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11/20/2024 | Daniele Barzaghi
La ricchezza finanziaria degli italiani è quasi triplicata dal 1996 ad oggi, passando da 1.975 a 5.692 miliardi. Un dato certamente positivo ma che, a ben guardare, nasconde delle ombre: il tasso di risparmio delle famiglie è progressivamente diminuito negli ultimi decenni e, se negli anni Ottanta era pari a ben il 28% dei guadagni, nel 2024 si è ridotto ad appena l’8,4%. Un livello che oltretutto, secondo le previsioni, rimarrà invariato nel prossimo triennio.
La capacità delle famiglie italiane di generare nuova ricchezza è diminuita significativamente, passando da flussi cumulati di 1.746 miliardi di euro tra il 1996 e il 2009 a soli 950 miliardi di euro negli anni successivi.
Per questo l’industria italiana del private banking (che gestisce 1.242 miliardi di euro, con un aumento del +23% nell’ultimo anno, ndr) ha deciso di trasformarsi, mantenendo la propria caratteristica di preservazione dei patrimoni ma anche aumentando la componente di valorizzazione e crescita dei risparmi degli italiani; visto che lo stock di ricchezza nazionale ha registrato una crescita media annua nominale dell’1,6%, ma in termini reali ha subito una contrazione media annua dello 0,4%, penalizzata da un’allocazione inefficiente.
L’Associazione Italiana Private Banking in questo senso ha deciso di dedicare proprio al tema della crescita, la XX edizione dell’annuale Forum AIPB, organizzato durante la giornata di domani, 21 novembre, presso Palazzo Mezzanotte, a Milano.
“Crescita sarà la parola chiave dell’edizione 2024 del nostro Forum” ha ribadito Andrea Ragaini (in foto in alto), presidente di AIPB. “Il private banking può guidare gli investitori verso scelte più consapevoli e supportare gli imprenditori (il 23% dei clienti italiani di fascia private, ndr) nelle loro strategie di crescita, stimolando una nuova fase di sviluppo e benessere per il nostro Paese”.
“La crescente aspettativa di vita, unita al crescente gap pensionistico previsto per i prossimi anni, richiede un ripensamento delle strategie di allocazione della ricchezza che deve servire una vita sempre più lunga e sempre più attiva”, ha proseguito Ragaini. “Per affrontare questa sfida, e favorire la crescita degli importanti stock di ricchezza delle famiglie italiane, è fondamentale ridurre la quota di liquidità nei portafogli, diversificare maggiormente gli investimenti aumentando il peso azionario a scapito di quello obbligazionario, ed estendere l’orizzonte temporale delle scelte finanziarie".
Per i responsabili dei principali istituti italiani di private banking, infatti, sono proprio questi tre i principali ambiti di ottimizzazione per stimolare la crescita della ricchezza delle famiglie: la riduzione della quota di liquidità (secondo il 91% degli operatori), una maggiore diversificazione degli investimenti (92%) e l'estensione dell'orizzonte temporale (88%).
“Le famiglie assistite dal private banking vantano già oggi una diversificazione dei portafogli nettamente superiore rispetto alle altre famiglie italiane” segnala Antonella Massari (a sinistra in foto), segretario generale AIPB. La liquidità incide solo per il 12% del portafoglio, contro il 50% delle altre famiglie, mentre gli investimenti in azioni raggiungono il 29%, rispetto a un modesto 10% degli altri. Tuttavia, i private market rimangono marginali. “Per l’industria del private banking una priorità chiave è aumentare gli investimenti in azioni e nei mercati privati nei prossimi mesi, così da cogliere opportunità non disponibili nei mercati quotati” conferma Massari.
Questa strategia ha consentito infatti al private banking di registrare una crescita degli asset superiore a quella degli altri canali: +12,8% tendenziale, nettamente maggiore rispetto al +1,3% registrato da banche commerciali, assicurazioni e Poste.
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