuro – spiega Bruno Rovelli (in foto), Chief Investment Strategist for Italy del BlackRock Investment Institute di BlackRock – In primo luogo il finanziamento della transizione che avverrà primariamente attraverso i mercati privati, sia perché i governi si trovano già alle prese con debiti elevati sia perché la regolamentazione sempre più restrittiva del sistema bancario ne rende complicata l’operatività. E questo riguarderà ad esempio le infrastrutture dedicate alla riduzione delle emissioni oppure ai data center per la IA.

In secondo luogo serve ripensare gli investimenti. Finora ci siamo affidati a portafogli abbastanza stabili in termini di allocazione, ad esempio i 60/40, i 50/50 o i 70/30. Ora però occorre essere più flessibili nelle asset allocation strategiche ed essere pronti a modificarle in base agli scenari.

Infine, il nostro posizionamento, che continua a essere pro risk. Che però non dipende semplicemente dalle nuove politiche di Trump, la cui incertezza non è sul “se” farà quanto promesso, quanto piuttosto sull’intensità e sulla sequenza delle misure”.

 

Ecco quindi il posizionamento sulle principali asset class dettagliato da Rovelli.

 

Azioni. Permane l’overweight sugli USA, dato che non cambia il trend al rialzo in termini di utili e di ritorno sull’investimento, trainati da IA ed healthcare. Ma più in generale è tutto l’azionario statunitense ad avere una marcia in più e a meritare un posizionamento long.

Viceversa è ai massimi storici lo sconto (in termini di multiplo sugli utili) tra azionario USA ed europeo): uno sconto che tuttavia difficilmente tenderà a ridursi nei prossimi mesi, dato che, secondo Rovelli, manca un catalizzatore in grado di ridare smalto all’equity del Vecchio Continente. Che risulta interessante solamente in pochi settori: i finanziari (la stretta regolamentare è ormai alle spalle e difficilmente si inasprirà ulteriormente) e gli industriali. 

E se per l’Italia il posizionamento sull’azionario è in linea con quello europeo, per la Spagna c’è un leggero sovrappeso alla luce di un listino azionario sbilanciato su sistema bancario e utility.

Un altro overweight è sul Giappone: l’accelerazione dei buyback è un segnale di attenzione verso gli investitori. Inoltre, anche se tra il 1996 e il 2018 il Pil nominale in pratica non è salito (mentre quello reale sì a seguito dell’effetto deflazione) e solo negli ultimi anni ha ripreso a crescere, gli utili aziendali sono cresciuti nel tempo rendendo l’equity molto interessante. Senza contare che lo Yen è una valuta decisamente sottovalutata e quindi l’investimento viene suggerito a cambio aperto.

 

Obbligazioni. I tassi Usa sono ormai in un range, posizionati probabilmente nella parte bassa. E anche gli spread sul credito sono vicini ai minimi storici. “Un dato comunque giustificato dalle dinamiche debitorie del debito privato e pubblico” commenta Rovelli, che così spiega il maggior peso dato al credito rispetto ai governativi. 

Diverso invece il discorso per l’Europa, preferita agli Stati Uniti. All’interno del continente, poi, c’è una leggera preferenza per i Paesi periferici rispetto a quelli core, ma anche per i governativi britannici (i Gilt) che hanno spread più elevati.

Guardando poi alla qualità degli indici IG e HY europei e statunitensi e riponderandoli in base ai settori e al rating delle emissioni, le obbligazioni investment grade europee offrono circa 40 basis point in più rispetto a quelle statunitensi, quelle high yield circa 100 basis point. 

 

Paesi emergenti. L’overweight sulla Cina è “dovuto” - secondo lo strategist di BlackRock – alla luce delle cattive notizie già scontate e per il fatto che da una parte Pechino ha già avviato stimoli economici e dall’altra perché il Paese è pur sempre un’economia globale e, accanto a un’economia domestica di consumi sempre più importante, ha quindi rapporti economici con tutto il mondo e non solo gli Stati Uniti. Anche India e Brasile sono economie abbastanza slegate da quella statunitense, soprattutto per aver sviluppato un’economia interna rilevante, mentre per gli altri Paesi emergenti il giudizio è sospeso in attesa di capire come impatteranno le politiche della nuova Amministrazione statunitense.

 

Italia. E il nostro Paese come è valutato dagli strategist del BlackRock Investment Institute? La crescita economica è attesa convergere con quella dell’Eurozona, dopo una sovraperformance durata dal 2020 al 2024 trainata dai vari bonus. La previsione si attesta quindi intorno al +0,8% e il posizionamento sull’azionario rimane in linea con quello dell’Eurozona e sull’obbligazionario vale la leggera preferenza per i Paesi periferici.

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