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Sostenibilità nelle PMI: come muoversi

12/27/2024 | Max Malandra

Riello Investimenti Sgr ha applicato alle società partecipate dai propri fondi di investimento quanto emerso nella ricerca realizzata con BVA Doxa e Finlombarda e presentata al Forum per la Finanza Sostenibile.


Riello Investimenti Sgr ha applicato alle società partecipate dai propri fondi di investimento quanto emerso nel corso della ricerca "Finanziare la transizione sostenibile delle PMI: aziende e operatori finanziari a confronto", realizzata in collaborazione con BVA Doxa e Finlombarda e presentata al Forum per la Finanza Sostenibile.

Le PMI sono infatti attori chiave nel contesto economico italiano e appare quindi fondamentale un loro coinvolgimento attivo nella transizione verso modelli socioeconomici sostenibili, in coerenza con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. La ricerca ha quindi avuto come focus quello di verificare l’inclusione dei temi ESG nella strategia e nei processi aziendali delle PMI italiane.

La ricerca ha evidenziato un interesse sempre maggiore per le tematiche relative alla sostenibilità, ma al contempo risultano ancora poche quelle in grado di rendicontare le proprie attività in questo campo redigendo un bilancio di sostenibilità. 

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Il campione intervistato nella survey – 513 imprese tra cui anche quelle in portafoglio a Riello - ha evidenziato come solo l’11% abbia rendicontato il proprio impegno in un bilancio di sostenibilità, mentre tra le partecipate della Sgr questo dato sale al 30%. 

Anche andando più nel dettaglio tra le varie iniziative di sostenibilità si rileva una notevole differenza tra il campione e le partecipazioni. Nelle iniziative per efficientamento e riduzione dei consumi energetici (41% per il campione e 88% per le partecipate), nell’utilizzo di energie rinnovabili (34% contro 50%) e nella riduzione di rifiuti e riuso materiali (47% contro 75%).

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“Il modello per lo screening ESG delle aziende target di investimento viene applicato in fase di due diligence prima dell’approvazione di un investimento e forma parte integrante della documentazione utile per la decisione finale – spiegano dalla Sgr – Nel monitoraggio, I temi di valutazione sui pillar E-S-G vengono applicati alle singole imprese secondo una matrice settoriale, alla luce del differente livello di rilevanza di ogni tema rispetto alle caratteristiche specifiche di un settore, dei processi produttivi e dei relativi impatti ambientali e sociali. 

Il nostro modello prevede sei diversi tipi di metriche, di natura qualitativa e quantitativa: azioni tangibili dell’azienda per il miglioramento della gestione delle tematiche ESG, azioni programmate per l’anno successivo, policy e presidi formali delle varie tematiche, certificazioni nei tre pillar E-S-G, qualità nella rilevazione di KPI specifici e infine performance intese come trend dei KPI”.

 

Gli operatori intervistati nella ricerca riconoscono di svolgere una funzione centrale per le PMI e citano molteplici iniziative promosse dalle rispettive organizzazioni per informare e sensibilizzare le aziende sull’importanza della sostenibilità. 

“Le PMI tendono a sottovalutare il valore strategico della rendicontazione ESG – si legge infatti nella ricerca - Un’attività spesso percepita più come costo e ulteriore incombenza che come opportunità per valorizzare l’azienda. Inoltre, gli operatori finanziari rilevano: una scarsa dimestichezza con la terminologia e il lessico propri della sostenibilità; una limitata consapevolezza del valore delle iniziative già avviate; una diffusa reticenza nel divulgare dati sulle pratiche di sostenibilità per il timore di controlli e verifiche su quanto dichiarato (greenhushing)”. 

E i risultati della ricerca sul ruolo degli operatori finanziari nelle strategie ESG delle PMI lo confermano: “dovrebbero farsi promotori dei progetti sostenibili delle imprese” per il 42% degli intervistati e “dovrebbero essere partner dell’azienda nella scelta e progettazione delle soluzioni finanziarie e/o assicurative più idonee” per un altro 38%, mentre solo per l’ultimo 20% “non sono i soggetti più adatti per la promozione di questi progetti”.

 

“La selezione delle sei metriche è stata attuata tenendo in considerazione l’applicabilità dei contenuti alla realtà delle PMI italiane - concludono da Riello - che per loro natura sono caratterizzate da una minore propensione alla formalizzazione di politiche e procedure e da una minore diffusione dei sistemi di rendicontazione non finanziaria rispetto alle imprese di grandi dimensioni presenti sui mercati finanziari regolamentati”.

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