Tempo di lettura: 5min

Una nuova ricerca di valore

8/13/2024 | Cristina Catania e Nicolò Pittiglio*

Nel futuro una leva interessante sarà rappresentata dall’integrazione delle nuove tecnologie, tra cui l’ai generativa, nell’intera catena valoriale dell’industria, dall’attività di analisi dei dati, ai processi di investimento fino alla distribuzione


In Italia, negli ultimi vent’anni l’industria del risparmio gestito ha vissuto una crescita sostenuta, passando da circa 880 miliardi di euro di masse gestite a fine 2003 a oltre 2.200 miliardi nel 2023, con un picco di 2.600 nel 2021. Un aumento di oltre il 150%, sostenuto da un contributo positivo dei flussi netti (+55% cumulato nel periodo) e soprattutto della performance delle masse (+98% cumulato nel periodo).

 

Elementi più significativi

Diversi elementi hanno caratterizzato lo sviluppo del mercato in questi vent’anni.

In primo luogo, abbiamo assistito a una rilevante evoluzione degli operatori dell’industria. Gli asset manager domestici sono cresciuti in termini dimensionali, anche grazie alle operazioni di consolidamento dei gruppi bancari, rafforzando e ampliando le proprie competenze di gestione e mantenendo allo stesso tempo una buona efficienza operativa. Gli asset manager esteri hanno rafforzato la propria presenza nel mercato italiano, crescendo soprattutto nel segmento istituzionale e raggiungendo una quota di mercato complessiva del 35%, a fronte del 5% del 2004.

Un ulteriore motore di crescita è rappresentato dall’evoluzione del modello distributivo retail, inizialmente quasi esclusivamente captive e progressivamente più incline all’apertura a terze parti, soprattutto nei segmenti di wealth management. Tale modello ha garantito un forte supporto da parte del canale bancario nella distribuzione dei prodotti di investimento, in particolare in un contesto di bassi tassi di interesse, oltre a una vicinanza al cliente retail anche durante le crisi finanziarie. In questo ambito, lo sviluppo di modelli di consulenza finanziaria rivolta alla clientela retail ha svolto un ruolo chiave, sostenuta negli ultimi anni anche dall’implementazione di strumenti digitali a supporto sia dei consulenti sia dei clienti stessi.

Nell’ultimo ventennio abbiamo inoltre assistito a una rapida crescita del comparto gestito assicurativo e pensionistico, che ha portato a uno sviluppo significativo del segmento istituzionale, che ora rappresenta il 60% delle masse gestite, rispetto al 20% del 2003.

A livello di prodotti, negli anni l’offerta è stata ampliata e continua a evolvere, pur rimanendo legata principalmente alle asset class tradizionali. Nel segmento retail particolare successo è stato riscontrato dai fondi flessibili, mentre nel segmento istituzionale abbiamo assistito da un lato alla progressiva penetrazione dei passivi nelle soluzioni di investimento e dall’altro alla ricerca di extra-rendimenti attraverso investimenti in private markets.

Infine, è utile ricordare anche l’importante ruolo dell’evoluzione normativa, che negli anni ha facilitato la distribuzione cross-border dei fondi UCITS a livello europeo, ha avvicinato gli investitori retail in modo consapevole al mondo del risparmio (MiFID) e ha iniziato a consentire loro anche l’accesso a prodotti più sofisticati (ELTIF).

 

Conquiste di sistema

Alla luce di questi fattori e considerando la traiettoria di crescita del mercato del risparmio gestito dal 2004 a oggi, possiamo affermare che la principale conquista sia stata proprio la creazione di un’industria leader a livello europeo e attrattiva nel panorama internazionale.

Il sistema italiano ha infatti dimostrato di essere resiliente nei momenti di difficoltà dei mercati, reagendo alle scorse crisi finanziarie con periodi di ripresa e crescita sostenuta: a fronte del calo delle masse del 16% tra il 2007 e il 2012, l’industria ha registrato una crescita di oltre il 160% nel decennio successivo.

Ha inoltre contribuito, anche grazie alla solida collaborazione con banche e reti di consulenza, alla progressiva penetrazione dei prodotti di risparmio gestito sulle attività finanziarie retail, che è passata da una media del 30% del 2004 al 45% di oggi. Un importante sforzo compiuto a livello di sistema, che tuttavia presenta ancora rilevanti margini di miglioramento, se pensiamo che altri Paesi europei come Francia e Regno Unito mostrano livelli ben superiori (rispettivamente 55% e 67%).

 

Sfide future

Guardando al futuro, la sfida principale per l’industria del risparmio gestito sarà quella di rafforzare il posizionamento nei confronti dei risparmiatori e degli investitori, intesi come operatori che generano valore attraverso la performance e l’advisory. Tutto ciò anche facendo leva sulle innovazioni di prodotto, rese possibili dall’applicazione di tecniche sempre più sofisticate di analisi dei dati basate su advanced analitycs e intelligenza artificiale.

Questo si renderà fondamentale in un contesto in cui la pressione sui margini di profitto in Italia, così come in Europa, potrà ulteriormente accelerare il trend registrato negli ultimi anni (-30% negli ultimi 15 anni a livello europeo), anche alla luce di ulteriori impatti derivanti da nuove regolamentazioni, Retail Investment Strategy tra tutte.

In questo contesto così sfidante, in cui sarà sempre più richiesta l’ottimizzazione dell’efficienza operativa, una buona notizia è il contributo che potrà portare la tech revolution, abbassando il ticket di investimento e il time to impact delle trasformazioni IT/ops. Una leva particolarmente interessante sarà quindi l’integrazione delle nuove tecnologie, generative AI inclusa, nell’intera catena del valore: dall’attività di analisi dei dati, ai processi di investimento e distribuzione. Se l’industria saprà mettere a scala le innovazioni digitali e tecnologiche, e integrarle nei propri processi operativi, potrà beneficiare di un recupero di efficienza ed efficacia.

Un altro elemento su cui l’industria dovrà lavorare è l’innovazione dei prodotti, ancora molto legati alle asset class tradizionali a gestione attiva, per costruire un’offerta ampia e differenziata, che soddisfi le esigenze dei clienti in ambito ESG e offra la possibilità di aumentare la quota di investimenti alternativi e di private markets.

Infine, bisognerà guardare con attenzione agli sviluppi macroeconomici futuri, che potranno portare ulteriore pressione sulla profittabilità, soprattutto degli operatori di piccole dimensioni. Questi ultimi potranno beneficiare di aggregazioni per recuperare scala ed efficienza operativa, spingendo così l’industria verso un ulteriore consolidamento.

*senior partner McKinsey & Company e senior knowledge expert McKinsey & Company
(contributo tratto dal numero 1 anno 2024 di ADVISOR) 

Condividi

Seguici sui social

Cerchi qualcosa in particolare?