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Italia, private equity sempre più decisivo per la crescita

12/19/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo il report di EY, circa il 75% delle operazioni è stato guidato dal consolidamento in settori o filiere produttive. Inoltre, le aziende italiane mantengono un solido trend di investimenti all'estero


L'Italia chiuderà il 2024 con una crescita del PIL dello 0,5% e nel 2025 registrerà un aumento dello 0,8%. Sono le stime proprietarie che EY ha presentato nel corso del digital talk “Investire in Italia. Ma come? Previsioni sul 2025”, con i contributi di Oxford Economics e di rappresentanti del mondo delle imprese, focalizzato sui driver strategici necessari per stimolare la crescita economica e accelerare la trasformazione del Paese e delle aziende italiane nel 2025.

Marco Daviddi (in foto), Managing Partner Strategy and Transactions di EY in Italia, commenta: “Il 2024 è andato tutto sommato bene, con una crescita moderata ma un mercato M&A vivace. Per delineare lo scenario del 2025, dobbiamo considerare alcuni fattori chiave. Recentemente, si sono rafforzati trend e fenomeni a livello locale e internazionale che continueranno a influenzare le previsioni economiche nazionali e i vari settori produttivi nei prossimi mesi e realisticamente negli anni futuri. Le aziende dovranno affrontare sfide legate all'evoluzione tecnologica, alla riorganizzazione dei mercati target, ai cambiamenti nei comportamenti di consumo, alla riduzione della forza lavoro disponibile e all'incremento degli investimenti necessari. Il sentiment delle aziende e i fondamentali dell’economia italiana permettono di essere moderatamente ottimisti per il 2025, ma l’attivazione degli investimenti privati rimane la principale sfida per il nostro Paese. In quest’ottica, il governo e le istituzioni possono svolgere un ruolo cruciale incentivando gli investimenti privati, riducendo i costi energetici, supportando la transizione energetica e tecnologica, ridefinendo la politica industriale nel settore automotive e procedendo con l’attuazione del PNRR”.

Bilancio di fine anno: l’economia italiana nel 2024

La crescita del PIL italiano nel 2024 è stata sostenuta principalmente dal graduale aumento dei consumi (0,7%) e dall'apporto positivo della domanda estera (0,6% alla crescita del PIL). La dinamica degli investimenti mostra una diminuzione complessiva dello 0,2%, nonostante una significativa crescita degli investimenti pubblici di circa il 20%, sostenuta dal PNRR. Si stima una riduzione degli investimenti privati del 3,7%, dovuta ai tassi di interesse elevati, all'incertezza del contesto geopolitico ed economico, che ha influito negativamente sulla fiducia delle imprese, in calo dalla fine del 2021, e al minore supporto degli incentivi pubblici. Nonostante la crescita moderata, la dinamica transazionale in Italia si è dimostrata solida: si stima che il numero di operazioni di M&A con target in Italia per l'anno 2024 si attesterà intorno a 1.300 operazioni, con una crescita del 7% rispetto al 2023. Il totale investito dovrebbe raggiungere i €60-65 miliardi, con un aumento del 5% rispetto all'anno precedente. Gli investitori finanziari, in particolare i fondi di Private Equity, continuano a svolgere un ruolo significativo. Circa il 75% delle operazioni è stato guidato dal consolidamento in settori o filiere produttive. Inoltre, le aziende italiane mantengono un solido trend di investimenti all'estero, con oltre 270 operazioni e un investimento complessivo di circa €15 miliardi.

Prospettive per il 2025: moderato ottimismo tra sfide e opportunità

Secondo le stime, la crescita per il 2025 è attesa allo 0,8%, principalmente trainata da una leggera accelerazione dei consumi privati (0,8%). Tuttavia, si prevede una ulteriore contrazione degli investimenti (-1,2%), dovuta principalmente alla riduzione degli investimenti in costruzioni (-10,9% per le abitazioni private, -4,3% per i fabbricati), legata alla fine delle misure di sostegno, i cui effetti si protrarranno anche nel 2025. Notizie positive arriveranno da altre categorie di investimenti privati, come quelli in macchinari (5,9%) e intangibili (1,6%), grazie al calo del costo del denaro e alla ripresa della domanda mondiale.

Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia, commenta “L'economia del nostro Paese offre un quadro composito: mentre i settori dell'agricoltura e dei servizi sono stabili, il settore industriale mostra alcune difficoltà. La robustezza del mercato del lavoro e l'inflazione controllata offrono un contrappeso. L'auspicato allentamento della politica monetaria da parte della BCE dovrebbe stimolare investimenti e consumi, fornendo sollievo all'economia. Tuttavia, le incertezze legate al commercio estero con partner chiave come Germania e Stati Uniti richiedono politiche strategiche. Le prospettive economiche rimangono cautamente ottimistiche, condizionate dagli aggiustamenti interni, dall'attuazione del PNRR e dall'evoluzione del contesto geopolitico internazionale”.

Nonostante la complessità dello scenario prefigurato, l’EY CEO Outlook Pulse – che ha registrato le opinioni di oltre 1200 CEO in tutto il mondo, dei quali 50 in Italia – mostra che le aziende italiane sono fiduciose rispetto alle sfide e opportunità future. Il 62% degli intervistati è ottimista sulle prospettive del Paese, mentre il 72% prevede una crescita dei ricavi e della profittabilità della propria azienda. Tuttavia, c'è consapevolezza della fragilità di alcune di queste aspettative: quasi il 40% degli intervistati considera il contesto economico globale e i disordini geopolitici come principali rischi. Due terzi degli intervistati si aspettano un miglioramento delle condizioni finanziarie e della capacità di raccogliere risorse. Le aziende mantengono alta la propensione a investire in ricerca, sviluppo e trasformazione tecnologica, con una crescente tendenza a costruire alleanze strategiche piuttosto che perseguire attività di M&A.

Prospettive economiche globali per il 2025

Guardando oltre i confini nazionali, le prospettive economiche globali per il 2025 offrono un quadro altrettanto complesso e variegato.

Emilio Rossi, Senior Economic Advisor, Oxford Economics, commenta "Nel 2025, ci aspettiamo che l'economia globale continui a crescere, sebbene a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. Negli Stati Uniti, le politiche economiche espansive del neo-Presidente Trump dovrebbero sostenere l'economia, con benefici per le aziende nei settori dei combustibili fossili, manifatturiero e alta tecnologia. Tuttavia, i rischi legati all'aumento del debito e dell'inflazione potrebbero influire negativamente sulla performance economica negli anni successivi. In Europa, la crescita dell'Eurozona rimarrà modesta, influenzata da fattori strutturali e dall'elevata inflazione post-crisi energetica”.

Oxford Economics prevede che la crescita del PIL a livello globale sarà pari al 3,1% nel 2024, con una decelerazione prevista sotto il 3% verso la fine del decennio a causa di fattori strutturali come la bassa natalità, la minore crescita cinese, la ridotta spinta della globalizzazione e l’elevato debito privato e pubblico. La crescente incertezza politica, con l’aumento delle tensioni geopolitiche, rappresenta una minaccia significativa per la crescita globale. Tuttavia, un fattore positivo per la crescita economica nei prossimi anni viene dalla maggior crescita attesa del PIL USA intorno al 2,7% per il periodo 2024-2027, grazie alle politiche economiche espansive annunciate dal neo-Presidente Trump. 

In Europa, la crescita dell'Eurozona nel terzo trimestre 2024 è stata positiva (+0,4% su base trimestrale), ma le previsioni suggeriscono che la crescita nel quarto trimestre sarà modesta, con una previsione di crescita annuale di solo lo 0,8% per il 2024. Questo contesto di moderata crescita economica è legato a fattori strutturali come l’invecchiamento della popolazione, la scarsa crescita della produttività e l’elevato debito pubblico, acuiti dall’elevata inflazione determinata dalla crisi energetica post-invasione dell’Ucraina e dalle politiche monetarie restrittive della BCE.

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