Tempo di lettura: 4min
2/9/2022 | Redazione Advisor
Le foreste e la fibra di legno che esse generano sono di importanza vitale per l’economia globale, poiché forniscono una risorsa rinnovabile per l’edilizia residenziale, l’arredamento, gli imballaggi, la carta, il riscaldamento e l’energia.
E oggi che l’interesse verso il climate change sta diventando sempre più pressante, gli investimenti in Timberland hanno iniziato a rappresentare una componente stabile di molti portafogli istituzionali grazie alle caratteristiche uniche di questa classe di attivo in termini di benefici per il portafoglio di investimenti.
Ma per quale motivo dovremmo allontanarci dal consueto asset mix tradizionale alternativo e fare spazio nel nostro portafoglio a questa forma di investimento?
Per Nuveen, società attiva negli investimenti a livello globale, con 1,3 trilioni di dollari di patrimonio in gestione di cui 1,6 miliardi di dollari in Timberland sono essenzialmente cinque i motivi per investire in forestazione:
1 Solidi fondamentali del mercato, che vedono la domanda di legname in costante aumento, correlata alla crescita economica globale e alla domanda proveniente dai mercati emergenti.
2 Rendimenti interessanti con una rendita finanziaria stabile
3 Diversificazione del portafoglio
4 Copertura contro l'inflazione
5 Benefici climatici
Negli ultimi tre decenni i rendimenti dei terreni boschivi degli Stati Uniti sono stati estremamente competitivi rispetto alle classi di attivo tradizionali. Nel periodo 1992-2020 in un’ampia gamma di classi di attivo le foreste hanno performato meglio rispetto alle strategie obbligazionarie statunitensi e globali e a quelle azionarie non statunitensi, con un margine di 177-377 basis pont.
Inoltre negli ultimi decenni i rendimenti delle foreste degli Stati Uniti hanno mostrato una correlazione limitata con le classi di attivo tradizionali e gli investitori cercano classi di attivo con correlazioni basse e negative al fine di migliorare la diversificazione e ridurre il rischio del portafoglio.
La ricerca continua a mostrare che gli investimenti in categorie relativamente illiquide di beni reali- Timberland, Farmland e Commercial Real Estate - hanno mostrato correlazioni basse o negative con le azioni e con il reddito fisso. Infatti, tra il 1992 e il 2020 e negli anni successivi alla crisi finanziaria globale (2008-2020) le correlazioni basse e negative tra i rendimenti del legname e le classi tradizionali dimostrano che gli investimenti in forestazione hanno fornito guadagni per gli investitori istituzionali. Così come per l’inflazione. Tra il 1992 e il 2020, la correlazione tra l'IPC (indice dei prezzi al consumo) degli Stati Uniti e il legname è stata positiva. A conferma che tale investimento può rappresentare una copertura anche contro l’inflazione.
Infine, la classe di attivo delle foreste vanta la più bassa intensità media di carbonio - o di emissioni nette di CO2 per dollaro investito –, tra le classi di attivo sia alternative che tradizionali
L’investimento in forestazione, quindi, si può considerare una strategia efficace. Ma le modalità di approccio per affrontare tale mercato devono cambiare. Per Nuveen, che dal 2014, ha piantato più di 84 milioni di alberi e trasformato più di 38.000 ettari di terreni agricoli marginali in terreni forestali, sostenendo la sostenibilità continua del legname, sono tre le convinzioni fondamentali: gestione attiva, diversificazione e sostenibilità.
“Dal momento che gli alberi assorbono il carbonio trasformandolo in legno e cellulosa, attraverso la misurazione dei diversi alberi delle nostre piantagioni, possiamo stimare la quantità totale di carbonio stoccato in ogni foresta. La raccolta di queste misurazioni per tutto il patrimonio boschivo che abbiamo in gestione rientra nel nostro inventario forestale annuale, grazie al quale possiamo monitorare l’assorbimento di carbonio nel tempo e quantificare l'impatto climatico di ciascuno dei nostri investimenti sul lungo termine ” sottolinea Martin Davies, Global Head of Nuveen Natural Capital che aggiunge “incorporiamo procedure di analisi del rischio climatico in tutte le due diligence pre-investimento e nelle revisioni a livello di portafoglio e delle singole proprietà. Le nostre valutazioni tengono conto dei parametri climatici disponibili più attendibili, così come della geografia, delle specie e della silvicoltura specifiche delle proprietà. I dati relativi al territorio regionale e locale ci permettono di valutare i rischi legati al clima in tutta l’area, fornendo informazioni utili sia al processo decisionale operativo che al posizionamento del portafoglio. Questo approccio attivo alla gestione del rischio climatico consente di garantire la resilienza degli asset attuali e di identificare opportunità di investimento più sostenibili per il futuro”.
Sergio Trezzi, managing director del gruppo, in merito alla strategia di Natural Capital ha sottolineato “siamo felici che una delle più importanti strategie di Private Market adottate da decenni da TIAA sia ora anche a diposizione della nostra clientela. Le competenze maturate nel corso degli anni nella gestione delle Risorse Naturali risultano oggi più che mai necessarie per affrontare nuovi scenari di mercato e le complesse sfide legate al climate change”.
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie