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AIPB Outlook 2025: gli asset manager puntano sull'azionario. I private banker vedono ancora valore nei bond

10/11/2024 | Daniele Barzaghi

Alla ricerca, presentata da Andrea Ragaini e Federica Bertoncelli, hanno partecipato 23 case di gestione e 18 banche private


L'azionario resta al centro delle preferenze di investimento 2025 delle 23 case di gestione* aderenti all'Associazione Italiana Private Banking (in foto sopra il presidente Andrea Ragaini) che hanno partecipato all'AIPB Outlook 2025. Ma le 18 banche private** coinvolte nella ricerca ci stanno arrivando per gradi e per i prossimi 12 mesi (fino a settembre 2025, ndr) proporranno ai propri clienti di continuare a puntare in primis sull'obbligazionario.

Secondo i risultati del questionario posto, con logica da distributori, da AIPB alle case di gestione (i risultati non sono infatti una media degli outlook degli asset manager, ndr), è stato in parte scongiurato il timore di una recessione, come sintetizzato da Federica Bertoncelli, responsabile del Centro Studi di AIPB: “Nessun asset manager si aspetta come prima opzione una crescita forte, in nessuna delle macroaree geografiche (vedi immagine sottostante) ma, rispetto alla rilevazione di febbraio 2024, scompaiono o diminuiscono le aspettative di recessione. Le prospettive sono abbastanza positive per l'Europa, mentre l'unica area di dubbio, ma anche perchè veniva da una precedente view molto positiva, è quella degli Stati Uniti".

“L'Europa è comunque condizionata dalla situazione delicata di Germania e Francia su cui nessuna casa di gestione se la sente di puntare, mentre invece le aspettative maggiori sono su Spagna ed Est Europa; con l'Italia a metà classifica, prima tra le tre principali economie continentali”.

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L'AIPB Outlook 2025 ha per la prima volta voluto indagare il tema del debito pubblico e quanto questo possa rappresentare un fattore di effettiva instabilità per i Paesi: “Un fattore dall'impatto preoccupante in particolare per l'Italia e per gli Stati Uniti per il 53% delle case di gestione sondate e ritenuto addirittura ‘molto preoccupante’ per un non trascurabile 5%” segnala Bertoncelli (in foto sotto).

Sul fronte dell'inflazione (che a inizio anno non è calata come invece era nelle aspettive degli esperti) i timori maggiori sembrano scongiurati e nei prossimi mesi, ci si attende un valore tra il 2 e il 2,5% in Europa e tra il 2,5 e il 3% negli Stati Uniti, con almeno quattro tagli dei tassi in 12 mesi sia dalla BCE sia dalla FED entrambe in fase espansiva.  “Il raggiungimento del target del 2% è atteso in Europa per il 2025, mentre tra gli analisti si dividono tra il 2025 e il 2026 negli Stati Uniti. In una situazione percepita come ‘sotto controllo’, con politiche monetarie in grado di reindirizzare l'inflazione, nella lettura degli asset manager coinvolti".

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Le tematiche che oggi impensieriscono i responsabili investimenti delle case di gestione sono altre: prima su tutte la situazione di tensione tra Stati Uniti e Cina (valutata con un rischio tra il medio e l'alto dal 95% dei sondati), che ruba lo scettro delle paure alla crisi del real estate cinese che invece dominava gli scenari sei mesi fa. In rapido aumento sono invece le preoccupazioni per le guerre di Israele, mentre sono sempre meno quelli che si aspettano un'esplosione di una bolla nel comparto dell'intelligenza artificiale.

“A fronte di questo scenario si inserisce l'asset allocation vera e propria degli asset manager” spiega Federica Bertoncelli. “C'è una evidente egemonia dell'azionario, sovrappesato a 12 mesi dal 60% degli operatori e a tre anni addirittura dal 60%. L'atteggiamento verso l'obbligazionario è ancora positivo ma la direzione è quella di una maggiore neutralità (53% a tre anni). La liquidità viene sottopesata, mentre i private market - non valutabili nel breve periodo vista la loro illiquidità - sono sovrappresati a tre anni, a differenza dell'immobiliare per cui gli operatori propendono per un'esposizione neutrale” (nel grafico sottostante i dati in dettaglio).

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“Se dovessimo però immaginare come questi cambiamenti di strategia da parte degli asset manager si traducono nella creazione di un portafoglio ideale avremmo ad oggi un 46% delle masse investito in equity, un 37% in bond, un 8% nei private market, un 6% nel real estate e un 4% lasciato in liquidità” sintetizza la responsabile dell'Ufficio Studi di AIPB, “con l'effetto che anche tutte le correzioni tattiche di breve periodo tendono comunque sul medio periodo a questo modello di allocazione da parte degli asset manager”. 

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“A seguito delle riflessioni fatte con voi della stampa specializzata” ha quindi preso la parola il presidente di AIPB, “abbiamo voluto confrontare queste strategie di mercato con la proposta che gli istituti di private banking intendono proporre ai propri clienti nei prossimi 12 mesi”.

“Le scelte in questo caso cambiano rispetto alle case di gestione; non in maniera sostanziale, non nel medio e lungo periodo ma nel prossimo anno sì” ha evidenziato Ragaini. “I distributori continuano ad accompagnare i clienti verso il mondo obbligazionario. È quasi un plebiscito: il 79% delle banche intervenute mette al primo posto l'obbligazionario, pur con una positività (al 47%) anche sull'azionario. Questo è molto corretto da parte di operatori di private banking che partono sem

pre dalla protezione del patrimonio dei clienti e visto che la componente obbligazionaria offre ancora dei rendimenti, che finiranno tra qualche mese, continuano a inserire nei portafogli una buona componente di bond. Si cerca di cogliere l'attimo fuggente, prima della discesa definitiva dei tassi di interesse. A tre anni poi la visione cambia e l'azionario, anche nel caso dei distributori, la fa da padrone".

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Stupisce maggiormente la posizione di neutralità a tre anni espressa riguardo ai private market e all'immobiliare, vista la grande attenzione mediatica data a questa componente dei portafogli. “Come operatori di private banking e come associazione stiamo investendo molto in questo ambito” conferma infatti il presidente AIPB.  

Riguardo ai rendimenti attesi, l'asset class azionaria presenta dei rendimenti negativi (tra il -10 e lo 0 per l'11,8% dei sondati) ma la media è ampiamente positiva visto che il 58,8% si attende rendimenti tra il 5 e il 10%, il 23,5% tra lo 0 e il 5% e il 5,9% addirittura superiori al 10%; ancor più rosea l'aspettativa verso l'obbligazionario: dal 5 al 10% per il 76% degli istituti di private banking e oltre il 10% per il 24%.

“E se devo aggiungere un commento personale, anche se da quando sono presidente di AIPB la mia view personale deve coincidere assolutamente con quella dell'associazione" ha ironizzato Andrea Ragaini "ritengo molto ragionevoli sia la proposta dell'asset management sia la risposta del private banking”.

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Le 23 case di gestione che hanno risposto in tempo all'AIPB Outlook 2025 sono state: AcomeA, Algebris Investments, Allianz Global Investors, Allianz Investitori Sgr, Allspring, Arcano, BNP Paribas AM, Capital Group, Eurizon, Fidelity International, Franklin Templeton, GAM Investments, Goldman Sachs AM, J.P.Morgan AM, Jupiter AM, M&G Investments, Natixis IM, Nordea AM, Pictet AM, Robeco, Rothschild & Co, T.Rowe Price e Wellington Management.

**  I 18 istituti di private banking che hanno risposto in tempo all'AIPB Outlook 2025 sono stati: Banca Aletti, Banca Finint, Banca Generali Private, Banca Patrimoni Sella & C., Banca Profilo, Banco Desio, BNL-BNP Paribas PB, Bper PB, Cassa Lombarda PB, Credem Euromobiliare PB, Credit Agricole, Deutsche Bank, Ersel WM, Fineco PB, Mediobanca Premier, Mediobanca PB, Mediolanum PB e Unicredit PB.

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