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Cercare dividendi in Europa

6/18/2024 | Max Malandra

Questo mercato azionario storicamente ha garantito i migliori flussi reddituali agli investitori. Ecco i settori e i titoli più interessanti consigliati dai gestori del comparto “Europa reddito”


Il bimestre maggio - giugno per i cassettisti è in genere di grandi soddisfazioni dato che è il periodo in cui le quotate staccano dividendi. Del resto sono i mercati azionari europei che storicamente hanno garantito i migliori flussi reddituali agli investitori. Ci siamo quindi concentrati su questa categoria di fondi: individuare e farci raccontare le opportunità di settori e titoli da alcuni tra i migliori gestori del comparto. E anche se i dividendi sono molto più stabili degli utili e dei cicli economici, il primo passo è stato quello di avere notizie sullo stato dell’economia del Vecchio Continente.


“L’anno scorso, le aspettative del mercato erano piuttosto negative per quanto riguardava la situazione economica generale e si dava quasi per scontato un contesto recessivo - ricorda Dieter Beil, senior portfolio manager di Amundi - Oggi la probabilità di una grave recessione è scarsa. Il momentum economico si è rivelato più resiliente del previsto, e sostenuto il sentiment verso gli attivi rischiosi. La crescita in Europa rimane anemica, ma ci aspettiamo una graduale ripresa nella seconda metà dell’anno”.


“Un atterraggio più morbido dell’economia dovrebbe favorire le regioni più cicliche come l’Europa - aggiunge Michael Barakos, portfolio manager per J.P. Morgan Asset Management del JPM Europe Strategic Dividend Fund - Le società europee continuano a generare molta liquidità e sono sempre più disciplinate nel restituirla agli azionisti. Con rapporti di pay-out inferiori alle medie di lungo periodo, riteniamo che i rendimenti degli azionisti in Europa dovrebbero essere ben isolati nel caso di un lieve rallentamento economico”.


“Il rallentamento è già avvenuto e i dividendi si sono dimostrati resistenti, con l’indice MSCI Europe che paga il 3,1% - interviene Matthew Van de Schootbrugge, portfolio manager European equities di Columbia Threadneedle Investments - Molti settori, tra cui banche, auto ed energia, registrano distribuzioni più affidabili grazie a bilanci solidi e alla gestione dei flussi di cassa. Il nostro portafoglio è di società di alta qualità, resistenti ai rallentamenti dell’economia: aziende che presentano pricing power, migliore allocazione del capitale, generazione di flussi di cassa e bilanci più solidi. Tutti fattori che consentono di ottenere dividendi affidabili e sostenibili”.


“Prevediamo che le distribuzioni di dividendi in Europa aumentino nel 2024 - si sbilancia Robert Davis, senior portfolio manager di Goldman Sachs Asset Management - Nei periodi di pandemia e di aumento dell’inflazione, le società hanno dato priorità al rafforzamento dei bilanci e alla riduzione del debito, ora intendono distribuire agli azionisti almeno una parte delle riserve di liquidità accumulate. Puntiamo a elezioniare titoli specifici che presentano solide previsioni sui dividendi stabili o in crescita ed evitiamo quelli che consideriamo più a rischio di sorprese negative in termini di dividendi”.


A questo punto il focus non può che spostarsi sui settori più interessanti in ottica di distribuzione dei dividendi. Dove puntare?
“Preferiamo quei segmenti di mercato in cui le aziende hanno molta liquidità e pagano dividendi consistenti - spiega il gestore di Amundi - In questo momento ci piacciono le utility. La prospettiva di una riduzione dei tassi rappresenta un ulteriore sostegno. Forse insolitamente per un fondo income, siamo sovrappesati sull’IT: anche se di solito ha un dividend yield più basso, ci sono alcune grandi aziende che vogliamo tenere in portafoglio. Siamo anche sovrappesati sui finanziari. Tra le banche preferiamo quelle europee core, di qualità elevata e ben capitalizzate. Nell’assicurativo, riteniamo interessante il ritorno sul capitale di alcune compagnie di riassicurazione”.


“Le principali sovraponderazioni sono su banche, assicurazioni ed energia - interviene Barakos - Anche con un petrolio a 70 dollari, BP e Shell avrebbero rendimenti FCF (free cash flow)superiori al 10%, per cui continuiamo a preferire questo settore per valutazioni e rendimento. Il finanziario è estremamente ben capitalizzato, il capitale in eccesso delle banche è attualmente pari al 7% del portafoglio prestiti, rispetto a meno del 2% pre-crisi finanziaria globale. Ciò si accompagna a rendimenti a due cifre per gli azionisti”.
“Abbiamo un’esposizione alla tecnologia più elevata rispetto alla maggior parte dei competitor, che ha dato un forte impulso alla performance sostenuta dalla resilienza di queste società, dal boom dell’AI e dalle aspettative di calo dei tassi - rivela Van de Schootbrugge - Siamo esposti sui titoli finanziari a più alto rendimento: le banche sono interessanti, con un’economia favorevole, bilanci solidi e distribuzioni generose. Anche industriali e materiali sono ampiamente sovrappesati, in quanto il punto di minimo degli utili è stato superato e il 2024 e il 2025 saranno caratterizzati da una ripresa”.


“I titoli difensivi sono stati completamente esclusi dal rally trainato dal momentum e vediamo maggiori opportunità in questo settore, soprattutto se i risvolti macroeconomici globali dovessero variare rispetto al consenso piuttosto rialzista” taglia corto Davis.


E invece quali sono le aree che evitate? “Gran parte dei ricavi del settore dei consumi discrezionali è generata negli USA o in Asia, che ci preoccupano per la domanda e le valutazioni non clementi” riassume Davis. “Abbiamo una minore esposizione al settore dei consumi discrezionali, che a questo punto è più tattica che strutturale - aggiunge Beil - Questo settore ha registrato una buona performance negli ultimi mesi, per cui riteniamo che al momento le valutazioni siano meno convincenti”.


“Abbiamo ridotto l’esposizione a settori a basso rendimento come quello dei consumi e della sanità - interviene il gestore di Columbia TI- E l’immobiliare ha vissuto un decennio d’oro prima della pandemia, ma ci aspettiamo una performance più debole nei prossimi anni” . “Le nostre maggiori sottoponderazioni riguardano farmaceutica e beni strumentali - conclude Barakos - Sottopesiamo i nomi del pharma a rendimento basso e che hanno deluso sulla crescita futura o sui costi. Nei beni strumentali, investiamo in società esposte a megatrend come l’elettrificazione, ma le evitiamo se a basso rendimento”.

Tratto dal numero 5 di Advisor (maggio 2024)

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