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I temi traino per l'autunno, secondo Kruk (LFDE), Costa (Amundi) e Stefanini (Eurizon)

8/22/2024 | Paola Sacerdote

David Kruk di La Financière de l’Echiquier, Barbara Costa di Amundi e Filippo Stefanini di Eurizon, riuniti da ADVISOR, delineano i temi di investimento per il 2° semestre 2024


Il primo semestre del 2024 si è chiuso con un bilancio molto positivo per diverse asset class, soprattutto per i mercati azionari, trainati ancora dalle Big Tech statunitensi. 

Sarà questo un tema dominante anche nei prossimi mesi? Per rispondere a questa domanda e cercare di dare uno sguardo alle prospettive per il resto dell’anno ADVISOR ha organizzato una tavola rotonda con primari esperti del settore: David Kruk (in foto sopra) head of dealing desk di LFDE (LBP AM Group), Barbara Costa, head of fund selection Italy di Amundi e Filippo Stefanini, head of multimanager investments di Eurizon (entrambi in foto sotto).

Iniziamo dal quadro macro. In che contesto ci troviamo? Quali sono i principali indicatori economici da monitorare per valutare le opportunità di investimento nei prossimi mesi? 

“Stiamo guardando alla relazione tra la crescita economica nelle varie aree geografiche, l’inflazione nelle varie regioni e la funzione di reazione delle banche centrali a crescita e inflazione. Gli istituti dei Paesi sviluppati hanno alzato i tassi molto rapidamente e in modo abbastanza sincrono tra loro, ma adesso sono in una fase in cui stanno valutando la possibilità di allentare la politica monetaria. Tuttavia l’eccezionalismo americano, caratterizzato da crescita economica, un robusto mercato del lavoro e elevata inflazione, rende difficile per FED e BCE muoversi in sincrono, e questo ha una serie di implicazioni a livello di tassi di interesse, tassi di cambio e tensioni che si vengono a creare tra le diverse classi di attività. In sintesi quello che cerchiamo di fare è offrire sempre una lettura ai mercati, anche tenendo conto di indicatori macroeconomici, indicatori fondamentali e anche indicatori tecnici, come il positioning degli investitori”.

Una considerazione condivisa è che negli ultimi due anni i mercati sono stati in grado di digerire un gran numero di notizie negative, dal fallimento della Silicon Valley Bank, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e da ultimo l’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. 

Quali possono essere i nuovi rischi di coda nel corso del 2024? È ipotizzabile che i mercati reagiranno in maniera differente o ancora una volta dimostreranno grande resilienza?

Secondo David Kruk di La Financière de l’Echiquier il rischio maggiore oggi è che non si avveri lo scenario “Goldilocks” che il mercato si aspetta, ovvero crescita economica accompagnata da un’inflazione in rallentamento. La maggiore incognita è rappresentata dalla politica monetaria negli Stati Uniti. I mancati progressi sul tema dell’inflazione negli Stati Uniti hanno infatti rimesso in discussione le aspettative sui tagli dei tassi che erano stati anticipati all’inizio dell’anno: siamo passati da attese di sei, se non addirittura otto tagli da parte della FED, a meno di due. “La mancata concretizzazione di questo scenario ‘win win’, quindi o crescita o tagli dei tassi, è il rischio di mercato più importante, e che potrebbe portare a un ribasso. È importante tuttavia sottolineare che a oggi le previsioni di tagli dei tassi rimangono comunque solide, e ritengo che riusciremo a superare questa fase in cui serpeggiano alcuni dubbi”. 

Quanto alle possibili reazioni dei mercati di fronte alle cattive notizie, uno dei motivi di ottimismo evidenziati da Kruk è dato dall’andamento dei flussi, che continuano a mantenersi resilienti. Se da un lato nel primo trimestre 2024 sono fuoriusciti 120 miliardi di dollari dal mercato americano, sulla scorta di operazioni di buyback e OPA, dall’altro lato, grazie al rialzo dei listini da ottobre 2023, sono stati generati circa 16 trilioni di dollari di nuova ricchezza. A questo va aggiunto che gli investitori retail statunitensi in questo momento hanno otto trilioni di dollari “parcheggiati” sul money market, che potrebbero venire spostati sull’equity nel momento in cui i tassi di interesse dovessero scendere. 

“Il risultato di questa equazione è che il quadro rimane molto positivo per il mercato azionario, che rimane in grado di assorbire le problematiche presenti sul mercato, a condizione tuttavia che i tagli dei tassi non vengano spostati troppo in avanti nel tempo” avverte David Kruk di LFDE.

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Dato un simile quadro generale cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Dove risiedono le migliori opportunità di investimento? 

Le banche centrali hanno concluso un ciclo di rialzo dei tassi e questo è secondo noi il trigger che consentirà alla gestione attiva di tornare a generare rendimenti positivi interessanti” chiarisce Filippo Stefanini (in foto sopra). “Sulla parte azionaria ci aspettiamo che ci sia un maggiore tasso di partecipazione al mercato. Riteniamo quindi che nei prossimi mesi, forse anche in relazione alle elezioni presidenziali americane, possa tornare a essere interessante il tema delle small e mid cap in diverse aree geografiche, non solo in Europa e negli Stati Uniti. Nell’area asiatica stiamo seguendo molto da vicino l’impatto della debolezza dello yen sul mercato azionario giapponese, e ci aspettiamo che questo trend sia vicino al capolinea. Un rafforzamento della valuta nipponica porterebbe a una rotazione di mercato molto importante che andrebbe anche qui a favorire le aziende a piccola e media capitalizzazione”. 

“Guardando l’evoluzione delle performance dei mercati nella prima parte dell’anno, in particolare sull’azionario” osserva Barbara Costa (in foto sopra), “vediamo una prosecuzione di quello che è stato il trend dell’anno scorso, quindi un interesse prevalente per le società grandi capitalizzazione, seppure con un lieve affievolimento nel corso del mese di marzo, e dove comunque i settori con un’anima più value oriented, come finanziari ed energetici, complici anche le problematiche geopolitiche, hanno performato bene”. 

“Tuttavia mentre nel 2023 il divario tra i titoli growth e i titoli value dell’indice Morgan Stanley World era davvero molto ampio, nella prima parte del 2024, la sovraperformance dei titoli ad alta crescita è stata minore, e questo è un elemento di buon auspicio sia per i gestori attivi che per chi deve selezionare gestori attivi” puntualizza.
La fund selector condivide la view positiva di Stefanini sulle small e mid cap, che finora sono rimaste un po’ al palo, ma in generale rimane cruciale il tema dei tassi. “È vero che l’attesa è per un ribasso, magari più ritardato nel tempo, però quello potrebbe essere il vero game changer”. 

Allargando lo sguardo alle prospettive sui grandi temi di lungo termine, dalla transizione energetica alla digitalizzazione, Barbara Costa ritiene che a guidare sarà la tecnologia, soprattutto  ciò che è legato all’Intelligenza Artificiale, seppur ugualmente potremmo assistere a un recupero dei comparti legati all’ambiente e alla decarbonizzazione, dopo un 2023 all’insegna della debolezza. “Ricordiamoci però che anche questo settore è condizionato dall’andamento dei tassi” avverte. 

Anche Kruk è d’accordo nel ritenere che il settore delle small e mid cap, che ha sottoperformato il mercato negli ultimi due o tre anni, sia un’industria che oggi deve tornare a crescere, e più in generale ribadisce che sarà fondamentale seguire le politiche monetarie delle banche centrali. 

In conclusione, secondo i tre esperti coinvolti, dopo un biennio in cui il tema dominante sui mercati è stato quello della “concentrazione”, nei prossimi mesi potremmo assistere ad un riequilibrio delle forze in campo.

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