22/03/2023

Bond “green” e “tradizionali” a confronto

La News

Il mercato dei green bond registra una continua espansione, tanto da aver registrato una crescita media di circa il 90% l’anno tra il 2016 e il 2021.

Grazie a questa rapida crescita e all’ampliamento della gamma di fondi di investimento che offrono un’esposizione alle emissioni green, per gli investitori è oggi più facile inserire questi titoli nelle proprie allocazioni obbligazionarie.

 

Del resto tra obbligazioni “tradizionali” e “verdi” le differenze non sono sulle caratteristiche finanziarie (struttura, diritti, rendimenti), ma sul mercato nel suo complesso e soprattutto sugli obiettivi.

I green bond finanziano esclusivamente progetti e attività focalizzati sui cambiamenti climatici (energie rinnovabili, trasporti puliti, gestione sostenibile delle risorse idriche, efficienza energetica) e mirano a generare un impatto ambientale positivo e misurabile. Questo li rende uno strumento efficace per finanziare la transizione climatica.

 

“Ora che i green bond sono diventati un segmento consolidato del mercato obbligazionario, un’allocazione a questi titoli rappresenta un’opzione sempre più fattibile per gli investitori - commentano da Goldman Sachs Asset Management - La base di emittenti di obbligazioni green ha continuato ad ampliarsi, con una crescente diversificazione a livello sia settoriale che geografico.

I titoli possono essere negoziati sul mercato secondario e il mercato delle nuove emissioni dovrebbe ritrovare un trend di forte espansione nel 2023, dopo un 2022 difficile per i mercati obbligazionari in generale”.

 

Ma quali sono effettivamente le differenze tra il mercato delle obbligazioni “tradizionali” e quelle “verdi”? Essenzialmente cinque: eccole in dettaglio.

 

Duration. Il benchmark aggregato delle green (Bloomberg MSCI Euro Green Bond TR) ha una duration più lunga di un anno rispetto al suo equivalente “non verde” (Bloomberg EuroAgg TR), principalmente per il fatto che emittenti sovrani come l’Unione Europea hanno bond nel segmento a lungo termine della curva (lanciati quando i tassi di interessi erano più bassi) e per questo lo scorso anno i green bond hanno segnato il passo rispetto alle obbligazioni tradizionali.

 

Composizione indice. Il Bloomberg MSCI Global Green Bond Corporate 5% Issuer Cap Index, pur avendo complessivamente la stessa qualità creditizia del suo omologo non verde (Bloomberg Global Agg Corporate TR Index), è orientato verso le emissioni con rating BBB, nella fascia più bassa del range IG, e comprende un maggior numero di REIT, che nel 2022 hanno sottoperformato. Inoltre, non include comprensibilmente le società Oil & Gas, che nel 2022 hanno messo a segno performance brillanti.

 

Valuta. Il mercato globale dei titoli di debito è dominato dal dollaro USA (45% delle obbligazioni in circolazione, seguito dall’euro, 21%). Nel mercato dei green bond, predomina invece l’euro, che rappresenta infatti circa il 66% dei titoli green in circolazione, mentre le emissioni in dollari sono solo il 20%, anche se in crescita.

 

Emittenti. I principali emittenti del mercato obbligazionario più ampio sono le società industriali, le cui obbligazioni rappresentano circa il 52% del totale, seguite dai bond del settore finanziario (quasi il 40%) e delle utility (poco più dell’8%). Sul mercato dei green bond, gli istituti finanziari sono gli emittenti più importanti con il 61% delle obbligazioni in circolazione, seguiti dalle utility a quasi il 28% e dagli emittenti industriali, al terzo posto con l’11%.

 

Premio. Una questione molto dibattuta tra gli investitori è l’esistenza di un “greenium”, o premio green. L’idea è che un green bond con le stesse caratteristiche finanziarie (come rating e scadenza) di un’obbligazione tradizionale possa offrire livelli di spread inferiori rispetto al suo equivalente non verde. Di conseguenza, la detenzione di questi titoli fino alla scadenza potrebbe generare un rendimento inferiore.

Un elemento del mercato dei green bond che ha sostenuto il greenium è la combinazione tra la forte domanda di obbligazioni verdi da parte degli investitori e un’offerta relativamente limitata. Un rapporto pubblicato nel 2021 dall’Association for Financial Markets in Europe (AFME) ha stimato che i premi sulle emissioni societarie green si sono “significativamente ridotti”, scendendo sostanzialmente a zero punti base.

 

Il vantaggio aggiuntivo di questi bon è quello di finanziare progetti sostenibili.

Acquistando obbligazioni verdi, gli investitori possono contribuire potenzialmente al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

 

“La scelta di un gestore specializzato in green bond con rigorosi criteri di selezione, una rendicontazione dettagliata e una solida gestione del rischio può aiutare gli investitori a limitare il rischio di ribasso e scoprire opportunità con rendimenti potenzialmente interessanti - commentano gli esperti - Inoltre, la sostituzione di parte delle obbligazioni tradizionali in portafoglio con green bond con una qualità creditizia e una duration simili offre potenzialmente una gamma di ulteriori vantaggi.

Le emissioni green possono finanziare asset come gli edifici sostenibili, che possono comportare un rischio di credito inferiore nel tempo.

Inoltre, possono contribuire a mitigare i rischi del portafoglio legati ai cambiamenti climatici e derivanti da cambiamenti delle politiche, come la tassazione del carbonio”.

 

 

* Per maggiori informazioni si rimanda all'informativa generale disponibile a questo link

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