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9/18/2023
Contrariamente alle attese di molti osservatori, lo scorso 14 settembre la BCE ha aumentato ancora i tassi, portandoli al massimo storico del 4,5%, per combattere l’inflazione che nell’area euro rimane ancora elevata. La previsione rivista al rialzo del 3,2% nel 2024 conferma l'opinione di Francoforte che l'inflazione rimane "troppo alta troppo a lungo" (al di sopra del suo obiettivo di medio termine del 2%). Nella sua dichiarazione di accompagnamento, la BCE ha lasciato intendere che i tassi di interesse potrebbero aver raggiunto un plateau, affermando che il mantenimento dei tassi di interesse ai livelli attuali per un periodo prolungato aiuterebbe a raggiungere la stabilità monetaria. Ciò detto, questa decisione non preclude ulteriori rialzi se l'inflazione dovesse persistere al di sopra della traiettoria prevista.
Secondo un'analisi di Moody’s, l'aumento dei tassi è ancora positivo per le banche dell'area dell'euro, i cui ricavi beneficiano di un aumento degli interessi attivi. Tuttavia, l’agenzia di rating prevede un deterioramento del contesto operativo delle banche nel 2024, che peserà sull’attività dei prestiti, mentre la maggior parte degli istituti sarà sottoposta a maggiori pressioni per aumentare i tassi sui depositi.
Moody’s rileva che le banche dell'area dell'euro, in particolare quelle spagnole, italiane e olandesi, hanno registrato profitti molto elevati nella prima metà dell'anno, “ma la continua diminuzione dell'attività di prestito limiterà benefici del repricing dei prestiti nei Paesi in cui quelli a tasso variabile costituiscono la maggior parte del portafoglio prestiti delle banche. Le banche francesi rappresentano un'eccezione significativa, con un calo del reddito netto da interessi a causa dei forti aumenti della remunerazione dei risparmi regolamentati. Il deterioramento dell'accessibilità al debito e l'inasprimento degli standard di credito continueranno a pesare sull'attività di prestiti sia alle imprese che alle famiglie”.
In Spagna gli utili record delle banche nel 2022 e 2023, in un contesto di tassi d'interesse più elevati, hanno indotto il governo a imporre speciali imposte una tantum sugli "extra-profitti", un provvedimento che è attualmente in discussione anche in Italia. Mentre misure simili potrebbero essere adottate anche in altri Paesi, la BCE, in un parere emesso in risposta alla proposta del governo italiano, ha evidenziato i rischi al ribasso che questa comporta. “La BCE ha sottolineato che la riduzione dei volumi dei prestiti, l'aumento dei costi di finanziamento e del costo del rischio potrebbero, nel corso del ciclo di inasprimento monetario, annullare l'impatto positivo iniziale dei rialzi dei tassi e persino portare a un impatto negativo sulla redditività delle banche” sottolinea Moody’s.
Inoltre, avverte l’agenzia di rating, “i costi di finanziamento delle banche aumenteranno a causa della maggiore percentuale di depositi fruttiferi nel mix di finanziamento della clientela; i clienti delle banche continueranno a riallocare i loro saldi di cassa verso tipologie di depositi e altre forme più attraenti di remunerazione, come il risparmio gestito. A giugno 2023 i depositi a vista dei clienti delle banche dell'area euro sono diminuiti del 7% su base annua, mentre i depositi vincolati sono aumentati del 49%. Se il calo dei depositi a vista dovesse continuare, le banche saranno costrette ad aumentare i tassi di interesse offerti, erodendo una parte dei benefici in termini di redditività derivanti da tassi sui prestiti più elevati”.
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