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Investitori istituzionali, sale la propensione al rischio

10/10/2024 | Redazione ADVISOR

Dwyfor Evans (State Street Global Markets): “I trend più evidente registrato verso la fine di settembre è il passaggio più pronunciato dalla liquidità alle azioni”


State Street Global Markets ha pubblicato oggi i risultati degli State Street Institutional Investor Indicators relativi al mese di settembre. L’indice di propensione al rischio di State Street è salito a quota 0.27 a fine settembre, invertendo la debolezza registrata a metà mese nell’assunzione di rischio, a seguito di una serie di annunci di politica monetaria favorevoli.

“Come il mese di agosto, anche settembre si è concluso con un ritorno degli investitori verso gli asset di rischio. Consideratelo come un “September Smile”: un forte inizio del mese per l’assunzione di rischio, seguito da una fase più difensiva a metà mese, e poi una forte ripresa del sentiment verso la fine del mese, in concomitanza con l’allentamento delle politiche monetarie e gli stimoli economici della Federal Reserve e delle autorità cinesi. Questa combinazione di cautela nella parte centrale del mese e di sporadici rialzi ha comportato solo modesti aggiustamenti nell’esposizione alle asset class: le allocation alle azioni e alle obbligazioni hanno registrato un leggero aumento nel mese, mentre gli investitori hanno continuato ad abbandonare la liquidità. Il trend più evidente registrato verso la fine del mese è il passaggio più pronunciato dalla liquidità alle azioni, apparentemente perché i tassi d’interesse più bassi e gli stimoli di politica monetaria moderano i rischi di recessione”, ha affermato Dwyfor Evans, Head of Macro Strategy per l’APAC di State Street Global Markets. 

I cambiamenti nelle allocazioni degli investitori istituzionali a settembre sono stati modesti, ma le disponibilità liquide hanno toccato i minimi da inizio agosto. Le allocazioni alle obbligazioni sono aumentate in misura marginale, mentre quelle azionarie sono rimaste invariate a settembre, nonostante una ripresa delle allocazioni azionarie verso la fine del mese. Le partecipazioni azionarie restano superiori alla media di lungo periodo. Una storia di contrasti nelle azioni regionali: I flussi azionari dell'Eurozona sono aumentati a settembre fino a raggiungere la fascia alta del quartile e il livello più elevato dal quarto trimestre del 2023, guidati da una continua ripresa dei flussi azionari francesi dopo l'incertezza politica di metà anno. Anche i flussi azionari tedeschi e spagnoli hanno continuato a rafforzarsi grazie al consolidarsi delle aspettative di allentamento dei tassi da parte della BCE, anche se ciò influisce negativamente sull'interesse degli investitori per l'euro. Nel frattempo, l'esitazione nel segnalare un ciclo di allentamento da parte della Bank of England e il suo potenziale impatto sull'economia reale hanno indebolito i flussi azionari verso il Regno Unito, che ha continuato a precipitare nel quintile inferiore. 

Il ritorno al rischio non è privo di sfide, tra cui in particolare l'esito delle elezioni statunitensi e i rischi geopolitici, ma l'idea che l'allentamento delle politiche monetarie abbia ridotto i rischi di recessione è meglio evidenziata dai flussi dei settori azionari ciclici rispetto a quelli difensivi, che sono risaliti a settembre a livelli mai visti nel 1° trimestre 2023. L'impatto dell'ampio stimolo politico cinese è ancora in corso, ma i flussi azionari cross-border verso i titoli cinesi sono saliti al primo quintile nel primo trimestre del 2023 subito dopo l'annuncio dello stimolo. Nel frattempo, le aspettative di un ulteriore inasprimento dei tassi da parte della Bank of Japan hanno visto una brusca inversione di tendenza nei flussi verso lo yen, con un sovrappeso nel primo quartile. Questo fenomeno si è propagato in modo più ampio nella regione: tutte le valute emergenti asiatiche, ad eccezione del CNY, si collocano ai livelli di posizionamento del quartile superiore, segno di scommesse rialziste sui cambi regionali sulle aspettative di un ulteriore allentamento della Fed e di un dollaro più debole, ha aggiunto Dwyfor Evans. 

Gli Institutional Investor Indicators (le 3 “i”) sono stati sviluppati da State Street Associates, la divisione di ricerca e advisory di State Street Global Markets. Misurano la fiducia degli investitori o la propensione al rischio in modo quantitativo, analizzando i modelli di acquisto e di vendita degli investitori istituzionali, ricavati dai 44 trilioni di dollari di asset in custodia e amministrazione di State Street (in questo patrimonio non sono inclusi gli asset detenuti da State Street stessa). L’indice di propensione al rischio deriva dalla misurazione dei flussi degli investitori in ventidue diverse dimensioni di rischio tra azioni, valute, reddito fisso, asset legati alle materie prime e trend di asset allocation. L’indice cattura la proporzione dei ventidue elementi di rischio che hanno visto un comportamento orientato alla ricerca o alla riduzione del rischio.

Una lettura positiva indica che nel complesso gli investitori stanno aumentando la loro esposizione al rischio, mentre una lettura negativa suggerisce una riduzione del rischio. Gli indicatori delle partecipazioni di State Street rilevano la quota dei portafogli degli investitori allocata in azioni, reddito fisso e liquidità a partire dal 1998. 



 

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