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Real estate, la rivoluzione si chiama cambiamento climatico

3/28/2024 | Daniele Riosa

Banca Generali, attraverso il suo profilo LinkedIn, fa un’interessante riflessione, dal titolo “Tornare a respirare”, su come saranno le città del futuro partendo dai mutamenti innescati dalla pandemia da Covid-19


Banca Generali, attraverso il suo profilo LinkedIn, fa un’interessante riflessione, dal titolo “Tornare a respirare”, su come saranno le città del futuro partendo dai cambiamenti innescati dalla pandemia da Covid-19.

“Durante gli ormai antichi lockdown di inizio decennio - si legge - il nostro spazio domestico si è rivelato troppo piccolo, promiscuo e limitato nelle sue configurazioni. Le terrazze piacevano a tutti anche prima del 2020, ma è in quel momento che sono state riconosciute all’unanimità come ambiente necessario, e al limite sufficiente, della casa contemporanea. Uno sguardo al mercato immobiliare dei nostri giorni lo testimonia chiaramente: in una città come Milano che, malgrado tutto, sa ancora essere gelida per molti mesi all’anno, ogni nuova operazione immobiliare residenziale insiste sull’ampiezza delle sue logge e dei suoi balconi.  Ovunque in Italia la terrazza sta affiancando e talvolta sostituendo il salotto come baricentro della casa, spazio al tempo stesso di rappresentanza e di vita quotidiana”.

“L’Europa del 2030, sembra inevitabile, sarà un continente climatizzato, percorso dal ronzio dei motori esterni delle arie condizionate di ciascuno, ma sarà anche un continente di case-terrazza, i cui paesaggi urbani saranno decorati dai nostri pollici verdi. I cambiamenti climatici, i loro effetti e i tentativi di arginarli, hanno un impatto lampante anche sugli spazi pubblici delle nostre città. Lo spazio urbano si de-mineralizza e si fa giardino, morbido di prati e ombreggiato da filari di piante resistenti ai capricci della meteorologia contemporanea.  Si fa anche fresco ristorante: nelle città italiane, che il successo del commercio online e la moltiplicazione dei centri commerciali hanno svuotato di negozi, i dehors delle infinite attività di somministrazione di cibo diventano punti di aggregazione e di protezione degli eccessi climatici”. 

“La città, soprattutto, trasforma il suo suolo per accogliere i protagonisti del suo presente e del suo futuro, che sono i pedoni. È in corso una paziente operazione di ridefinizione dei confini che attraversano il piano terra urbano, la cui direzione è chiara: strade sovradimensionate, slarghi senza forma, tracciati ridondanti nelle griglie stradali sono recintati, sottratti alla mobilità rapida e a volte anche a quella dolce, per diventare nuovi luoghi di sosta e di aggregazione”. 

“La città italiana ed europea del futuro - conclude il post di Banca Generali - si preannuncia più spaziosa, più silenziosa, più lenta e a misura d’uomo. E meno inquinata, il che non è un male per ricominciare a respirare a pieni polmoni. È una città che si fa un po’ più casa, così come la casa-terrazza ricorda, in fondo, una città in miniatura”. 

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