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Carovita e clima, i due principali timori degli italiani

11/11/2024 | Marcella Persola

In contemporanea con l'apertura a Baku, in Azerbaigian, della Cop29, una ricerca della BEI svela il sentiment degli italiani nei confronti dei cambiamenti climatici


Dopo il carovita è l'emergenza climatica la principale preoccupazione degli italiani. Ad evidenziarlo è l'indagine annuale sul clima della Banca europea per gli investimenti (BEI), nella quale mostra come otto italiani su dieci riconoscono la necessità di adattare il proprio stile di vita agli effetti dei cambiamenti climatici. 

Nello specifico il 97% degli intervistati italiani ritiene importante che il paese si adatti ai cambiamenti climatici, e per il 67% di loro è una priorità. Inoltre il 91% concorda sulla necessità di affrontare subito questa spesa per evitare costi maggiori in futuro.

E' indubbio che il “sentiment” ricalchi anche le diverse difficoltà che il Bel Paese ha dovuto affrontare. Nel 2024, l'Italia ha subito eventi meteorologici rilevanti, tra cui intense ondate di calore e gravi siccità che hanno colpito in particolare le regioni meridionali, come la Sicilia e la Sardegna. Inoltre, Piemonte, Emilia-Romagna e Marche sono stati colpite da nubifragi e piogge intense, che hanno causato evacuazioni e costretto le autorità a dichiarare lo stato di emergenza.

L'89% degli intervistati ha dichiarato di aver vissuto almeno un evento meteorologico estremo negli ultimi cinque anni (9 punti al di sopra della media UE). In particolare, il 61% ha sperimentato ondate di calore e picchi estremi di temperatura (6 punti al di sopra della media dell'UE), il 38% ha sofferto a causa della siccità (3 punti al di sopra della media dell'UE) e il 37% è stato colpito da nubifragi o grandinate.

Le conseguenze dell’estremizzazione del clima sono quindi per gli italiani concrete e disparate. Il 75% degli intervistati italiani ha dichiarato di aver subito almeno una conseguenza diretta a causa di eventi meteorologici estremi (7 punti sopra la media europea del 68%). Il 23% ha avuto problemi di salute come colpi di calore o problemi respiratori, il 22% ha risentito di disagi nei trasporti pubblici (chiusure stradali, distruzione di ponti o ritardi) e il 20% ha avuto interruzioni di corrente o problemi di approvvigionamento energetico (stessa media dell'UE), mentre il 20% segnala danni alla proprietà, inondazioni, frane o erosione del suolo.

Con l'aumento della frequenza e della gravità delle catastrofi naturali, il costo economico dei cambiamenti climatici continua a crescere, e gli scienziati avvertono che questi disastri diventeranno sempre più onerosi da affrontare. Questa spirale impone sfide importanti per le infrastrutture e mette a rischio la stabilità dell'approvvigionamento idrico e alimentare globale, sottolineando l'urgente necessità di strategie globali di adattamento ai cambiamenti climatici.

"La devastazione causata dagli eventi meteorologici estremi è ormai una realtà concreta per l’Italia, e la maggioranza degli italiani riconosce l’urgenza di investire in misure di adattamento ai cambiamenti climatici. In Sicilia, per esempio, una siccità senza precedenti ha messo milioni di persone in difficoltà per la scarsità d'acqua," ha affermato Gelsomina Vigliotti, (nella foto) vicepresidente della BEI. “La Banca europea per gli investimenti sostiene con determinazione l’Italia, finanziando progetti che non solo proteggono le comunità, ma creano posti di lavoro e rafforzano le economie locali. Investendo oggi in strategie di adattamento climatico e offrendo servizi di consulenza gratuita alle amministrazioni pubbliche, possiamo costruire un futuro più resiliente e prospero per il Paese”.

È chiaro quindi che gli investimenti siano da considerarsi prioritari, ma anche allo stesso tempo sia necessario educare il pubblico a adottare comportamenti che prevengano e affrontino gli eventi meteorologici estremi (51%, 13 punti in più rispetto alla media UE del 38%); migliorare le infrastrutture, ad esempio realizzare migliori sistemi di drenaggio, barriere anti-inondazione, rifugi anti-tempesta o reti elettriche resilienti (47%, 8 punti sopra la media UE 39%), raffrescare le città piantando alberi lungo le strade o creando spazi verdi (41%); sono tra le soluzioni indicate per mitigare tali effetti. 

E sul fronte degli investimenti - secondo gli intervistati - almeno un terzo di essi ritiene che i costi siano attribuibili alle imprese e alle industrie che contribuiscono di più ai cambiamenti climatici; un altro terzo crede le spese dovrebbero essere ripartite in modo equo e generalizzato; il 19% sostiene che i costi dovrebbero essere sostenuti dai più abbienti tramite tasse più elevate.

 

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