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La crisi francese non contagerà il resto d’Europa

12/6/2024 | Redazione ADVISOR

Leopoldo Torralba di Arcano Research: “In un simile contesto di incertezza, il tasso del decennale francese potrebbe rimanere elevato per diverso tempo, erodendo la fiducia del mercato e quindi penalizzando l’economia”


“Dopo la mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro francese Michel Barnier, si è aperto un periodo di incertezza politica che si innesta in un contesto economico già messo a dura prova dalla debolezza nel settore manifatturiero e dei servizi”. Leopoldo Torralba, senior economist di Arcano Research, spiega che “Barnier lascia dopo aver cercato di forzare l’approvazione della nuova legge finanziaria per il 2025 senza passare dal Parlamento vista l’opposizione dell’estrema destra e della estrema sinistra ai tagli dei costi e all’aumento delle imposte cruciali per soddisfare le richieste della Commissione Europea in tema di riduzione del deficit pubblico”.

Cosa accadrà adesso alla politica e all’economia francese e all’Europa? Il manager si “aspetta che l’incertezza politica e quindi economica resteranno. In Francia dovrà essere nominato un nuovo ministro incaricato di convincere almeno una delle due parti all’opposizione ad approvare la Finanziaria. In caso contrario anche il nuovo primo ministro sarà costretto a lasciare. In un simile contesto di incertezza, il tasso del decennale francese potrebbe rimanere elevato per diverso tempo, erodendo la fiducia del mercato e quindi penalizzando l’economia.  Il rendimento del 10 anni francese si attesta attualmente intorno al 3%, un livello che riteniamo accettabile sulla base di un’argomentazione economica di lungo periodo: se infatti è vero che il differenziale di rendimento con il Bund tedesco è storicamente alto – 0,85% rispetto ad una media ventennale vicina allo 0,30% - il Bund tratta al momento su livelli più bassi di quelli che reputeremmo sostenibili”.

“L’incertezza - prevede l’esperto - potrebbe mantenere il tasso del decennale francese su livelli superiori al 3% per diverso tempo, anche se non ci aspettiamo che raggiunga livelli troppo elevati o per un periodo prolungato: se questo dovesse accadere, infatti, i politici francesi inizierebbero a temere l’esplosione di una crisi finanziaria e questo avrebbe l’effetto di incentivare i partiti all’opposizione ad approvare la finanziaria per non essere additati come responsabili”.

“Di conseguenza - conclude Torralba - non ci aspettiamo che la crisi politica francese possa innescare un più ampia e seria crisi nel resto dell’Europa”.

 

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