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8/23/2024 | Daniele Barzaghi
HSBC punta a raddoppiare le proprie masse nel mercato della gestione patrimonale britannica: intende portarle a 100 miliardi di sterline (118 miliardi di euro) nei prossimi cinque anni con un massiccio reclutamento di advisor, come segnalato dal responsabile della divisione José Carvalho.
La principale banca britannica per portafogli (gran parte degli attivi è però in Asia, ndr) si unisce ad altri grandi istituti inglesi che negli ultimi mesi hanno dichiarato di voler ottenere maggiori entrate da commissione sulla fascia di clientela “mass affluent” (clienti con depositi tra 75.000 e 250.000 sterline), quella per cui nacque la consulenza finanziaria più comune.
“La connettività internazionale è il nostro vantaggio competitivo e sta guidando la crescita” segnala la banca, forte di quasi 700 miliardi di euro in asset e wealth management a livello globale.
Il mercato della gestione patrimoniale nel Regno Unito è attualmente dominato da St James's Place (200 miliardi di euro di asset), struttura consulenziale cresciuta senza un istituto di credito tradizionale alle spalle e per questo tradizionalmente indicata come la Banca Mediolanum britannica.
Per fare un raffronto, e meglio comprendere i diversi tassi di crescita pianificati, St James's Place prevede un incremento annuale del 7%, mentre le grandi banche nazionali parlano di un aumento dell'11%; per recuperare il tempo perso.
Anche Barclays e Lloyds hanno recentemente presentato piani per incrementare le entrate dal segmento “mass affluent”, che detiene collettivamente circa 4 trilioni di sterline, metà del mercato patrimoniale britannico.
Questa strategia riflette il desiderio delle banche di espandersi in settori meno esposti al calo dei tassi di interesse, dove la tecnologia sta rendendo più facile competere con i fornitori indipendenti.
Le grandi banche hanno tradizionalmente evitato il segmento "mass affluent," lasciandolo ai consulenti finanziari indipendenti come St James's Place, preferendo concentrarsi sui super-ricchi. Tuttavia, come evidenziato da Carvalho: "vediamo un'opportunità grazie a un cambiamento culturale rispetto a molti consulenti finanziari indipendenti che dominano circa il 55% del mercato britannico".
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