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Prestiti a imprese, strategia redditizia. Intervista a Andrea Albert

8/21/2024 | Max Malandra

O’Connor Capital Solutions (UBS AM) si concentra su taglie dai 20 ai 200 milioni. Un terzo delle transazioni viene dal WM della banca. Credit Suisse porterà sviluppi importanti


Nata negli anni ’70 per il trading di opzioni e acquisita negli anni ’90 da UBS Asset Management, O’Connor Capital Solutions è ora una boutique di alternativi con 9 miliardi in gestione, che dal 2015 opera nel private credit.

“Abbiamo completato operazioni per quattro miliardi di dollari con circa 110 transazioni” precisa Andrea Albert (in foto), Head EMEA Investment Specialists di O’Connor Capital Solutions.

Il mercato globale del private credit vale oltre 2.300 miliardi di dollari e negli ultimi anni è aumentato l’interesse degli investitori soprattutto a causa delle sempre maggiori restrizioni imposte al sistema bancario in tema di prestiti. 

Il mercato europeo pesa per circa 460 miliardi di dollari: è interessante ma anche meno maturo di quello statunitense, oltre che più frammentato sia a livello Paese sia in termini di risorse, visto che ci sono molte più banche regionali che negli Usa. in ogni caso la parte europea rimane attrattivo e nella nostra strategia ha sempre avuto un peso del 10-15% ed è destinata ad aumentare”.

L’operatività di O’Connor Capital Solutions è nella concessione di prestiti a imprese. “Più in particolare ci concentriamo sui cosiddetti family owned business, sia come corporate lending sia asset financing” mette in chiaro Albert. 

“Si tratta di un mercato non coperto dai principali direct lender che si focalizzano su transazioni superiori ai 500 milioni, mentre quelle che seguiamo noi sono su size che vanno dai 20 ai 200 milioni e che in passato erano tutte coperte dalle banche. Avere a che fare con la banca privata più grande al mondo ci dà poi un grande vantaggio, dato che ormai un terzo delle transazioni vengono dal nostro wealth management”. 

Questo costituisce una forte barriera all’ingresso? “Assolutamente sì, e in tutto questo l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha aperto nuove possibilità di business visto che avremo un pool di asset ancora più importante”. 

Nel settore la competizione, che generalmente si indirizza sul prezzo dell’operazione oppure sui covenant imposti a difesa del prestito rimane quindi limitata, sia per la size relativamente ridotta delle operazioni sia per il fatto che una quota di due terzi del sourcing è “proprietario”, e quindi impossibile da replicare. 

Ci concentriamo sulla parte alta della struttura del capitale, con l’85-90% dei prestiti a tasso variabile e abbiamo un loan to value al 45-47% del book, senza dimenticare che la duration è limitata a circa 2,5 anni - dettaglia Albert - Abbiamo covenant molto rigidi perché per noi sono allarmi che ci consentono di rimettere l’operazione in carreggiata per tempo. Applichiamo spread che vanno dai 750 ai 1000 basis point, che ci permettono, guardando ai tassi di mercato attuali, un rendimento del 12-14% netto agli investitori senza utilizzo della leva finanziaria”.

E cosa succede in caso di rottura dei covenant? “Una review approfondita della situazione ed eventualmente un allungamento della duration con aumento dello spread. Infine, nel caso peggiore, il pignoramento degli asset: è successo alcune volte nel corso degli anni, ma solo in un caso tutto questo ha avuto un impatto negativo minimale sul nostro book”. Risultati che dipendono, a monte, dallo screening effettuato sulle possibili operazioni.

Su 100 transazioni che guardiamo, ci concentriamo su circa una dozzina, e di queste ne completiamo tre, mentre le altre nove spesso saltano perché applichiamo spread elevati: non vinceremo mai una transazione sul pricing, ma non è una gara alla quale ci interessa partecipare. Senza contare che ci focalizziamo solo su alcune aree geografiche: principalmente Nord America, mentre in Europa abbiamo fatto qualche transazione nel Regno Unito, Germania e più in generale nel nord del continente. Crediamo molto nell’Europa e infatti abbiamo allocato una persona per far crescere il business e - ribadisce Albert - l’operazione di Credit Suisse rappresenta un punto di sviluppo importante”  

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