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1/20/2025 | Redazione ADVISOR
Con l'insediamento di Donald Trump, gli investitori devono prestare attenzione a quali delle promesse fatte in campagna elettorale diventeranno una priorità politica. Ciò avrà implicazioni per l'economia, così come per il mercato azionario e obbligazionario. Vediamo quali sono le previsioni dei gestori su economia e mercati USA.
George Brown, senior US economist di Schroders, ricorda che “a inizio 2024 molti investitori temevano una recessione negli Stati Uniti, che però non si è verificata. Con l’avvio del 2025, continuiamo a ritenere che le aspettative del mercato per l'economia statunitense siano troppo pessimistiche. I consumi sono in buona salute e, con il mercato del lavoro che si raffredda anziché crollare, la spesa delle famiglie dovrebbe continuare a trainare la crescita. I numeri del Pil statunitense per il terzo trimestre 2024 sono stati rivisti al rialzo e il quarto trimestre sembra essere stato piuttosto solido in termini di crescita”.
Il team degli economisti di Schroders prevede una crescita del Pil statunitense del 2,5% per il 2025, con un'accelerazione al 2,7% nel 2026. L'inflazione dovrebbe rimanere più alta di quanto ipotizzato in precedenza e la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi una volta nel 2025 prima di aumentarli nel 2026.
Julian Howard, chief multi-asset investment strategist di GAM, spiega che “la forza relativa degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda l'economia che le società quotate, domina le prospettive. L'economia dovrebbe guidare gli utili aziendali, in particolare nei titoli a media capitalizzazione. Nel frattempo, il mercato azionario statunitense dovrebbe continuare a beneficiare dell'ulteriore spinta della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Da questo punto di vista, il mondo al di là dell'America rimane relativamente poco attraente. Tuttavia, ci sono due rischi per il mantenimento della posizione dominante degli Stati Uniti. Il primo è l'inflazione. Di recente è già stato immesso molto denaro nell'economia sotto forma dei programmi di stimolo dell'amministrazione Biden. Questi hanno contribuito all'inflazione dal 2022 in poi. Ma ora, con la nuova amministrazione Trump, il presumibile rinnovo dei tagli fiscali in scadenza nel 2025 potrebbe gettare benzina sul fuoco. Anche i drastici dazi, se imposti, vedrebbero sicuramente un aumento del prezzo dei beni di consumo importati promessa elettorale di rimpatriare “milioni” di immigrati illegali potrebbe avere conseguenze inflazionistiche”.
Giacomo Calef, country-head di NS Partners, sottolinea come “le incertezze legate al secondo mandato di Donald Trump e alla geopolitica rimangono importanti. Se la nuova amministrazione implementerà tariffe mirate e un moderato allentamento fiscale, questo potrebbe portare benefici all'economia statunitense. Ma i rischi di coda associati a politiche commerciali e di immigrazione più estreme non possono essere ignorati. Nel 2025, i mercati azionari globali potrebbero affrontare un ambiente caratterizzato da diversi contrasti. Il disaccoppiamento dei percorsi delle banche centrali, il progresso disomogeneo nella disinflazione e l'innovazione tecnologica continueranno probabilmente a guidare la divergenza dei cicli economici globali. L'aumento dell'incertezza geopolitica e l'evoluzione delle agende politiche dei governi potrebbero introdurre una complessità insolita nelle prospettive del mercato azionario. Alla luce di questi fattori, la performance azioni statunitensi potrebbe persistere anche nel 2025, con quest’ultime preferite rispetto ai mercati azionari dell’'area euro e ai mercati emergenti. Gli Stati Uniti potrebbero continuare a essere il motore della crescita globale con il ciclo economico in espansione, un mercato del lavoro sano, un ampliamento della spesa in conto capitale legata all'IA e la prospettiva di mercati dei capitali e attività di M&A robuste. Tuttavia, è importante notare che gli indici azionari americani hanno mostrato una significativa polarizzazione dei rendimenti, trainati principalmente da un ristretto gruppo di titoli tecnologici noti come i "Magnifici 7" (Apple, Microsoft, Amazon, Meta, Nvidia, Alphabet e Tesla)”.
Andreas Nigg, deputy head prime equities di J. Safra Sarasin, rileva che “sembra che l'unico avversario che Trump non possa battere sia rappresentato dai bond vigilantes. Il termine, che risale agli anni '80, si riferisce agli investitori in debito che cercano di imporre disciplina fiscale ai governi che considerano imprudenti. Un esempio recente è il Regno Unito nel 2022, quando i bond vigilantes hanno innescato un selloff, che ha costretto il governo a un'inversione di rotta sul suo piano di riduzione delle tasse e di aumento dei prestiti nonostante le finanze pubbliche sotto pressione. Questa volta potrebbero diventare un potente elemento di controllo sull'agenda della nuova amministrazione statunitense. Qualsiasi segnale di ritorno dell'inflazione, di spesa incauta o di surriscaldamento dell'economia porterebbe a un aumento dei tassi di interesse sulla parte lunga della curva. Questo, a sua volta, sarebbe negativo per i mercati azionari. In fin dei conti, Trump vuole mercati azionari floridi perché li considera un barometro del suo successo. In definitiva, i bond vigilantes avranno ancora il sopravvento”.
Lizzy Galbraith, political economist di abrdn, si aspetta che “Trump ripristini almeno alcuni dazi verso la Cina al livello implementato durante il suo primo mandato come primo passo immediato, e da lì potrebbe esserci un aumento costante. Potrebbe anche avviare indagini commerciali ai sensi della Section 301 nei confronti di Messico, Canada e UE, il che sarebbe un precursore dell'aumento dei dazi.In definitiva, le nostre previsioni di base sugli scambi commerciali prevedono un aumento significativo dei dazi nei confronti della Cina, ma un approccio più mirato per settore e prodotto con gli altri Paesi, evitando una tariffa di base globale. Ma un uso più espansivo dei poteri di emergenza relativi al commercio, compresa l'invocazione dell'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), potrebbe indicare che la politica commerciale si sta avvicinando al nostro scenario di ‘Trump scatenato’”.
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