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11/23/2022 | Lorenza Roma
Il nuovo anno sarà caratterizzato da una scarsa crescita economica a livello globale pari ad appena l’1,6%. Eppure, in vista del probabile rallentamento o abbandono della stretta monetaria nel 2023, le attività a reddito fisso offriranno presumibilmente opportunità interessanti agli investitori, mentre i mercati azionari manterranno un andamento deludente, almeno nel primo semestre dell’anno. E' quanto riporta il Credit Suisse Investment Outlook 2023.
Dopo un 2022 impegnativo, che ha visto livelli di inflazione costantemente elevati, politiche di inasprimento aggressive delle banche centrali e un rallentamento della crescita, nel 2023 potrebbe verificarsi una recessione nell’eurozona e nel Regno Unito e un rallentamento della crescita in Cina. Queste economie dovrebbero toccare il minimo entro metà 2023 e iniziare una debole e timida ripresa, a patto che gli USA riescano a evitare la recessione. Secondo le previsioni degli esperti, la crescita economica rimarrà generalmente bassa nel 2023 date le condizioni monetarie rigide e il riassetto geopolitico in corso.
A livello di singole asset class, le azioni segneranno probabilmente una performance deludente nella prima metà del 2023 in quanto l’attenzione resta puntata sul tema “higher rates for longer”. Con la probabile normalizzazione dell’inflazione nel 2023, le attività a reddito fisso dovrebbero diventare più allettanti e offrire nuovi benefici di diversificazione nei portafogli. Le condizioni per l’oro miglioreranno con l’approssimarsi al termine della normalizzazione della politica monetaria. Nel segmento degli investimenti alternativi, le condizioni per il settore immobiliare diventeranno più impegnative nel 2023. La gestione attiva potrà aggiungere maggiore valore, in particolare per gestori secondari, alternative di rendimento privato e strategie di hedge fund con beta ridotto.
In Italia, con il rallentamento della crescita e l’aumento dei tassi d’interesse, i riflettori sono puntati sulla sostenibilità del debito. Negli Stati Uniti invece, le probabilità di recessione sono elevate (oltre il 40%), pur non costituendo il nostro caso di base. L’inflazione ha iniziato a frenare, ma il tasso di inflazione della spesa core per consumi privati (PCE) è destinato a rimanere costantemente elevato, al 3% circa, fino a fine 2023. Secondo il team di Credit Suisse, la Federal Reserve manterrà politiche di inasprimento aggressive, fino a un tasso terminale del 4,75%-5,00%.
L’eurozona resterà in recessione fino alla fine del secondo trimestre del 2023, con un tasso di crescita del -0,2% per l’intero 2023. L’headline inflation potrebbe raggiungere il picco, ma è probabile che diminuirà solo gradualmente. I livelli di inflazione persistentemente elevati e la debolezza della moneta spingeranno la Banca centrale europea ad aumentare i tassi in modo aggressivo fino a un tasso terminale del 3% entro l’inizio del 2023. L’economia svizzera eviterà la recessione e crescerà dell’1% nel 2023 grazie a livelli ancora solidi dei consumi privati. Nel 2023, l’inflazione dovrebbe rallentare ulteriormente. Per la Cina prevediamo nel 2023 una crescita al di sotto delle stime di consenso pari al 4,5%. Un potenziale di crescita più basso, il consolidamento fiscale e l’abbandono lento della politica zero Covid-19 del governo potrebbero costituire un freno per l’economia. Nel 2023 l’economia giapponese segnerà presumibilmente una bassa crescita, allo 0,5%. È probabile che l’inflazione si mantenga al di sopra del 2% per tutto il primo semestre dell’anno. Nel terzo trimestre del 2022 il Regno Unito è entrato in recessione. L’economia del Regno Unito continuerà presumibilmente a contrarsi per la maggior parte del 2023.
Michael Strobaek, global chief investment officer di Credit Suisse, ha dichiarato: “Ci aspettiamo che la volatilità dei mercati finanziari rimanga elevata per via del perdurare dei rischi e di condizioni finanziarie globali rigide. È probabile che ciò rappresenti un ostacolo costante alla crescita e, di conseguenza, agli asset rischiosi. La gestione di un contesto così difficile richiede necessariamente l’adesione a solidi principi di investimento, l’attuazione di un rigoroso processo di investimento in linea con gli obiettivi finanziari a lungo termine degli investitori e il perseguimento di un’ampia diversificazione, anche attraverso gli investimenti alternativi”.
Nannette Hechler-Fayd’herbe, chief investment officer, EMEA e head of global economics & research di Credit Suisse, ha affermato: “Riteniamo che negli ultimi anni l’economia globale sia stata interessata da un processo di reset fondamentale legato alla pandemia, ai cambiamenti demografici e all’indebolimento degli investimenti aziendali dovuto alle fratture geopolitiche e agli effetti del cambiamento climatico. Le ricadute sono evidenti nelle nostre previsioni a lungo termine per l’economia globale, che a nostro avviso crescerà a un ritmo molto più lento. Per il 2023 ci aspettiamo che l’inflazione rimanga al di sopra dei target fissati dalle banche centrali nelle principali economie sviluppate”.
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