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L’obbligazionario è da Buy and Hold

7/12/2024 | Max Malandra

Bruno Rovelli (BlackRock Italia) illustra nel Midyear Global Outlook 2024 la view sulle principali asset class. Nell’azionario sovrappeso su Tech, Gran Bretagna e Giappone.


I mercati azionari si sono comportati meglio rispetto alle aspettative di inizio anno, con risultati superiori a quelli medi che si registrano solitamente. Mercati guidati da pochi settori che pesano molto (fenomeno che vale anche a livello di aree geografiche) rendono di fatto sottoperformanti tutti gli altri comparti e gli indici globali come l’Msci World.

“Questa configurazione riflette l’elevata concentrazione che si ritrova nei mercati azionari e che rende difficile far bene a molte strategie attive, ma anche i vincoli UCITS non aiutano in questa ricerca di rendimento sull’azionario”, mette in chiaro Bruno Rovelli, Managing Director e Chief Investment Strategist di BlackRock Italia. “Anche l’oro ha fatto molto bene, nonostante tassi di interesse reali elevati e l’atteggiamento risk ok dei mercati finanziari, e continua a mantenere una correlazione limitata con la direzionalità dei mercati azionari e dell’ambiente macroeconomico. L’andamento per noi resta guidato dalla diversificazione delle riserve valutarie delle banche centrali soprattutto dei Paesi emergenti. L’energia ha fatto bene quest’anno e il petrolio anche meglio, come da aspettative, mentre gli emergenti sono stati soffocati soprattutto dalla Cina. 

Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, non ci aspettiamo grande direzionalità: per noi sono mercati prevalentemente da Buy and Hold”. 

La Cina rimane anche quest’anno un tema di sottoperformance? “La Cina ha problema non di crescita ma di deflazione e incertezza internazionale. Un eccesso di capacità che rende impossibile un pricing power e potenziali dazi che potrebbero colpire le esportazioni. Però, guardando ai dati del Pil, secondo noi è possibile una crescita sopra il target del 5%”. 

E a che punto siamo del ciclo economico? “Il punto di partenza è una crescita più bassa, un’inflazione più alta e anche tassi più alti con un rapporto debito/pil più elevato. A questo punto dobbiamo anche pensare alle Megaforze in azione che influenzano mercati nei prossimi anni. La corsa alla AI; la transizione low carbon; la riconfigurazione delle catene distributive. Tutte queste portano a un aumento degli investimenti. La magnitudine degli investimenti che caratterizza le prime due sarà almeno pari alle maggiori trasformazioni che comporterà, ma con tempi più brevi rispetto a quanto successo in passato: non 30-50 anni, ma 15-20 anni a nostro giudizio”.

Dove andranno gli investimenti allora? “C’è una diffusa domanda di investimento per tutte e tre le megaforze; a queste si aggiunge poi la Difesa. Il tutto si scontra con un mondo che risparmia di meno e questa configurazione è diversa dal periodo precedente in cui avevamo registrato il massimo risparmio”.

C’è una bolla sull’azionario? “Lo S&P500 guida i mercati globali, ma al momento la performance a nostro giudizio è guidata da utili più forti che nel resto del mondo. Una crescita dei profitti guidata peraltro proprio dalle società che gravitano nel mondo dell’intelligenza artificiale. Per questo c’è una divergenza potente tra il tech e il resto del mercato. dal nostro punto di vista ora abbiamo fatto un upgrade sulla Gran Bretagna: l’incertezza politica scende, la maggioranza è forte, e intravediamo miglioramenti su temi di confronto con l’UE o l’immigrazione. Ora il mercato è molto cheap, le multinazionali del Ftse 100 sono a sconto. Anche il Giappone per noi vale il 5% negli indici globali ma unhedged è al 10%. Il Paese è uscito strutturalmente forte dalla deflazione e ha migliorato il rendimento sul capitale investito”.

E sul reddito fisso? “La capacità di ridurre i tassi è limitata. L’idea di fondo è la qualità dei bond, più in Europa che negli Usa, con i rating BB e B nell’High Yield. Le società BB hanno bilanci solidi e quindi i tassi alti colpiscono relativamente, mentre quelle CCC sono più deboli e gli spread si stanno alzando. I corporate IG sono ok nella parte breve della curva. Meglio l’Europa che ha una duration di 4 anni contro i quasi 8 negli Usa. Siamo infine neutrali sul debito emergente”.

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