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Azionario, si apre una nuova era col ritorno dell’alfa

9/5/2023 | Redazione Advisor

Helen Jewell (BlackRock): “La dispersione del mercato sta portando a maggiori opportunità per gli stock picker attivi che si concentrano sui fondamentali delle società”


Helen Jewell, chief investment officer di BlackRock fundamental equities, EMEA, spiega come la dispersione del mercato azionario stia portando a maggiori opportunità di generare alfa per gli stock picker attivi che si concentrano sui fondamentali delle società.

La manager constata che “la fase caratterizzata dal ‘denaro facile’ successivo alla crisi finanziaria globale (GFC) è finito. L'era post-pandemia si preannuncia più volatile, con una maggiore differenziazione tra i singoli titoli. Una delle implicazioni di questo nuovo regime d'investimento, caratterizzato da inflazione, tassi e valutazioni più elevati, è la riduzione dei rendimenti di mercato, o beta, il che suggerisce che una parte maggiore dei rendimenti dei portafogli azionari dovrà provenire dall'alfa. Questo nuovo scenario presenta una serie di opportunità diverse per gli investitori azionari”.

L’analista individua cinque fattori che spingono verso un ritorno all'investimento alfa-centrico

1. È più probabile che la volatilità aumenti: “È probabile che le preoccupazioni geopolitiche, le interruzioni della catena di approvvigionamento e le banche centrali dipendenti dai dati, e impegnate nella lotta all'inflazione, possano provocare nel tempo episodi di volatilità. I cali di mercato legati ai momenti di volatilità possono portare ad una valutazione errata, offrendo l'opportunità agli stock picker di acquistare azioni di società con buone prospettive a prezzi ridotti. Vediamo un'opportunità di alfa nei titoli ciclici che di solito vengono impattati in caso di recessione, che possono essere scontati oltre quanto suggeriscono i loro fondamentali o che potrebbero prezzare una recessione più profonda di quanto riteniamo probabile”. 

2. Normalizzazione della stock dispersion: “Durante la crisi finanziaria mondiale, la dispersione dei titoli è stata contenuta, con poche differenze tra i cosiddetti performer migliori e i peggiori. L'ambiente di mercato guidato dal beta di allora significava che non c'erano grandi vantaggi nell'identificare i "vincitori" o nell'evitare i "perdenti". Tuttavia, vediamo che la dispersione degli utili, delle valutazioni e dei rendimenti è aumentata nel periodo successivo alla pandemia, creando un ambiente in cui la selezione qualificata dei titoli può fornire un contributo più significativo ai risultati del portafoglio”.

3. Prende terreno la selezione stock specific:” La nostra analisi mostra che la maggiore dispersione dei rendimenti si basa sempre più su variabili specifiche dei titoli e meno sulle caratteristiche dei fattori dei titoli (ad esempio, growth vs. value, small vs. large), che erano più dominanti nel 2020 e nel 2021. Riteniamo che la selezione attiva incentrata sui fondamentali possa avere un peso maggiore sui risultati degli investitori in queste condizioni. Prevediamo inoltre che gli investitori sposteranno sempre più l'attenzione dalle preoccupazioni circa lo scenario macro in generale, al modo in cui le singole società stanno affrontando un contesto di crescita più lenta e di inflazione e tassi più elevati, rendendo le variabili specifiche più importanti per le decisioni di investimento”.

4. Dimensione del mercato destinata ad ampliarsi: “L'ampiezza del mercato è storicamente limitata, con il 22% della capitalizzazione di mercato dell'indice S&P 500 attribuita ai primi cinque titoli (al 30 giugno 2023). Secondo Refinitiv, questo dato si confronta con poco meno del 16% prima del COVID (fine 2019) e con il 13% prima della grande crisi finanziaria (fine 2007). Il confronto tra i rendimenti dell'indice ponderati per la capitalizzazione di mercato e i rendimenti equamente ponderati illustra quanto alcuni titoli a mega-capitale - principalmente azioni legate al settore tecnologico (IT, servizi di telecomunicazione e beni di consumo discrezionali) - abbiano guidato la performance dell'indice negli Stati Uniti quest'anno. Poiché il mercato riconosce e valorizza sempre più i fondamentali delle aziende, ci aspettiamo che l'ampiezza del mercato si allarghi oltre gli attuali leader e crei maggiori opportunità per gli stock picker attivi che si concentrano sui fondamentali delle aziende”.

5. Opportunità e disruption guidate dall'IA: “Dato il suo immenso potenziale, riteniamo che l'intelligenza artificiale (IA) contribuisca ad aumentare la dispersione dei titoli. Ad esempio, i “vincitori” tra le società di software riusciranno ad incorporare l'IA nei loro prodotti e saranno in grado di aumentare i prezzi, mentre quelli che non riusciranno a farlo diventeranno obsoleti. L'impatto non è limitato al settore tecnologico. In tutti i settori, ci aspettiamo che nascano nuovi modelli di business, alimentati dall'innovazione dell'IA, e che altri vengano stravolti (ad esempio, i call center dove gli esseri umani vengono sostituiti dalle chat bot). A nostro avviso, la comprensione dei casi d'uso, delle implicazioni e dei rischi dell'IA nei vari settori, industrie e singoli titoli avrà un'influenza crescente sui risultati degli investimenti”.

“In questo nuovo regime di investimenti - continua l’economista - l'offerta è limitata dalle tendenze demografiche (invecchiamento della popolazione e diminuzione del numero dei lavoratori), dalla deglobalizzazione e dalla decarbonizzazione, che sono tutte tendenze inflazionistiche dal momento che le aziende spendono per adattarsi. È più probabile che le banche centrali dei mercati sviluppati si trovino ora nella posizione di dover combattere l'inflazione piuttosto che sostenere l'economia. Le azioni hanno rappresentato storicamente la classe di attivi a più alto rendimento nel lungo periodo, e ci aspettiamo che continueranno ad esserlo. Tuttavia, le valutazioni azionarie più elevate e tassi d'interesse più alti significano rendimenti di mercato più bassi in generale (beta)”.  

“Vediamo una maggiore dispersione nelle stime degli utili, nelle valutazioni e nei rendimenti azionari, e questo rappresenta una maggiore opportunità per i gestori esperti di generare più alfa. Prevediamo che nei prossimi anni il rendimento attivo costituirà una parte più consistente del profilo di rendimento complessivo degli investitori”, conclude Helen Jewell.

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