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Investimenti, i cinque settori su cui puntare nel 2025

1/13/2025 | Redazione ADVISOR

Stephen Dover del Franklin Templeton Institute prende in esame questi temi chiave: infrastrutture, finanza digitale, sostenibilità, intelligenza artificiale e fattori demografici


Identificare i trend economici e sociali di lungo periodo può indicare fonti durevoli di extra-rendimento, in alcuni casi non correlate ad altre tipologie di rischio di portafoglio. Di seguito, Stephen Dover, chief investment strategist e head of Franklin Templeton Institute, prende in esame cinque temi chiave: infrastrutture, finanza digitale, sostenibilità, intelligenza artificiale e fattori demografici.

Infrastrutture: “Il settore delle infrastrutture, che può includere trasporti, comunicazioni, produzione e distribuzione di energia, offre diverse opportunità di investimento a lungo termine, spesso con il supporto di capitale pubblico. Globalmente, gli investimenti in infrastrutture sono guidati da fattori demografici (ad esempio la crescita della popolazione nelle economie emergenti e di frontiera), dal progresso tecnologico, da esigenze di sicurezza nazionale  o regionale (ad esempio, l’energia in Europa) o dai cambiamenti climatici. In alcuni paesi, in particolare negli Stati Uniti, la precedente carenza di investimenti nella manutenzione o nello sviluppo di strade, ponti, autostrade, porti  e aeroporti rappresenta una ulteriore condizione che spinge verso investimenti più consistenti nelle infrastrutture. Poiché molte infrastrutture soddisfano un’esigenza pubblica (strade, comunicazioni, trasmissione di energia),  la spesa effettiva richiede volontà politica. Le elezioni possono quindi avere un impatto significativo sulla percezione degli investitori in merito alla spesa di capitale e, di conseguenza, sulle opportunità di investimento. Tuttavia, in alcuni casi, come la ricostruzione della rete elettrica statunitense, la creazione di un settore energetico europeo più sicuro  e solido o la risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico (gestione di tempeste devastanti, misure per la protezione contro eventuali danni futuri), la spinta è ormai avviata ed è improbabile che rallenti o si inverta anche  con l’alternarsi degli schieramenti politici. Gran parte della spesa per le infrastrutture è destinata  al “mattone”, poiché tali investimenti aumentano i ricavi  e i profitti di settori come quello dei materiali di base  (ad esempio rame per la rete elettrica, acciaio e cemento per strade e ponti) o delle industrie (macchinari). Tuttavia, anche le società del settore tecnologico beneficerebbero di un incremento degli investimenti sulle infrastrutture. Strade e reti intelligenti, internet diffuso nelle zone rurali  o la migliorata la capacità delle reti cellulari sono solo alcuni esempi di attività che potrebbero registrare maggiori ricavi a mano a mano che i progetti infrastrutturali procedono”.

Finanza digitale: “È facile fraintendere il concetto di finanza digitale, che non è sinonimo di criptovalute; rappresenta piuttosto la trasformazione del modo in cui vengono emessi, distribuiti e detenuti gli asset, inclusi i titoli, sostenuti da forti incentivi volti alla riduzione dei costi e alla garanzia della sicurezza. Tradizionalmente, il settore finanziario ha consentito la proprietà frazionata di attività o passività per una piccola percentuale della ricchezza dell’economia globale. Persino le migliaia di miliardi di dollari di azioni quotate, obbligazioni governative e societarie rappresentano solo una porzione della ricchezza accumulata dagli individui. Vaste aree del settore immobiliare, della finanza personale o dei flussi di cassa futuri non sono ancora cartolarizzate, processo che la finanza digitale potrebbe facilitare. La finanza digitale offre anche piattaforme, come la blockchain, per migliorare la custodia degli asset che  gli istituti finanziari detengono per conto di risparmiatori  e investitori. La finanza digitale promette modalità più sicure ed economiche di negoziazione e custodia degli asset finanziari. Anche le banche centrali stanno valutando piattaforme di finanza digitale per il sistema dei pagamenti. Inizialmente, è probabile che le opportunità di investimento legate alla finanza digitale si concentreranno nel settore tecnologico. Grazie agli effetti prodotti in termini di efficienza e crescita per i servizi finanziari, anche i comparti bancario, assicurativo e dell’investment banking trarranno vantaggio dalla loro adozione e innovazione, favorendo una maggiore e sostenibile redditività”.

Sostenibilità: “La sostenibilità è spesso considerata un sottoinsieme dell’investimento ESG (ovvero basato su fattori ambientali, sociali e di governance). Tuttavia, questa definizione è molto limitata. È del tutto evidente, per esempio, che il cambiamento climatico sta costringendo industrie e aziende di diversi settori a prevedere le difficoltà e individuare le opportunità. Il cambiamento climatico non è solamente un criterio ESG, quanto una sfida attuale e futura, e una potenziale opportunità. Secondo una ricerca condotta da alcune delle maggiori compagnie di riassicurazione del mondo, i costi annuali del cambiamento climatico potrebbero raggiungere la doppia cifra del prodotto interno lordo entro la metà di questo secolo. In alcuni settori, come quello delle assicurazioni danni, dei prestiti collateralizzati, agricolo o farmaceutico,  il cambiamento climatico potrebbe costituire il rischio di impresa più significativo, superando quelli normalmente associati a tali attività. Il tema della sostenibilità, quindi, si concentra sugli investimenti – alcuni dei quali riguardano anche le infrastrutture – volti a contrastare i rischi economici e finanziari legati al cambiamento climatico. Riguarda anche la capacità degli investitori più attenti di individuare opportunità generate dall’aumento della spesa per la riparazione e la prevenzione da parte di industrie, governi e organizzazioni non profit. La sostenibilità, tuttavia, non riguarda solo il cambiamento climatico; ha anche a che fare con la necessità di garantire appropriato forniture di acqua potabile, ridurre gli inquinanti nocivi legati all’uso della plastica o di assicurare un’adeguata impollinazione delle colture da cui dipendono le nostre derrate alimentari. Le scelte politiche possono accelerare o frenare alcuni aspetti della sostenibilità, ma a un certo punto gli investitori vorranno sapere come le aziende in cui investono gestiscono rischi e opportunità legati per esempio a emissioni di carbonio, preparazione al cambiamento climatico o diversità della forza lavoro. Le modalità di misurazione e comunicazione dei dati sulle attività delle imprese cambieranno, considerato l’impatto diretto sulla redditività delle aziende e sulle valutazioni che gli investitori sono disposti a pagare. Pertanto, tra i probabili “vincitori” nella categoria della sostenibilità troviamo i fornitori di dati e le società di analisi dei dati che possono fornire metodi di misurazione chiari  e oggettivi sulla sostenibilità come fattore finanziario".

Intelligenza artificiale: “L’intelligenza artificiale, o IA, ha già catturato l’attenzione degli investitori, quale responsabile, ad esempio, di buona parte della crescita e della leadership di mercato delle Magnifiche Sette. Non mancano tuttavia gli scettici. Molti economisti del mondo accademico, per esempio, hanno messo in guardia dall’eccessivo entusiasmo e dalla sopravvalutazione sia dei vantaggi attuali dell’IA sia delle sue potenzialità future.  Daron Acemoglu, uno dei vincitori del Premio Nobel per  l’Economia di quest’anno, è uno dei sostenitori di questa tesi. Lo scetticismo nei confronti dell’IA non si limita a osservare che molte aziende del settore presentano valutazioni elevate; per loro potrebbe quindi essere molto difficile generare profitti all’altezza dei loro multipli di mercato. Questa perplessità deriva anche dalla sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di già. Molte invenzioni passate che hanno trasformato radicalmente le nostre vite – dalla navigazione nel XVI secolo alle ferrovie nel XIX secolo, alle automobili, allo sviluppo del  territorio, all’informatica o a Internet nel XX secolo –  hanno spesso riservato agli investitori brutte sorprese: bolle, manie, fallimenti e persino frodi. In molti di questi casi, le tecnologie di base con il loro effetto sul nostro modo di agire, di vivere e di spostarci sono state rivoluzionarie e hanno migliorato il nostro benessere. Tuttavia, i rendimenti degli investitori non sono stati sempre eccellenti. Tra i nostri cinque temi, almeno uno dovrebbe indurre alla prudenza. L’IA è stata la “grande novità” degli ultimi dieci anni,  facendo nascere aziende straordinarie e generato considerevole ricchezza. Eppure, proiettare nel futuro le tendenze di un momento specifico, soprattutto in presenza di un entusiasmo tanto marcato, può rivelarsi rischioso. La soluzione, quindi, non è quella di seguire la moda dell’IA, quanto considerare un approccio attivo per scoprire le aziende con maggiori probabilità di trasformare i modelli  di business applicando l’intelligenza artificiale. Se è veramente rivoluzionaria, l’IA ricompenserà, a nostro avviso, chi si spingerà oltre gli investimenti in semiconduttori. La prossima fase di rendimenti risiede probabilmente in quei settori che sono in grado di applicare strategicamente l’IA ai propri processi produttivi, allo sviluppo di nuovi prodotti  e al rapporto con la clientela”.

Fattori demografici: “Qualsiasi tema sociale, economico o di investimento relativo al XXI secolo non può prescindere da un riferimento ai fattori demografici. In Europa, Nord America e Giappone,  la popolazione sta invecchiando, così come in Cina e in altre aree dell’Asia orientale (ad esempio, in Corea). Di contro, le popolazioni di ampie regioni dell’Asia meridionale, dell’Africa, del Medio Oriente o dell’America Latina sono molto più giovani. In un’epoca caratterizzata dall’apertura delle frontiere al commercio e agli investimenti, e da flussi migratori moderati, le disparità demografiche internazionali offrivano alla globalizzazione la possibilità di sfruttare fattori produttivi vantaggiosi per tutti. Quest’epoca, per quanto si possa  prevedere, si è ormai conclusa. Di conseguenza, i fattori demografici stanno diventando una questione nazionale. La carenza di lavoratori in Giappone, ad esempio, deve essere affrontata attraverso nuove tecnologie, con un contributo modesto da parte dell’immigrazione. Queste dinamiche potrebbero ripetersi anche in Europa o negli Stati Uniti, considerata l’insofferenza del moderno populismo nei confronti dell’immigrazione. I fattori demografici non riguardano solamente la cura di anziani e malati, per quanto questa sfida possa diventare impegnativa. Le attività di coltivazione e raccolta, un tempo fonte primaria di impiego prevalente per gli immigrati negli Stati Uniti (regolari o meno), potrebbero richiedere nuove tecnologie trasformative per fornire, ad esempio, frutta, verdura e frutta secca provenienti dalla Central Valley californiana ai supermercati di tutto il paese a costi paragonabili a quelli oggi garantiti dalla manodopera composta principalmente da immigrati”.

“Anche i servizi finanziari - conclude Dover - affrontano direttamente queste sfide demografiche: le popolazioni che invecchiano hanno bisogno di servizi di consulenza finanziaria più efficaci, di alternative agli investimenti tradizionali, di polizze assicurative e di rendite, per poter incrementare le risorse finanziarie di coloro che si avvicinano o che sono già in pensione.  I governi dovranno valutare l’introduzione di modifiche  ai codici fiscali e incentivi al risparmio per contribuire  a garantire risorse finanziarie adeguate alla crescente popolazione inattiva in Occidente e in Cina”.

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