La desertificazione bancaria pone sempre più impellente la domanda se sia arrivato il momento di fare il “salto” e intraprendere la libera professione. Nel parla, con un post su LinkedIn, Marco Ferrari (in foto), head of recruitment di Banca Widiba. 

La sua riflessione parte da questa domanda: “Il settore bancario sta evolvendo, il futuro è la consulenza finanziaria? Il mondo delle banche sta rapidamente cambiando. L'era delle filiali sembra contrarsi, per lasciare spazio a un nuovo modello basato su consulenti liberi professionisti: maggiore flessibilità e una consulenza più professionale e personalizzata. Ne parlo nel mio articolo rivolto ancora una volta principalmente ai dipendenti bancari: Quali sono le implicazioni per il tuo futuro? Cosa significa fare questo passaggio?”. Di seguito riportiamo l’articolo integrale di Marco Ferrari.

Dove sono finiti i “bancomat” 

“Lavoro in banca da più di 35 anni e, come spesso capita, amici e parenti si rivolgono a me per domande anche molto semplici. Una di queste sembra banale, ma non lo è: “Marco, perché non si trova più un bancomat per prelevare?” 

E sono sempre di più le vetrine impolverate con sopra l’impronta di qualche insegna che è stata rimossa, là dove, appunto, c’era una filiale. 

Negli ultimi anni, il panorama bancario italiano ha visto una significativa desertificazione degli sportelli, accompagnata dal proliferare di banche (e servizi) digitali. Gli investimenti di grandi player come Intesa Sanpaolo su IsyBank e la nascita di Fideuram Direct, così come la nascita di Buddy Bank piuttosto che di Hello Bank, sono segnali chiari che tutto il settore sta velocemente orientandosi verso i servizi digitali.  Lo dico in premessa per non ribadire il concetto più avanti, proprio Banca Widiba si distingue da sempre come una realtà phygital, avendo combinato l’innovazione digitale con la presenza dei propri consulenti finanziari. Questa trasformazione pone importanti domande a chi lavora nel settore bancario tradizionale.

Il futuro dei bancari: una scelta di vita 

“Alla luce di ciò, è opportuno fare delle valutazioni: c’è una soluzione di fronte alla inarrestabile chiusura degli sportelli e all’aumento delle aspettative di performance, orientate alla vendita di prodotti prestabiliti piuttosto che alla consulenza? Se la qualità del lavoro e la possibilità di offrire un servizio di consulenza autentico ai vostri clienti sono elementi cruciali è opportuno chiedersi se si è soddisfatti della propria situazione attuale. Anche se può sembrare paradossale, in questo senso la libera professione è in grado di offrire maggiori tutele (della previdenza ne ho già parlato nel mio precedente articolo), prima fra tutte la qualità del lavoro: partendo dal non rischiare un trasferimento d’ufficio o la chiusura della filiale che vi costringa improvvisamente a lavorare lontano da casa, fino ad arrivare al livello di consulenza che, come professionisti, siete in grado di offrire ai vostri clienti.  Dal mio punto di vista, la soddisfazione lavorativa deriva anche dalla serenità e dalla possibilità di non dover costantemente attendere avanzamenti di carriera sempre più tardivi e mai di completa soddisfazione”. 

Dove vi vedete tra 5 anni? 

“Durante i colloqui, spesso pongo una domanda provocatoria: “come ti vedi tra cinque anni?”, se chi mi risponde è soddisfatto della sua attuale posizione e della propria prospettiva, bene così, ma quando la risposta è incerta, forse è il momento di valutare nuove opportunità. La libera professione offre non solo una maggiore opportunità economica, da un punto di vista reddituale se hai la gestione di un portafoglio puoi ottenere di più e se hai dei progetti di vita puoi avere più stabilità per realizzarli. Parlando quindi di progetti di vita personali: non sei soggetto al rischio di fusioni e accorpamenti, chiusure di sportelli o trasferimenti d’ufficio, non dipendi quindi da altri per le tue ambizioni e sei padrone del tuo futuro. Penso ad esempio a tutti quei colleghi che mi hanno confidato di avere difficoltà nel costruirsi una famiglia a causa della distanza tra casa e luogo di lavoro”. 

La rana bollita 

“Nell'ormai lontano 1882 venne condotto un esperimento alla John Hopkins University. I ricercatori verificarono che introducendo una rana in un contenitore di acqua bollente, questa tentava subito di salvarsi saltando fuori. Introducendola in acqua fredda e "alzando la temperatura di 0,002°C al secondo, la rana venne trovata morta al termine di 2 ore e mezza senza neanche essersi mossa" [1]. La rana, infatti, non tentò subito di saltare fuori per salvarsi, ma si era abituata inesorabilmente alla propria condizione fino a che non era troppo tardi. Trovo che questa sia una metafora molto calzante rispetto agli sviluppi del nostro settore. Per dare una prospettiva ancora più evidente, penso a come si sia evoluto il settore bancario statunitense (quasi sempre precursore di quanto accadrà anche nel nostro continente). Oggi negli USA la maggior parte delle banche ha pochi sportelli, presidiate da personale a scarsa competenza ed a basso reddito, concentrando in poche figure centrali le responsabilità cui si accompagnano stipendi straordinari. Riflettendoci, in Italia siamo davvero lontani da questa situazione? Per fare un altro esempio e ritornare all’apertura di questo articolo: negli Stati Uniti (e non solo) lo sportello bancomat ormai non lo si trova più soltanto nei locali delle banche. Anzi, gli ATM sono ovunque tranne che presso le banche stesse. Anche nelle nostre località più turistiche si cominciano a vedere questi esempi. Siamo sicuri che il nostro settore non abbia già fortemente virato verso questa direzione?”.

[1] William Thompson Sedgwick, “On the Variation of Reflex Excitability in the Frog induced by changes of Temperature,” Stud. Biol. Lab. Johns Hopkins University (1882)