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12/21/2022 | Redazione Advisor
A livello tematico, i settori legati alla transizione energetica sono tra quelli che hanno attirato maggior interesse tra gli investitori europei. Morgane Delledonne, head of investment strategy Europa di Global X, evidenzia tre aspetti da tenere in considerazione per esporsi a questo tema: guardare a tutta la catena del valore, valutare i diversi orizzonti temporali delle varie tecnologie e come queste possano essere tra loro complementari.
“Il 2022 ha visto anche un cambiamento del sentiment verso i temi legati al cambiamento climatico, come priorità economica e di sicurezza per l’Europa – spiega Delledonne. “La spinta verso l'indipendenza energetica ha suscitato un enorme interesse da parte degli investitori europei, come testimoniano i forti afflussi netti verso i produttori di Cleantech e di energie rinnovabili (1,17 miliardi di dollari)”.
“A maggio, l'Unione Europea ha lanciato il programma RePowerEU, che prevede un pacchetto di investimenti da 300 miliardi di euro per semplificare e accelerare la transizione alle rinnovabili e investire ulteriormente nelle tecnologie pulite. Ad agosto, gli Stati Uniti hanno annunciato un pacchetto di investimenti da 370 miliardi di dollari nell'ambito dell'Inflation Reduction Act (IRA) e ulteriori incentivi sotto forma di crediti d'imposta sugli investimenti per progetti rinnovabili. Durante la COP27, i Paesi sviluppati si sono impegnati a fornire circa 100 miliardi di dollari all'anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a finanziare la loro transizione verso l'energia pulita”.
I temi della transizione energetica continueranno probabilmente a suscitare l'interesse degli investitori, con l'Europa che cerca di raggiungere l'indipendenza energetica. Per cogliere la tendenza alla decarbonizzazione, Delledonne illustra tre aspetti importanti da considerare nel 2023.
In primo luogo, “è fondamentale valutare di esporsi lungo tutta la catena del valore. Questa comprende quelli che noi chiamiamo “disruptive materials” (come rame, litio, zinco) e determinate materie prime come uranio e argento. Include inoltre tecnologie come pannelli solari, smart grid e batterie al litio, oltre ovviamente ai produttori di energia rinnovabile, ossia tutti quegli elementi necessari per produrre, distribuire e stoccare energia green”.
“In secondo luogo – prosegue – gli orizzonti di investimento per le tecnologie della decarbonizzazione sono molto diversi. Il solare e l'eolico sono attualmente i mercati cleantech più maturi, con costi di produzione minimi, rapida diffusione e flessibilità nelle installazioni. L'energia nucleare ha il potenziale per crescere rapidamente nel medio termine, grazie allo sviluppo dei reattori modulari, più flessibili e veloci da installare rispetto a quelli tradizionali. L'idrogeno invece è ancora in una fase embrionale e ha un profilo di investimento più lungo”.
“Infine, è importante sottolineare come gli investimenti in queste fonti energetiche alternative possono essere complementari. Il solare e l'eolico sono fonti intermittenti, difficili da stoccare e che operano soprattutto a livello locale. Il nucleare e l'idrogeno invece possono sostituire il petrolio nel lungo periodo, data l'immensa capacità di generare energia del nucleare e l'adattabilità delle celle a combustibile dell'idrogeno, che potrebbe aiutare a decarbonizzare settori come i trasporti, l'edilizia e la produzione” conclude Delledonne.
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