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6/22/2023 | Redazione Advisor
“Negli ultimi mesi i prezzi del petrolio hanno continuato a muoversi in una fascia piuttosto stretta, con il Brent che si è attestato su una media di circa 76 dollari al barile”. Noah Barrett, research analyst for energy & utilities di Janus Henderson, spiega che “le recenti azioni dell'OPEC+, guidate dall'Arabia Saudita, hanno cercato di far salire i prezzi attraverso una serie di tagli volontari e coordinati dell'offerta”.
“Queste azioni - argomenta l’esperto - dovrebbero fornire un sostegno ai prezzi del petrolio, ma ci vorrà del tempo prima che le scorte globali riflettano questi tagli all'offerta. Inoltre, alcune fonti di approvvigionamento (in particolare Russia e Iran) si sono dimostrate più resistenti del previsto. Sul fronte della domanda, la Cina continua a essere l'area del mercato più osservata. La tanto attesa ripresa della domanda cinese ha tardato a materializzarsi, ma considero l'eventuale spinta della domanda cinese come una dinamica ‘quando’, non ‘se’”.
“Nel complesso, resto convinto che assisteremo a una costante riduzione delle scorte fino alla seconda metà del 2023 e che, in assenza di una recessione globale sincronizzata, la domanda di petrolio rimarrà sufficientemente sana da spingere i prezzi al rialzo rispetto ai livelli attuali”, conclude Barret.
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