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11/4/2024 | Redazione ADVISOR
“Con l'acquisto della boutique indipendente specializzata nell'investment banking e nel corporate advisory mettiamo ancora di più al centro la relazione col cliente in un rapporto di lungo termine, coprendo a 360 gradi tutta la catena del valore e le esigenze dell'imprenditore e dell'impresa. L'operazione, a un prezzo di 3,04 euro per azione comprensivi di un premio del 24% sulla media del titolo degli ultimi 3 mesi, apre la strada a un nuovo piano strategico triennale, che verrà presentato alla comunità finanziaria la prossima primavera con l'obiettivo di abbracciare anche nuovi segmenti di mercato e linee di business aggiuntive”. Lo spiega Marco Bernardi (in foto), vicedirettore di Banca Generali, con un’intervista a QN che riportiamo di seguito.
Quali altre alleanze avete in essere?
“Il nostro approccio globale ci ha portato a creare un ecosistema di servizi finanziari aperto al confronto con le best practice internazionali e capace di stimolare un dialogo che persegue e rafforza le potenzialità dei nostri servizi, stimolandone la visione sostenibile. Cito per esempio la partnership con Ir Top, boutique finanziaria con sede a Milano specializzata nella consulenza direzionale per i Capital Markets, che oltre ad affiancare gli imprenditori in tutte le attività sul mercato dei capitali sia lato equity (quotazione sul segmento Egm di Borsa italiana) sia lato debito (emissione strumenti obbligazionari), ha una significativa expertise sulla progettazione, attuazione e rendicontazione di percorsi di sostenibilità aziendale per le imprese. Grazie a questo sistema di partnership in architettura aperta la private bank può ora coprire l'intera catena del valore e affiancare con i giusti strumenti e know how sia le Pmi a piccola capitalizzazione che quelle a più elevata capitalizzazione e tutte le esigenze che portano con sé”.
E il consulente finanziario che ruolo gioca in questo nuovo paradigma?
“Vogliamo entrare in una nuova fase del concetto di protezione patrimoniale. Il nostro segreto è sempre stata la capacità di costruire relazioni molto forti, di lungo periodo, tra il banker e il cliente di riferimento basate sulla fiducia e sulla progettualità. L'imprenditore ha bisogno di essere accompagnato, in una logica di protezione, anche nel ragionare in modo più ampio sull'azienda. Internalizzare le competenze in questo ambito ci porta a un livello superiore di consulenza allargata, globale. La chiave è il rapporto di lunga data. Il limite di alcuni operatori nel capital market è il mordi e fuggi: manca l'idea di dare una continuità alla relazione che è invece il concetto su cui facciamo leva, persone di fiducia, a fianco del cliente, nel lungo periodo. Questa dinamica è ancora più rilevante nel momento di affrontare scelte di governance, di passaggio generazionale e di innovazione. E internalizzare alcune capabilities rende il progetto più credibile".
L'approccio caratterizza sia il mercato italiano che quello svizzero dove la banca è approdata di recente con una nuova licenza, non è così?
“Esattamente. Si tratta della prima licenza concessa a una realtà italiana da 15 anni a questa parte, tra l'altro in una fase in cui il mercato svizzero presenta nuove opportunità. Con il lancio di Bg Suisse Private Bank ha preso il via un progetto ambizioso chiamato Bg International. Si tratta di un modello di servizio unico e inedito nel panorama della consulenza tra Italia e Svizzera che parte dal concetto di multi-booking, permettendo ai clienti italiani che già detengono patrimoni nella Confederazione di essere seguiti da un unico banker di fiducia su entrambi i lati del confine".
Che cosa comporta nel concreto?
“Questo servizio permette ai clienti di avvalersi del proprio banker in Italia anche per le masse detenute in Svizzera, in assoluta comodità e trasparenza. Un vantaggio soprattutto sul fronte del servizio alla clientela, che così può appoggiarsi a un punto di riferimento unico e di fiducia, già informato sulla sua storia, sulle sue esigenze e in grado di intercettare anche i nuovi bisogni. Un servizio a vantaggio dei clienti e dei banker, che possono monitorare comodamente dall'Italia i portafogli complessivi, comprensivi anche degli asset in Ticino. Un bacino, quello degli asset custoditi in Svizzera ma afferenti a clienti italiani, stimato in 80 miliardi di euro. Per questo nei prossimi mesi contiamo di continuare a ingrandire il team dei nostri banker svizzeri e di investire sul territorio elvetico”.
Quali sono i nuovi pillar di crescita per la rete di Banca Generali?
“Negli ultimi 10 anni abbiamo triplicato la nostra dimensione in termini di masse, fatto che rende l'idea di quanto sia cresciuta complessivamente la banca. Ad oggi abbiamo superato i 100 miliardi di masse e contiamo su un totale di 53 filiali bancarie, 180 uffici e 2.315 consulenti finanziari. L'obiettivo è crescere ancora, abbiamo in programma l'apertura di nuove filiali per essere vicini al territorio in un momento in cui le banche commerciali stanno invece chiudendo sportelli”.
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