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Asset class, la classifica per rendimenti 2023: azionario Italia in vetta

1/22/2024 | Daniele Barzaghi

IL 2023 è stato certamente anno positivo per gli investimenti con quasi tutte le classi di investimento caratterizzate da andamento positivo, in netta ripresa dopo un 2022 di perdite pesanti e generalizzate (con l’eccezione delle commodity).


Il 2023 è stato certamente anno positivo per gli investimenti con quasi tutte le classi di investimento caratterizzate da andamento positivo, in netta ripresa dopo un 2022 di perdite pesanti e generalizzate (con l’eccezione delle commodity).

 

L’azionario Italia è l’asset class andata meglio nell’anno appena concluso, con redimenti pari al +31,8% che, facendo dimenticare il -10,6% del 2022, hanno anche superato il +26,3% del 2021.

 

L’equity che a inizio 2023 era sotto osservazione ha generalmente portato buoni ritorni: +20,8% negli Stati Uniti, +19,6%  a livello globale, +17,8% in Giappone e +15,3 in Europa.

 

L’obbligazionario high yield è andato molto bene con un +10,5% (basti guardare come paragone l’ultimo triennio: -13,3% nel 2022, +1,5% nel 2021, +3,9% nel 2020), mentre l’oro si è mantenuto su un discreto +7,4% (performance intermedia rispetto all’andamento del decennio).

 

I Real estate investment trust (Reits) sprofondati a un -20,4% nel 2022 (peggiore asset class dell’anno) sono risaliti al +6,1%, al pari dell’azionario emergente (ben lontano dai picchi da +20% del 2017 o del 2019) e dell’obbligazionario Euro Aggregate, ovvero titoli di Stato, obbligazioni societarie e cartolarizzate a tasso fisso di emittenti europei.

 

Scorrendo la classifica si vedono i bond governativi europei (che hanno reso mediamente il +5,8%), i societari statunitensi (+5,5%), gli emergenti (+4,9%), i Global Aggregate (+4,3%) battere la liquidità risalita a un notevole +3,5% (dopo sette anni di fila di rendimenti negativi).

 

Gli hedge fund globali sono l’ultima delle principali classi di investimento in positivo (+2,3%) nel 2023, mentre le maglie nere spettano ai Treasury statunitensi (-0,9%), al petrolio e alle commodity in genere (passati in un anno rispettivamente dal +11,1% al -11,2% e dal +14,3% al -13,6%) e, soprattutto, all’azionario cinese, a un -14,4% (che conferma il pesante -16,1% del 2023 e il -15,9% del 2021).

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