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Buffa (AcomeA SGR): negli emergenti guardiamo a Cina e Brasile

3/7/2024 | Marcella Persola

Il senior fund manager della società di gestione ha analizzato le implicazioni delle elezioni sull'area emergente indicando quali sono le prospettive di crescita


Cina e Brasile si possono considerare i paesi più interessanti dell'area emergente, nonostante il primo sia sotto i riflettori degli investitori. Ne è convinto Giovanni Buffa (nella foto), senior fund manager, AcomeA SGR, recentemente insignito del premio "Miglior Fund Manager dell'Anno” al RankiaPro Awards proprio per la sua expertise nell'ambito emergente. 

Come si presentano oggi le valutazioni dei mercati emergenti? Sono interessanti?
Parlare di valutazioni è sempre un argomento un po’ spinoso. Partiamo dai numeri: a oggi l’indice Msci Emerging Markets tratta a circa 15 volte gli utili, livello in linea rispetto alla media degli ultimi 15 anni. L’analisi non cambia se si usano gli utili passati o la stima degli utili futuri o altre metriche. Con una crescita degli utili stimata nel 2024 proprio del 15% i mercati emergenti non apparirebbero quindi né particolarmente convenienti né particolarmente cari. Questa analisi, tuttavia, è inficiata dal fatto che, quando si parla di paesi emergenti, in realtà si parla di oltre 20 paesi con caratteristiche e dinamiche molto eterogenee. All’interno dell’universo emergente troviamo infatti mercati molto cari come l’India (28x gli utili) e Taiwan (20x gli utili) e mercati molto a sconto come quello cinese (10x gli utili) e quello brasiliano (8.2x gli utili). A questo va però aggiunto che le valutazioni raccontano solo una parte della storia - l’altra è la crescita attesa implicita nei prezzi - e che ciascun indice ha pesi settoriali diversi che rende ingannevole la semplice comparazione dei multipli.  Riteniamo comunque che nella situazione congiunturale attuale l’asset class offra notevoli opportunità di investimento. 

Quali saranno i driver di crescita che contribuiranno a trainare gli investimenti in quest'area?
Il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui le banche centrali occidentali adotteranno una politica monetaria più accomodante. I mercati emergenti sono storicamente correlati negativamente con l’andamento del dollaro americano e un eventuale indebolimento dello stesso dovrebbe avere un effetto positivo sia sui mercati sia sulle valute. Un taglio dei tassi consentirebbe inoltre alle banche centrali emergenti di allentare a loro volta la stretta monetaria, come sta già facendo il Brasile, per esempio, con effetti benefici sulle economie reali. Nei prossimi anni poi il divario di crescita tra paesi emergenti e paesi sviluppati si allargherà e quindi l’interesse da parte degli investitori dovrebbe aumentare. Oggi molte aziende emergenti sono leader nei settori considerati ad alto potenziale - come la transizione energetica, i semiconduttori, le auto elettriche - e parte integrante della catena produttiva mondiale che li rendono investimenti molto interessanti. Con una view di medio periodo, poi, i fondamentali di crescita di queste economie - demografia, investimenti e produttività - rimangono solidi e dovrebbero dare un ulteriore impulso alle borse.

Nell’anno delle elezioni, diversi paesi emergenti sono coinvolti in tornate elettorali. Dove vedremo e quali saranno gli impatti più importanti? 
Oltre alle elezioni negli Stati Uniti, il 2024 sarà un importante anno elettorale per molti paesi emergenti. In India il premier Modi sembra avviato verso il terzo mandato, un record, e le borse stanno scontando questo scenario con l’opposizione che non sembra poter scalfire in questo momento la sua popolarità. Il rischio, a livello di mercato, per le elezioni di maggio è che la maggioranza del partito Bjp possa essere inferiore a quella attuale. La prosecuzione del governo Modi sarebbe indubbiamente positiva per il paese che continuerebbe il suo percorso di riforme, ma parte di questo ottimismo sembra già essere riflesso nei prezzi. Molto più incerte, invece, sono le elezioni in Sud Africa dove l’African National Congress (ANC), che fino a pochi anni fa vantava oltre il 60% dei consensi, ha visto il supporto popolare crollare a causa di continui scandali legati alla corruzione, alla povertà in costante crescita, alla crisi elettrica che continua a flagellare il paese e a un tasso di disoccupazione in continua ascesa. L’opposizione, tuttavia, appare frammentata e lo scenario più probabile, in questo momento, è quella di un governo di coalizione. Con chi l’Anc deciderà di formare il governo sarà di fondamentale importanza per il futuro del paese e non è escluso che questa in fondo possa essere una buona notizia per il Sud Africa. Molto interessanti e da seguire saranno anche le elezioni generali in Messico e quelle legislative in Sud Corea che potrebbero portare a politiche e governi più market friendly verso gli investitori.

Alla luce di ciò dove guardate in quest'area? Quali paesi? 
In questo momento siamo focalizzati su due mercati. Il primo è la Cina, che è sotto i riflettori di tutti gli investitori. L’argomento è molto controverso perché il paese, come tutti sappiamo, sta affrontando un momento difficile con l’economia che stenta a ripartire dopo la fine del lockdown e con tensioni geopolitiche che non aiutano di certo il sentiment. Il paese, in questo momento, soffre di una mancanza di fiducia da parte di tutti gli attori economici: consumatori che spendono di meno, aziende che non investono e investitori demoralizzati che vendono in borsa. La crisi del settore immobiliare, che non accenna ad arrestarsi, e lo spauracchio di una spirale deflattiva completano un quadro tutt’altro che roseo. D’altro canto, il positioning degli investitori è in questo momento bassissimo, il pessimismo è dilagante e le valutazioni sono ai minimi storici nonostante gli analisti stimino una crescita degli utili per il 2024 del 12%. La Cina rimane pur sempre la seconda economia globale con il Pil di 17,5 trilioni di dollari e nel 2024, nonostante tutte le difficoltà, dovrebbe crescere almeno del 4%.  Quello che i cinesi hanno dimostrato con la fine della Zero Covid Policy è di essere estremamente pragmatici quando capiscono di essere entrati in un vicolo cieco. I dati delle trimestrali, pur essendo tutto sommato buoni, segnalano ancora estrema cautela da parte delle aziende in termini di prospettive per il proseguo dell’anno. Stiamo cominciando a vedere i primi segnali di miglioramento nelle tendenze dei consumi e ci aspettiamo azioni più decisive da parte del governo e della banca centrale nel 2024 volti a stabilizzare l’economia e a far ritornare l’ottimismo nel paese. L’altro mercato interessante è il Brasile che tratta a multipli molto contenuti. Il paese è stato penalizzato, da inizio anno, principalmente dai flussi di investimento esteri che hanno lasciato il paese sui timori che il ciclo di tagli dei tassi della Fed possa essere posticipato. Dal punto di vista fondamentale, tuttavia, l’economia brasiliana si è mostrata molto resilente con la crescita che ha stupito al rialzo nonostante una politica monetaria ancora molto restrittiva. In un’ottica di allentamento della stretta monetaria americana, il paese e la valuta offrono un notevole upside.  

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