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Da bancario a CF, ecco come Enasarco favorisce il passaggio

1/23/2025 | Daniele Riosa

Marco Ferrari, national recruiting manager della rete dei CF di Banca Widiba, spiega che, “a partire dal 1° gennaio 2024, è possibile richiedere la cosiddetta ‘rendita contributiva’, un trattamento pensionistico proporzionale ai contributi versati, che colma una lacuna storica per molti professionisti del settore”


“Stai pensando al passaggio dalla banca alla consulenza finanziaria? Forse una recente novità normativa di Enasarco potrebbe fare la differenza per il tuo futuro previdenziale e per la tua scelta”. Lo scrive, con un post su LinkedIn che rimanda al suo blog, Marco Ferrari (in foto), national recruiting manager della rete dei consulenti di Banca Widiba.

Di seguito riportiamo il testo integrale

"Una variazione normativa introdotta da poco da Enasarco ha aperto nuove prospettive per i professionisti iscritti alla cassa, in particolare per coloro che, come i dipendenti bancari che passano alla consulenza finanziaria, pur versando i contributi, non raggiungono il requisito minimo dei 20 anni per accedere alla pensione di vecchiaia.

A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, è possibile richiedere la cosiddetta “rendita contributiva”, un trattamento pensionistico proporzionale ai contributi versati, che colma una lacuna storica per molti professionisti del settore.

Implicazioni per i bancari in transizione verso la libera professione

Per molti bancari che hanno scelto o stanno valutando di intraprendere la carriera da consulente finanziario, questa novità normativa rappresenta un importante aggiornamento.

In passato, uno dei principali ostacoli al passaggio, in particolare per dipendenti con età superiore ai 45 anni, era rappresentato dalla perdita dei contributi versati a Enasarco nel caso in cui non si fosse raggiunta la soglia minima di 20 anni. Con questa variazione normativa, anche i percorsi professionali più brevi possono essere valorizzati, offrendo una maggiore tutela previdenziale.

Il contesto del cambiamento

La decisione di Enasarco di introdurre la rendita contributiva risponde all'esigenza di adeguare il sistema previdenziale alle nuove dinamiche del mercato del lavoro. La crescente flessibilità lavorativa, caratterizzata da una maggiore incidenza di contratti atipici e di liberi professionisti, ha reso necessario ripensare i requisiti per l'accesso alla pensione. Inoltre, la presenza di numerosi "contributi silenti", ovvero versamenti non convertiti in pensione per mancato raggiungimento dei requisiti minimi, ha sollecitato l'intervento del legislatore.

Chi può beneficiare della rendita contributiva?

Possono accedere alla rendita contributiva gli iscritti Enasarco che:

 

  • Sono iscritti dal 1° gennaio 2012.
  • Hanno compiuto almeno 67 anni.
  • Hanno accumulato almeno 5 anni di contribuzione.

 Questo strumento si rivolge quindi a coloro che, per età o per percorso professionale, non riescono a raggiungere il requisito dei 20 anni di versamenti richiesti per la pensione ordinaria o anticipata.

Approfondimento normativo: requisiti e funzionamento

Per il calcolo della rendita si applica il metodo contributivo, con una riduzione del 2% per ogni anno mancante al raggiungimento della "quota 92" (somma di età e anni di contribuzione). È importante sottolineare che la quota 92 rappresenta un parametro indicativo e che le regole di calcolo possono variare nel tempo in base alle normative vigenti.

Esempi pratici

Esempio 1:

 

  • Anacleto è un professionista con 17 anni di contributi versati a Enasarco che nel 2025 ha compiuto 67 anni.
  • 92 - (67+17) = 92 – 84 = 8
  • La sua rendita teorica di Anacleto verrà ridotta del 16% (2% x 8 anni).

 

Esempio 2:

 

  • Adalgisa è una professionista con 8 anni di contributi con Enasarco che nel 2025 raggiungerà i 67 anni di età.
  • 92 - (67+8) = 92 – 75 = 17
  • La rendita di Adalgisa subirà una riduzione del 34% (2% x 11 anni)


 Un nuovo contesto professionale

Questa nuova disposizione potrebbe rappresentare uno stimolo per molti professionisti del settore bancario a considerare la libera professione come una scelta sostenibile anche sotto il profilo previdenziale. La consulenza finanziaria si configura come un’opzione che unisce autonomia professionale, competenze specialistiche e una rete strutturata di supporto.

A maggior ragione, in un momento in cui il settore bancario sta attraversando significativi cambiamenti, la consulenza finanziaria rappresenta una naturale evoluzione per chi desidera mettere a frutto le competenze acquisite, mantenendo un forte controllo sul proprio futuro professionale e previdenziale.

 

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