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Inflazione, i diversi approcci delle banche centrali

8/23/2023 | Redazione Advisor

In questa fase c’è un’asincronia tra le diverse politiche degli istituti centrali, il che ha delle implicazioni importanti per gli asset manager. L’analisi di Mirabaud AM


Nonostante la lotta all’inflazione sia una priorità assoluta per le banche centrali del G10, in questa fase c’è un’asincronia tra le diverse politiche delle banche centrali, il che ha delle implicazioni importanti per gli asset manager. Come rileva Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM, “la Federal Reserve, la Bank of England, la Bce e la Swiss National Bank sono tutte alle prese con un’inflazione alta. Nei mercati emergenti, invece, stiamo assistendo ad un abbassamento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali”.

 

“Persino all’interno delle banche centrali vi è stato un cambio di posizione: per esempio, la Bank of Japan, che finora era rimasta l’ultima banca centrale con un approccio dovish, è recentemente passata a una posizione meno accomodante” prosegue Jung.

 

“Per quel che riguarda le tendenze globali – commenta l’economista – se prima le banche centrali avevano adottato misure di quantitative easing, come l’acquisto di obbligazioni, ora stanno andando nella direzione opposta, con il quantitative tightening.  Questa è una differenza fondamentale rispetto allo scenario di due o tre anni fa. I banchieri centrali hanno un unico obiettivo e, generalmente, un unico mezzo per raggiungerlo: il mezzo è la politica sui tassi di interesse mentre l’obiettivo è la lotta all’inflazione, che è il motivo per cui esistono le banche centrali. Vediamo positivamente il fatto che le banche centrali sono focalizzate sul loro obiettivo principale, che è frenare la pressione sui prezzi e mantenerli su una crescita bilanciata. Uno dei principali punti di forza di una banca centrale è la credibilità, e se si vogliono espandere gli obiettivi, non possono non esserci dei rischi”.

 

Jung ritiene che quest’anno l'economia dell'eurozona crescerà in misura molto modesta e che in futuro il PIL reale si avvicinerà alla stagnazione. “Questo dato, tuttavia, nasconde alcune importanti differenze tra i vari Stati con la Germania, la maggiore economia europea, che ha sottoperformato, mentre altri Paesi, tra cui l'Italia, hanno ottenuto risultati migliori” puntualizza. “Per quanto riguarda la politica monetaria, ci aspettiamo che la Bce rimanga ferma, senza fare ulteriori rialzi, per tutto il resto dell'anno, dato che l'inflazione si sta moderando e lo scenario di crescita non suggerisce alcuna pressione significativa sui prezzi dal lato della domanda”.

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