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Aipb, private bank alla conquista del mercato non servito

5/18/2016 | Stefania Pescarmona

Su 628 mila famiglie private italiane, che detengono circa 985 miliardi, solo la metà sono servite da strutture private. Una percentuale che rimane pressoché la stessa, anno dopo anno


Se il mercato servito dal private banking è in continua crescita, con masse che a settembre 2015 avevano raggiunto i 535 miliardi di euro, in aumento dai 513 miliardi di fine 2014, quello potenziale non servito è in stallo, caratterizzato da clienti che continuano ad affidarsi a istituti generalisti o non specializzatii. Questa la situazione che sta vivendo, ormai da anni, il private banking italiano, che non è ancora riuscito a conquistare una fetta importante di mercato. “Basti pensare che le famiglie private italiane sono circa 628.000, ovvero solo il 2,5% del totale delle famiglie del nostro Paese: una piccola percentuale che però detiene una (grande) ricchezza finanziaria, pari a circa 985 miliardi di euro”. A scattare la fotografia è Aipb, che poi puntualizza che “di queste famiglie, (solo, ndr) circa la metà sono servite da strutture private” e che “questa percentuale rimane pressoché la stessa anno dopo anno”.

 

C'è quindi tutto un mercato potenziale da sviluppare. Secondo Aipb è soprattutto una questione di identità del settore. “È indubbio che i servizi private e non private si declinino in modo abbastanza simile, il distinguo risiede piuttosto nella logica operativa. Ad esempio, i clienti di promozione finanziaria considerano il private come un servizio di alta consulenza su misura del singolo. Inoltre, i portafogli dei clienti serviti risultano decisamente più articolati, con una maggior presenza di prodotti azionari e del risparmio gestito – commenta l'Associazione - E se i portafogli sono più articolati, ciò significa che tendenzialmente la relazione banca-cliente è più intensa. Inoltre, il cliente servito si concentra sul profitto che l’istituto riesce a garantirgli, mentre al cliente non servito interessa maggiormente ottenere una qualsiasi forma di consulenza”.

 

Tutto questo per dire che il private banking ha ampie opportunità di sviluppo, in un futuro neanche troppo lontano. Rispetto al passato intanto sono stati fatti grandi passi avanti, almeno per quanto riguarda la maggiore notorietà del servizio; segno quindi che, nel tempo, l’attività di comunicazione volta a fare conoscere i contenuti del servizio private ha lavorato positivamente, al punto che oggi la quasi totalità delle famiglie ne conosce l’esistenza. “Una buona notizia, se si considera che la consapevolezza di oggi potrebbe trasformarsi, sempre nell’ottica della clientela ancora non servita, in una scelta favorevole al private di domani”, conclude Aipb.

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