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6/6/2023 | Daniele Riosa
Ritorno di fiamma per le famiglie italiane per l’obbligazionario. E’ uno degli elementi principali che emerge dalla Spring Conference 2023 di Assiom Forex tenutasi nella sede della fondazione Cariplo di Milano.
Ad introdurre i lavori Massimo Mocio, presidente di Assiom Forex, che sottolinea come “l'anno scorso, le misure di politica monetaria adottate dalla BCE hanno avuto un impatto significativo, influenzando i rendimenti dei titoli a breve termine, le condizioni di liquidità e i meccanismi di trasmissione delle decisioni di politica monetaria. Nonostante le decisioni della banca centrale, volte a ridurre l'eccesso di liquidità presente nel sistema, lo spread Depo-'€STR (Euro Short-Term Rate) è rimasto relativamente stabile. Ciò è stato possibile grazie alla presenza di nuovi operatori e alla ancora ampia disponibilità di moneta in circolazione”.
“Le banche italiane ed europee - rileva Mocio - hanno una solida capacità di raccolta e un’ampia liquidità, grazie ai depositi stabili e a una gestione oculata del rischio di tasso di interesse. I depositi delle famiglie e delle imprese non finanziarie in Italia rimangono vicini a livelli record, ammontando a 1.661 miliardi di euro nel mese di marzo, secondo i dati della Banca d’Italia”.
Elisa Coletti, head of banking research di Intesa Sanpaolo, presenta un’analisi dell’istituto proprio sull’andamento dei conti correnti bancari che mostra un rilevante aumento della liquidità: "Siamo ad un punto di massima crescita sia lato imprese che delle famiglie. Dal 2008, sul fronte famiglie, la percentuale è cresciuta del 70% con circa 370 miliardi di euro depositati. Per le imprese i depositi sono raddoppiati passando da 200 a 400 miliardi".
Ma l'inversione di tendenza potrebbe essere vicina. Coletti sottolinea, come, “i dati rilevati fino ad aprile 2023, segnano, per la prima volta dal 2012, una leggera inversione di tendenza con i depositi delle famiglie italiane in lieve calo. Con la svolta di politica monetaria si sta osservando un calo che ha acquisito ulteriore forza nei primi mesi del 2023 con i flussi dei primi 4 mesi dell’anno mostrano significative fuoriuscite dai conti correnti degli italiani, in parte controbilanciate dalla crescita delle somme destinate ai conti deposito”. E sull’aumento dei tassi d’interesse dice: “Sui conti correnti si stanno muovendo gradualmente visto che i tassi sui depositi sono più lenti di quelli guida”.
Sul lato investimenti, Coletti si sofferma sul nuovo appeal suscitato “dall’obbligazionario e in particolare sui titoli di Stato italiani, sui bancari e sui corporate dopo oltre 10 anni di disinvestimenti. Nel solo 2022 le famiglie italiane hanno invertito circa 54 miliardi sui Bot e Btp e ulteriori 7,8 miliardi sui titoli bancari”.
Di seguito riportiamo le principali evidenze dell’analisi dagli esperti di Intesa Sanpaolo.
“La frenata dei depositi - spiegano gli analisti - va considerata alla luce del forte e rapido rialzo dei tassi di politica monetaria. L’aggiustamento segue un lungo periodo di crescita robusta dei depositi di famiglie e imprese, fino ai massimi recenti. Calo dei conti correnti e ripresa dei depositi a tempo o a risparmio sono dinamiche in atto nei principali Paesi europei. L’andamento riflette la riallocazione dei risparmi verso strumenti più remunerativi. Mentre i tassi sui conti correnti confermano una gradualità nell’adeguamento al rialzo dei tassi guida, i tassi sui depositi a tempo risultano più reattivi. I tassi sui conti correnti italiani e sui nuovi depositi a tempo sono in linea con quelli degli altri principali Paesi dell’area euro.
Ritorno all’investimento in titoli di debito. Nel confronto europeo è considerevole il flusso di attività finanziarie delle famiglie italiane che nel 2022 si è diretto sui titoli obbligazionari, in particolare sui titoli di Stato domestici e su quelli bancari”.
“L’emissione di obbligazioni bancarie - conclude il report - consente di contrastare l’impatto sulla raccolta totale da clientela della riallocazione in corso dal lato dei risparmi”.
Marco Valli, global head of research di UniCredit, pensa che “l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse non si sia ancora manifestato sull’economia. Ma nei prossimi mesi lo vedremo con la spesa netta delle imprese cha aumenterà in maniera costante comprimendo la marginalità aziendale. Tutto questo si ripercuoterà anche sul mercato del lavoro”.
Per quanto riguarda l'inflazione “ci sono notizie positive visto il 6% registrato a maggio. Per questo si può affermare che abbiamo raggiunto la metà del ciclo di disinflazione con la componente energetica già corretta e con quella alimentare in calo”. Ma la strada da fare è ancora lunga con “il ritorno al target di inflazione al 2% si raggiungerà solo nel corso del 2025”.
Capitolo tasso di deposito. Il manager di Unicredit prevede che "raggiungerà il 3,75 per cento nel mese di luglio. In più al 50% esiste l’ipotesi di un altro rialzo nel meeting di settembre. Sotto questo aspetto, bisognerà vedere se la Banca Centrale Europea terrà in considerazione solo l'inflazione core o anche all'andamento del mercato del lavoro”.
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