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Casse di previdenza: meno immobili e più fondi nei loro portafogli

10/29/2024 | Marcella Persola

È quanto emerge dal nuovo rapporto di Covip relativo agli investimenti delle casse previdenziali operative in Italia nel 2023.


Meno immobili e più fondi nelle Casse di previdenza italiane. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Covip relativo agli investimenti delle casse previdenziali operative in Italia nel 2023.

Secondo il rapporto dell'authority alla fine del 2023, l’attivo totale a valore di mercato delle casse di previdenza è stato di 114,1 miliardi di euro rispetto ai 103,8 miliardi del 2022, il 9,9 per cento in più. Negli ultimi dieci anni la dimensione del settore è cresciuta di 48,4 miliardi, pari in media al 5,7 per cento su base annua; sullo stesso orizzonte temporale è aumentato anche il corrispondente peso rispetto al PIL, salito dal 4 al 5,4 per cento.

Tra le singole casse di previdenza si registrano differenze anche ampie nelle attività e nelle rispettive dinamiche di crescita. Tra le 5 casse di maggiori dimensioni, figura anche quella di riferimento dei consulenti finanziari ossia Enasarco che fa capo all'8,3% dell'attivo totale. 

Per quanto riguarda la redditività degli investimenti, sulla base dei dati segnalati dalle casse nel 2023 il risultato netto prodotto dalla gestione mobiliare e immobiliare è stato positivo per 6,8 miliardi di euro, risentendo dell’andamento favorevole dei mercati finanziari. A tale risultato in valore assoluto corrisponde una redditività degli investimenti in termini percentuali, misurata dalla COVIP secondo una metodologia standardizzata che viene impiegata ormai da alcuni anni, pari in media al 7,1 per cento. Su orizzonti temporali pluriennali, il rendimento medio annuo composto è pari al 3,2 per cento sul periodo quinquennale e al 2,8 per cento su quello decennale.

DOVE INVESTONO LE CASSE

Alla fine del 2023 l’attivo totale delle casse di previdenza a valori di mercato è stato di 114,1 miliardi di euro, in aumento del 9,9% rispetto ai 10,3 miliardi rispetto all’anno. 

I titoli di debito ammontano a 24,2 miliardi di euro, con una crescita di circa 3,8 miliardi rispetto al 2022; aumentano i titoli di Stato di circa 3,8 miliardi per un controvalore di 19,2 miliardi a fine 2023 mentre rimangono stabili gli altri titoli di debito pari a 5 miliardi. 

I titoli di capitale sono 9,6 miliardi di euro, in aumento di 1,8 miliardi rispetto al 2022; l’incremento è quasi interamente dovuto ai titoli quotati, passati da 5,5 a 7,2 miliardi. 

Il controvalore delle quote di OICR è pari a 60,1 miliardi di euro. L’aumento di 4,9 miliardi rispetto al 2022 è dipeso per 2,9 miliardi dalla crescita delle quote di OICVM, passate da 30,2 a 33,1 miliardi, a cui si aggiunge l’aumento di circa 2 miliardi degli altri OICR, saliti da 25 a 27 miliardi. In quest’ultimo caso, i fondi mobiliari di private equity e private debt segnano un incremento complessivo di 950 milioni, passando da 5,2 a 6,1 miliardi di euro. 

Aumentano anche i fondi immobiliari e quelli dedicati alle infrastrutture, rispettivamente, da 15,2 a 15,6 miliardi e da 2,9 a 3,6 miliardi.

Tenendo conto degli attivi detenuti direttamente e di quelli sottostanti gli OICVM detenuti, risulta che alla fine del 2023: 

  • gli investimenti immobiliari, 18,8 miliardi di euro (18,5 nel 2022), continuano a scendere in percentuale dell’attivo (16,5 contro 17,8 per cento); tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 14,7 al 13,7 per cento) e prosegue la discesa del peso degli immobili di proprietà (dal 2,6 al 2,3 per cento); 
  • gli investimenti obbligazionari, 43,2 miliardi (37,5 nel 2022), formano il 37,9 per cento dell’attivo, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al 2022; tra le diverse componenti, aumentano soprattutto i titoli detenuti direttamente (dal 19,6 al 21,2 per cento) e, in misura inferiore, quelli sottostanti gli OICVM (dal 16,5 al 16,7 per cento); 
  • gli investimenti azionari, 21,6 miliardi di euro (18,1 nel 2022), costituiscono il 18,9 per cento dell’attivo, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 2022; l’incremento riguarda sia i titoli detenuti direttamente (dal 7,5 all’8,4 per cento) sia quelli sottostanti gli OICVM (dal 9,9 al 10,5 per cento).
  • se allarghiamo l'orizzonte all’ultimo quinquennio, l’evoluzione delle quote delle singole classi di attivo sul totale mostra: 
  • la riduzione degli investimenti immobiliari. Questi ultimi, comprensivi anche delle quote di fondi immobiliari, sono passati dal 20,8 per cento del 2019 al 16,5 del 2023 ancorché, in valore assoluto, il totale complessivo resti rilevante (18,8 miliardi di euro rispetto ai 19,9 del 2019); 
  • l’aumento dei titoli di Stato, dal 15,8 per cento del 2019 al 16,8 del 2023; è invece scesa la quota degli altri titoli di debito dal 5,6 al 4,4 per cento; 
  • la sostanziale stabilità dei titoli di capitale, pari all’8,4 per cento; 
  • l’aumento ragguardevole delle quote di OICR che, considerate al netto dei fondi immobiliari, salgono dal 33,6 per cento del 2019 al 39 del 2023; al loro interno, aumenta sia la componente formata dalle quote di OICVM, dal 28 al 29 per cento, sia quella costituita dalle quote degli altri OICR (di tipo mobiliare), cresciuta dal 5,6 per cento del 2019 al 10 del 2023.

In particolare gli OICR diversi dagli OICVM ammontano a 27 miliardi di euro, il 23,7 per cento delle attività totali; per essi sussistono inoltre 7,9 miliardi di euro di residui impegni di sottoscrizione. 

I fondi immobiliari totalizzano 15,6 miliardi (57,9 per cento del totale). I fondi diversi da quelli immobiliari ammontano a 11,4 miliardi (42,1 per cento). Il 77,7 per cento fa capo a fondi di tipo chiuso e il 74,8 a fondi di diritto estero. Sotto il profilo della tipologia, tali fondi sono costituiti per il 39,9 per cento del totale da fondi di private equity, per il 14,1 per cento da fondi di private debt e per il 32 per cento da fondi che investono in infrastrutture; il residuo è costituito da fondi di altre categorie.

Guardando alle altre attività detenute emergono: depositi per 6,5 miliardi di euro (5,7 per cento del totale, in diminuzione rispetto al 6,6 per cento del 2022); polizze assicurative per 539 milioni (0,5 per cento), per quasi la totalità afferenti al ramo V; altre attività per 9,9 miliardi (8,8 per cento), di cui 8,8 miliardi rappresentativi di crediti di natura contributiva (7,7 per cento). 

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