Limitati effetti dalla riapertura della Cina
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Limitati effetti dalla riapertura della Cina
di Advisor Professional
La News
Sarà il settore dei servizi a sostenere la ripresa cinese dopo la fine del biennio di restrizioni anti-covid. Tuttavia, la ripresa dei consumi potrebbe essere più lenta che nelle economie avanzate, visto che “le famiglie cinesi non sembrano disporre di un'enorme riserva di risparmi a cui attingere per finanziare un periodo prolungato di consumi sfrenati”, come evidenzia David Rees, senior emerging markets economist di Schroders.
“Sebbene il tasso di risparmio cinese sia leggermente aumentato, il sostegno fiscale si è concentrato sull'aiuto al lato dell'offerta dell'economia piuttosto che sui trasferimenti diretti alle famiglie, come è avvenuto, ad esempio, negli Stati Uniti”.
“Il nostro scenario di base per la Cina prevede ora tre trimestri consecutivi di crescita superiore al trend e per questo abbiamo alzato la nostra previsione di crescita del Pil dal +5% al +6,2%. Tuttavia” sottolinea Rees “l’euforia probabilmente svanirà con l'esaurirsi della domanda repressa e dei risparmi e l'attenuarsi delle forze cicliche. Per questo, riteniamo che la crescita del Pil si ridurrà al 4,5% nel 2024”.
“Le ricadute positive della ripartenza della Cina per le altre economie potrebbero essere piuttosto limitate” prosegue l’economista. “Le economie asiatiche potrebbero beneficiarne: il ritorno dei turisti cinesi darà impulso ad altre zone dell'Asia, anche se probabilmente si tratterà di piccole economie asiatiche che rappresentano solo una piccola frazione del Pil mondiale”.
I Paesi europei che esportano beni in Cina invece potrebbero non trarne vantaggio come in passato. Il rilancio dell’economia cinese non sembra mettere al centro il settore manifatturiero come in passato e appare improbabile un aumento degli investimenti stranieri in Cina in un momento in cui le pressioni geopolitiche spingono verso la diversificazione della catena di approvvigionamento.
“Gli esportatori di materie prime potrebbero ricevere un certo sostegno in caso di rialzo dei prezzi, ma questa volta il copione potrebbe essere diverso” secondo l’economista di Schroders. “Mentre in passato la ripresa trainata dall'edilizia ha sostenuto i prezzi dei metalli industriali, avvantaggiando Paesi esportatori come l'America Latina e l'Africa, una ripresa dei servizi potrebbe sostenere maggiormente il settore energetico. Ciò potrebbe riaccendere l'inflazione globale, rimettendo sotto pressione i redditi reali e lasciando meno spazio alle banche centrali per abbassare i tassi di interesse nel 2024. Alcuni mercati emergenti potrebbero prosperare in un contesto di aumento dei prezzi del petrolio, ma la maggior parte di essi si troverà ad affrontare un periodo di crescita lenta a causa dell'aumento dei tassi di interesse e della debolezza della domanda esterna”.
“La riapertura della Cina non porterà pertanto grandi benefici all'economia globale” ribadisce David Rees. “Se abbiamo rivisto al rialzo le nostre aspettative di crescita per Stati Uniti ed Eurozona per quest'anno, i miglioramenti sono infatti dovuti a fattori interni piuttosto che alla spinta proveniente dalla Cina”.

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