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4/24/2024 | Redazione ADVISOR
Con un valore di mercato in Italia che ha raggiunto i 760 milioni di euro, l’intelligenza artificiale sta permeando e rivoluzionando tutti i settori industriali e non. Le stime dell'Osservatorio AI della School of Management del Politecnico di Milano, evidenziano che ben il 98% degli italiani ne ha sentito parlare, e quasi un terzo di essi che ne possiede una conoscenza medio-alta. L'applicazione non ha tardato a farsi strada e nella sua forma più tradizionale che generativa, sta portando del valore in molti ambiti. Ma come forma di investimento, che prospettive presenta? Ne abbiamo parlato con tre diversi esperti per capire anche sia a che punto siamo dell'ascesa di questo tema e sia come posizionarsi rispetto ad esso anche alla luce della recente regolamentazione europea in materia.
“La tecnologia sta dando vita a cambiamenti strutturali nei settori della sanità, dell'istruzione, dell'industria e in molti altri ambiti. Ad esempio, l'elettrificazione dei veicoli è una forte tendenza e stiamo assistendo alla trasformazione del mercato dell'auto elettrica in un mercato di massa. Questo crea opportunità per i costruttori di veicoli innovativi e per i produttori di semiconduttori che consentono la propulsione elettrica. L'intelligenza artificiale (AI) o l'apprendimento automatico stanno attualmente guidando l'innovazione nel software che si ricollega al calcolo e all'elaborazione dei dati. L'apprendimento automatico è una tecnologia necessaria per poter sviluppare, ad esempio, veicoli autonomi a guida autonoma” sottolinea Luca Fasan portfolio manager, Sycomore AM, società di Generali Investments.
“L’adozione delle tecnologie e dei servizi di intelligenza artificiale sta crescendo rapidamente, sottolineando un passaggio su larga scala verso operazioni guidate dall’IA. Questo rapido paesaggio evolutivo e la crescente competizione tra le tecnologie dell’IA significa che le aziende e i prodotti con un maggior grado di innovazione hanno le migliori possibilità di emergere e crescere in maniera più rapida” precisa Giancarlo Sandrin, head of wholesale distribution sud Europa di LGIM
Secondo Fasan ci attendono tre diverse fasi. Inizialmente, "è necessario costruire l'infrastruttura per supportare la nuova tecnologia". Stiamo parlando di hardware, dove "aziende come NVIDIA possono distinguersi". Il manager ritiene che sarà necessario "sviluppare e migliorare le tecnologie che consentono una maggiore velocità di elaborazione, una maggiore archiviazione di memoria e una maggiore interconnessione tra strumenti e dati". La seconda fase dovrebbe concentrarsi sui costi associati all'insegnamento degli algoritmi. In questo caso sarà necessario "un mix di hardware e software che miri a rendere più efficiente il processo di apprendimento dei modelli". Infine, l’ultima fase, forse quella più interessante, sarà quella in cui dover comprendere dove questa tecnologia potrà essere effettivamente utilizzata. Il manager afferma che "è qui che si vedranno i veri vincitori" e che, "anche se non siamo ancora in quella fase, la verità è che le soluzioni che verranno presentate in futuro hanno già iniziato a essere pensate dalle aziende e che gli investitori devono essere attenti".
“Il tema dell’IA è inoltre in una fase ancora primordiale. La prima fase è stata quella dell’IA - GPU + Era di Addestramento: ChatGPT e i grandi modelli di linguaggio in generale hanno scatenato un vortice di investimenti da parte di governi e imprese. Ciò che molte persone non capiscono è che il concetto di concorrenza rischia di venire stravolto rispetto ai canoni attuali, persino per le grandi aziende tecnologiche. L’IA è già utilizzata da centinaia di milioni di persone, ma rappresenta ancora solo una piccola parte del PIL complessivo. Questa tecnologia si trova ancora nella sua fase iniziale. La Seconda Fase dell’IA riguarda l’Inferenza e l’Incarnazione: Il 2024 potrebbe essere il primo anno di un’era di intelligenza artificiale multimodale, che include testo, video, fisica, progettazione 3D e 4D in tempo reale e la pianificazione di sistemi di controllo del mondo reale come veicoli autonomi e robotica. Ciò comporterà la creazione di un ecosistema più complesso e intricato rispetto a quello attuale” continua Sandrin.
“Le forti performance del settore dell’Intelligenza Artificiale sono supportate da solidi fondamentali, in particolare guardando alle valutazioni e ai tassi di crescita. Le aziende all’interno del portafoglio del nostro ETF stanno mostrando tassi di crescita accelerati, giustificando valutazioni più elevate (spesso inferiori a quanto ci si aspetterebbe, date le opportunità), riflettendo una forte convinzione nel futuro della tecnologia dell’IA e nelle sue molteplici implementazioni” sottolinea l'esperto di LGIM.
"Noi con il fondo DWS Invest AI abbiamo deciso di focalizzarci su tre aree di investimento fondamentalmente, andando ad investire nell’ catena del valore dell'intelligenza artificiale, da monte a valle. La prima riflette le società che raccolgono dati o che dispongono di dati proprietari, li elaborano e li analizzano per renderli “fruibili”. In secondo luogo, ci sono le aziende che forniscono la potenza di calcolo necessaria per istruire e far funzionare i modelli di AI. La terza area è quella delle aziende di vari settori che implementano l'AI nei propri modelli di business migliorando performance ed efficienza ottenendo cosi’ un vantaggio competitivo nel momento in cui si rivolgono al mercato utenti. Per questo nel suo approccio il fondo si focalizza sulle aziende che stanno beneficiando dei trend dell’AI. Cerchiamo in particolare aziende i cui prodotti non possono essere facilmente riprodotti dai concorrenti. È importante che l'azienda possa crescere più velocemente del mercato. E che l'AI contribuisca in modo significativo alle vendite, agli utili e, naturalmente, al prezzo delle azioni" gli fa eco Daniele Socci, senior sales e relationship manager di DWS.
E la regolamentazione potrebbe creare un freno per l'AI, chiediamo agli esperti? “Recentemente, l’Unione Europea ha introdotto l’AI Act, una normativa che dovrà essere convertita in legge e che richiederà ancora alcuni anni per diventare pienamente applicabile sul mercato. Tuttavia, è certo che le aziende operanti in Europa dovranno adattarsi a un contesto di maggiore trasparenza e attenzione alla privacy. La domanda che molti si pongono è se questa regolamentazione potrebbe frenare lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, soprattutto per quanto riguarda la divulgazione delle tecniche di addestramento utilizzate. Da un lato, potrebbe avere effettivamente un impatto, ma è importante ricordare che un settore completamente deregolamentato potrebbe comportare rischi non solo sociali, ma anche economici. Infine, un’unica normativa europea è sicuramente più efficiente rispetto a 27 diverse normative nazionali, garantendo una maggiore coerenza e chiarezza per le aziende e gli utenti” riflette Sandrin.
“Io valuto positivamente la regolamentazione laddove rappresenti un freno a chi voglia utilizzare l'intelligenza artificiale in maniera spregiudicata, un po' artificiosa, perché in questo caso chiaramente impedirebbe delle speculazioni. Chiaramente per noi che già comunque lavoriamo in un mondo che è molto normato, è molto regolamentato, non può che farci piacere il fatto che si stabilisca un terreno di regole comune per tutti i player del mercato” rimarca Socci.
E anche sul fronte del legame spesso contradditorio con l'ambito ESG Fasan scioglie i dubbi. “L'intelligenza artificiale e la sostenibilità possono andare di pari passo se gli algoritmi vengono utilizzati per uno scopo sostenibile e se l'intelligenza artificiale viene sviluppata in modo etico. In primo luogo, l'intelligenza artificiale può contribuire a prodotti e servizi sostenibili con un impatto positivo sulla società o sull'ambiente. Ad esempio, Duolingo, un'applicazione per imparare le lingue, utilizza l'IA per ottimizzare i percorsi degli studenti e i test linguistici. Dal punto di vista ambientale, l'IA può essere utilizzata nel settore edilizio per la progettazione ecologica, ad esempio creando gemelli digitali per la progettazione sostenibile e l'efficienza energetica degli edifici” sostiene l'esperto di Sycomore.
Quello che forse manca per attrarre maggiormente gli investitori, che pur conoscendo il tema sono cauti al riguardo è la narrazione che lo accompagna, così come evidenzia Socci.
"Lo storytelling è importantissimo per far capire al cliente che oltre ai Btp nei quali lui investe perché si sente sicuro, ci sono soluzioni che permettono di investire nel futuro, catturando trend importanti, così come è accaduto vent’anni fa con internet per esempio. Quindi si tratta di coinvolgere l'investitore in un viaggio, di aiutarlo a proiettarsi fra 10-15 anni e capire quanto potrà essere cambiata la sua vita e nel frattempo cogliere le opportunità che hanno inciso su di essa. In genere i consulenti che incontro mi dicono che la clientela oggi si divide in due, con approcci differenti. Chi si avvicina al tema AI in modo prudente, preoccupato dalle oscillazioni, che vuole si cogliere l’opportunità ma investendo in maniera graduale. E chi invece decide di fare un investimento importante subito perché non ha voglia di pagarlo più caro tra qualche tempo e quindi ha deciso di aderirvi subito, non pensarci per un po’ per poi andare a raccoglierne i frutti più avanti. Sono due differenti approcci, entrambi apprezzabili che denotano una voglia di essere comunque parte di questa rivoluzione" conclude l'esperto di DWS.
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