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6/3/2024 | Marcella Persola
“L’incertezza ci costringe a essere estremamente prudenti e a selezionare con cura quello che va in portafoglio” esordisce Fabio Caldato, (nella foto) portfolio manager, Acomea Strategia Dinamica Globale, AcomeA SGR nell'analizzare il contesto dei mercati e le opportunità che si intravedono. “Segnatamente, abbiamo ruotato circa un 5-10% del portafoglio dall’equity al reddito fisso, con l’idea di rientrare via via nell’azionario nel corso dell'anno, sfruttando la volatilità”.
Considerato il contesto attuale, qual è il rischio meno considerato dagli investitori?
Il 2024 non solo presenta scenari imprevedibili a livello geopolitico, ma ci invita anche all’estrema prudenza sul fronte delle politiche monetarie delle banche centrali. Fino a qualche mese fa, esse sembravano molto dovish e pronte a tagliare i tassi, addirittura sei volte nel caso della FED. Nelle ultime settimane, invece, si è arrivati a pensare che potrebbero non tagliare affatto. Infine, abbiamo una serie di elezioni, dalle europee alle presidenziali americane, che potrebbero incrementare la volatilità dei mercati. In questo contesto, gli spread nella parte di rischio del credito, come nel segmento high yield, testimoniano una sorta di compiacenza da parte del mercato verso il sentiment rialzista, che si estende fino alla parte azionaria, dove possiamo osservare gli indici che continuano a rinnovare i massimi.
Visto lo scenario appena descritto, come ci si dovrebbe posizionare?
L’incertezza ci costringe a essere estremamente prudenti e a selezionare con cura quello che va in portafoglio. In questo ambiente, lo sforzo maggiore andrebbe fatto in difesa, per evitare di fare scelte sbagliate, piuttosto che in attacco. Nelle ultime settimane, abbiamo cercato di prendere, almeno in parte, profitto sui guadagni dell’ultimo mese; in aprile, infatti, avevamo aggiunto titoli in portafoglio sfruttando il calo dei mercati. Segnatamente, abbiamo ruotato circa un 5-10% del portafoglio dall’equity al reddito fisso, con l’idea di rientrare via via nell’azionario nel corso dell'anno, sfruttando la volatilità.
Azionario e obbligazionario: dove trovare le migliori opportunità e perché?
Sull’azionario, oggi ci piacciono le telco europee che vengono da circa 10-15 anni di calo e che sono state abbandonate dagli investitori, anche perché molto indebitate. Oggi, invece, si trovano di fronte a una potenziale riduzione di tensione bilancistica. Le telco presentano oggi la possibilità di aumentare i ricavi, attraverso l'aumento dei prezzi. Nel settore, in aggiunta, sono diminuite anche le spese perché il ciclo che ha portato ai 5G e alla diffusione della fibra sta per terminare e ora sono previsti solo costi di mantenimento. Maggiori ricavi e minori spese dovrebbero far aumentare radicalmente il cash flow. Tra i titoli, privilegiamo British Telecom, che ha rilasciato buoni risultati, salendo di circa il 30%, e pianifica di triplicare il cash flow nei prossimi tre anni. Questo tipo di struttura finanziaria è presente anche in Orange, Telefónica e KPN. Le dinamiche di sconto rispetto ai mercati principali, in particolare a quello statunitense, sono tali da consigliare l'aumento di peso dei mercati emergenti, cosa che abbiamo fatto in tutto il primo trimestre di quest'anno e che, per la parte cinese, ci sta dando ragione. Sul fronte obbligazionario, invece, siamo focalizzati sulle convertibili. Abbiamo inserito una decina di titoli guardando a un rendimento vicino a quello del governativo locale dell'emittente, con la possibilità di aumentare la performance complessiva del portafoglio sfruttando la conversione. In questo caso, ci hanno convinto alcune emissioni, tra cui Snam, Bper, Evonik e Air France.
Che ruolo può giocare una strategia Dinamica Globale nel portafoglio di un fund buyer e di un investitore istituzionale?
Credo che in un momento di profonda incertezza un fondo flessibile renda il lavoro di gestione un po' più facile rispetto ai fondi che presidiano nicchie di mercato da cui non si possono discostare. Le strategie flessibili permettono di passare da risk on a risk off, da equity a bond, da bond più rischiosi a bond meno rischiosi, da presenza di duration ad assenza di duration, in maniera abbastanza rapida e, fortunatamente, per il momento premiante.
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