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FED in pausa nel 2025. L’outlook di BNP Paribas

12/13/2024 | Daniele Riosa

Secondo gli esperti della banca, “la divergenza di politica monetaria tra Stati Uniti ed Europa, dovrebbe continuare ad ampliarsi nel 2025”. Gli USA? “Cresceranno del 2%, ma nel 2026…”


“La divergenza di politica monetaria tra Stati Uniti ed Europa dovrebbe continuare ad ampliarsi nel 2025. La Federal Reserve, infatti, farà l’ultimo taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione di dicembre e, per tutto il 2025, non ne farà altri. D’altro canto, la BCE continuerà a tagliare fino ad arrivare a una sforbiciata complessiva di 200 punti base così come taglierà la People Bank of China. A fine 2025 prevediamo una divergenza dei tassi di mercato nella parte a breve in aumento fino a 50 punti base tra USA ed Europa rispetto agli attuali forwards”. Questa è la previsione fatta da Luigi Speranza (in foto), global head of markets 360 & chief economist di BNP Paribas, nel corso del Global Outlook 2025, presentato con Luca Pennarola, senior europe economist. 

Per Speranza “la crescita degli Stati Uniti si attesterà al 2% nel 2025, per poi calare nel 2026”. La causa del rallentamento? “L’incognita sulle politiche che adotterà la nuova amministrazione Trump, che potrebbero far lievitare il carovita ben al di là del 3 per cento”. Inoltre, esiste la possibilità che, alcune delle promesse fatte in campagna elettorale dal neo presidente possano rivelarsi controproducenti: “Le politiche per arginare l’immigrazione potrebbero far diminuire l’offerta di lavoro e di conseguenza far aumentare la pressione salariale. In questo modo si potrebbe creare una spirale inflattiva”. Lato dazi, il gestore si aspetta un rialzo al 25% per la Cina e al 3% per il resto del mondo”. 

Per quanto riguarda l’Europa, Luca Pennarola non vede una recessione all’orizzonte: “La crescita dovrebbe assestarsi intorno all’uno per cento considerando un’inflazione che dovrebbe aggirarsi intorno al 2,1% e le politiche di Trump potrebbero portare più benefici che problemi al Vecchio Continente”. Speranza aggiunge che i Paesi dell’Unione Europea potrebbero “trovate un’unione d’intenti su alcune proposte di rilancio dell’Eurozona contenute nella Relazione Draghi o nel Rapporto Letta. Anche il settore della Difesa potrebbe rappresentare un nuovo collante, con nuove politiche comuni”. Venendo ai singoli Paesi, gli analisti della banca hanno una Outlook positivo per la Francia nonostante la crisi politica in atto: “Il Paese - prevede Speranza - ha un potenziale di crescita più alto rispetto all’Italia”. Per quanto riguarda la Germania, potrebbe riprendere la sua spinta “grazie all’istituzione altri fondi speciali nel breve termine”. 

Nell’Outlook della banca, dedicato ai mercati finanziari e agli investimenti, si legge che il mercato azionario degli Stati Uniti rimane il preferito, anche se all’orizzonte si intravedono segnali di indebolimento delle tendenze fondamentali che rendono necessario per gli investitori difendersi con coperture a basso costo. 

L’esposizione all’obbligazionario va invece costruita soprattutto sul fronte del credito, ma con la consapevolezza che il quadro sta cambiando: l’ipotesi di una Fed più hawkish impone cioè di prestare cautela sulla parte lunga della curva USA mentre il Vecchio Continente si prospetta più interessante. Inoltre, “il ciclo di disinflazione globale e un allentamento sincronizzato delle politiche monetarie, dovrebbero poi sostenere i tassi e le valute dei mercati emergenti, con particolare preferenza per l’Europa centrale e orientale, per il Medio Oriente, l’ Africa e l’Asia emergente, rispetto all’America Latina”. 

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