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7/2/2024 | Daniele Barzaghi
Le riorganizzazioni bancarie italiane si sono per almeno un decennio basate sull'equilibrio di una assunzione (tendenzialmente giovane, e quindi meno pagata) ogni due licenziamenti (di lavoratori con maggiore anzianità).
Per la prima volta, in occasione dell'attuale trattativa con Banco Bpm, terza banca italiana per masse, i sindacati hanno detto basta a questo modello di accordo: 1600 esuberi contro 800 assunzioni sono sembrati eccessivi per garantire il funzionamento e la qualità di impiego presso l'istituto guidato da Giuseppe Castagna (in foto).
In particolare hanno abbandonato il tavolo Fisac Cgil, First Cisl e Uilca Uil lasciando Fabi e Unisin nello scomodo ruolo di sindacato giallo.
La novità potrebbe rappresentare uno spartiacque, forse destinato ad arginare la costante riduzione del personale bancario passato dai 282.130 lavoratori a fine 2019 ai 262.250 di fine 2003: ovvero -7% in appena 4 anni.
Intenzione di Banco Bpm era accedere al fondo di solidarietà interbancario ma per farlo è necessario l'accordo sindacale.
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