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4/20/2024 | Francesco D'Arco
Il 2024 sarà ricordato come l’anno che ha cambiato l’industria dell’asset & wealth management italiano. Sono già sei le realtà che hanno annunciato e/o già avviato riorganizzazioni che rivelano cambi di strategia nello sviluppo delle attività legate al risparmio gestito e alla consulenza finanziaria.
Le più eclatanti sono quelle dichiarate dal gruppo Generali e dal gruppo Intesa Sanpaolo. Il primo ha comunicato, nella giornata di giovedì 18 aprile che, a partire dal 1° giugno 2024, “opererà come un gruppo finanziario diversificato focalizzato sui due core business: assicurazione e asset management”. Non solo. “In luogo dell’attuale business unit Asset & Wealth Management, che viene superata, Generali Investments Holding (GIH) supervisionerà tutte le attività di asset management a livello globale all'interno del Gruppo, ad eccezione delle attività basate in Cina”. Inoltre, “al di fuori del perimetro di GIH, Banca Generali, guidata dal CEO Gian Maria Mossa, continuerà a focalizzarsi sull’offerta di servizi completi di consulenza finanziaria e soluzioni di wealth management”.
Differente l’approccio annunciato dal gruppo Intesa Sanpaolo che, a inizio aprile, ha seguito la via dell’accorpamento creando un presidio unitario delle attività di wealth management, “ambito strategico del Gruppo, con l’obiettivo di accelerarne la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto”. Nel dettaglio, viene “costituita la struttura Wealth Management Divisions alla quale sono ricondotte le Divisioni Insurance, Asset Management e Private Banking”.
A queste due grandi novità si aggiungono quelle annunciate da Mediobanca, BPER, BNL BNP Paribas e Azimut. Le prime tre seguono la logica della creazione di un’unica grande testa che guida il mondo distributivo e le fabbriche prodotto: a gennaio con la nascita di Mediobanca Premier è stato ribadito l’obiettivo di dare “un impulso determinante allo sviluppo della divisione Wealth Management, di cui fanno parte anche le reti Private e le fabbriche prodotto, raccolte in Mediobanca Asset Management”; a febbraio BPER ha annunciato la nascita di BPER Banca Private Cesare presentandolo come nuovo polo private & wealth management del gruppo BPER; a maggio BNL BNP Paribas Life Banker, con la nomina di Stefano Manfrone come nuovo responsabile della rete di consulenza patrimoniale della Banca, ha annunciato che nei prossimi mesi la Rete confluirà all’interno dell’Area Private Banking e Wealth Management di BNL BNP Paribas, guidata da Luca Bonansea.
Azimut, invece, ha presentato a marzo un progetto che, nella logica, è più vicino a quello del mondo Generali (seppure con le dovute differenze). In particolare, il progetto deliberato dal CDA di Azimut Holding prevede lo spin off di una parte della rete italiana di consulenti finanziari che confluirà in una nuova banca digitale con l’obiettivo di quotarla entro 6-9 mesi.
In seguito a queste riorganizzazioni arriveranno anche le nuove nomine dei vari manager chiamati a guidare i progetti annunciati. E da qui a fine anno le strategie e i componenti delle squadre del campionato dell’asset & wealth management saranno completamente ridisegnate. Non solo. Dal momento che nei progetti ci sono dei brand che sembrano destinati a “ballare da soli” e che ci sono in campo anche altri due gruppi pronti a interpretare un ruolo da protagonisti ridisegnando la loro strategia di sviluppo in questo ambito (mi riferisco a Poste Italiane che ha annunciato a febbraio di essere pronta a entrare nel private banking e a Unicredit che, nel 2023, ha siglato un accordo con Azimut e riorganizzato la divisione di corporate banking), molti si aspettano di assistere ad una fase di risiko che determinerà un ulteriore stravolgimento dello scenario. Il nuovo campionato dell'asset & wealth management è appena partito.
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