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12/15/2023
L’inflazione, con le sue ripercussioni sulle scelte in materia di risparmi, consumi e investimenti, è la grande protagonista dell’edizione 2023 dell’ "Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani", elaborata da Intesa Sanpaolo e dal centro studi Einaudi.
Un fenomeno, quello dell’aumento prolungato dei livello dei prezzi con conseguente diminuzione del potere di acquisto, che soltanto il 38% del campione analizzato è in grado di definire correttamente ma che comunque non ha trovato impreparati gli italiani che, come evidenzia la ricerca, “hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare”. Certo, liquidità, obbligazioni a tasso fisso e mattone sono stati visti come i porti sicuri (e non magari l’oro e i “beni rifugio” che lo sono davvero) ma qualcosa in termini di miglioramento del livello dell’educazione finanziaria si nota.
Il 95% delle famiglie sondate si percepisce e si dichiara finanziariamente indipendente (era il 93% a fine 2022) e cresce anche la percentuale di quanti affermano di riuscire a risparmiare (54,7% contro il 53,5% di un anno fa), con un incremento della quota di reddito messa da parte mediamente (il 12,6% rispetto all’11,5%).
Risparmia per la casa il 30% del campione, per i figli il 16% e ben un terzo degli interpellati lo fa come pratica precauzionale, senza una motivazione o un obiettivo preciso. Forse troppo tecnico il risparmio legato all’inflazione dichiarato soltanto dal 5% del campione.
Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86% degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche e, confermando la tradizionale sotto-assicurazione italiana, il 68% non ha una polizza sulla vita.
Tra gli investimenti finanziari la ricerca conferma quanto i lettori di Advisor hanno letto e sanno ormai: salgono le obbligazioni (sono arrivate al 28% dei portafogli di chi le detiene, contenendo in parte la flessione del risparmio gestito), mentre i listini borsistici restano una scelta di nicchia utilizzata soltanto dal 4,2% del panel di osservazione. Nell’ambito degli investimenti alternativi invece dominano l’oro (23% degli intervistati) e i fondi sostenibili ESG (13%).
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