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10/1/2024 | Daniele Barzaghi
La riduzione del carico fiscale ma anche la sfiducia nella tenuta finanziaria e geopolitica del proprio Paese sono le principali cause che spingono i cittadini più ricchi a portare capitali all'estero.
In termini generali sono i cittadini cinesi che oggi detengono maggiori masse all'estero: ben 2,1 trilioni di dollari, secondo “L'Atlante del mondo offshore”.
Seguono gli Stati Uniti (1,6 trilioni), un Paese relativamente piccolo come il Regno Unito (1,2 trilioni), Taiwan minacciata da venti di guerra (700 miliardi) e un Paese dalla forte concentrazione di ricchezza come gli Emirati Arabi Uniti (570 miliardi).
L'Unione Europea arriva soltanto in sesta posizione con la Francia (545 miliardi), superando l'Arabia Saudita (407 miliardi), la Germania (377 miliardi), il popoloso Giappone (352 miliardi) e il Canada (301 miliardi).
E l'Italia? Il nostro Paese risulta quindicesimo per capitali portati all'estero: 198 miliardi di dollari (dopo Russia, Messico, Australia e Qatar).
Questo naturalmente in termini di masse generali. La classifica dei Paesi cambia notevolmente se si considera il peso dei patrimoni all'estero rispetto ai Prodotti Interni Lordi nazionali; e forse dà dati geopolitici anche più interessanti
In questo caso l'Italia appare “quasi” virtuosa ricoprendo soltanto la settantaseiesima posizione su 193 Stati considerati, con patrimoni offshore pari al 10% del PIL.
A guidare questa volta il gruppo è la Giordania (119%), seguita da Emirati Arabi (112%), Kuwait e Taiwan (92%), Qatar (85%) e Grecia (64%).
Tra i maggiori Paesi, il Regno Unito è al 40%, la Francia al 20%, la Russia e la Cina al 12%, la Germania al 9%. E gli Stati Uniti? I patrimoni offshore corrispondono al 6% del PIL.
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