Tempo di lettura: 1min

I beni di lusso rendono meno dello S&P500. Con una eccezione

4/2/2024 | Daniele Barzaghi

L'ultimo Wealth Report di Knight Frank costruito sul loro Luxury Investment Index sembra mettere in discussione la validità dei passion investment


I beni di lusso vengono comprati fondamentalmente per passione ma numerosi acquirenti li intendono anche come forme di investimento, in grado di apprezzarsi costantemente negli anni a differenza della volatilità intrinseca ai mercati. Ma questa credenza è reale?

A giudicare dai dati segnalati nell'ultimo Wealth Report di Knight Frank costruito sul loro Luxury Investment Index non è così. O per lo meno non lo è stato negli ultimi 10 anni; prospettiva sufficiente per un investimento, considerando che dal punto di vista finanziario la prima finestra utile per liquidare si considera già dopo primi 3 anni.

Se si considera infatti che il principale indice finanziario di riferimento, l'S&P 500, è cresciuto del 158% dal 2013 allo scorso dicembre, le performance dei beni di lusso, tutte in crescita, sembrano ben poca cosa.

Se si considerano le 10 classiche ripartizioni dei cosiddetti passion investment in fondo alla classifica vediamo le pietre preziose (+8% di incremento del valore nell'ultimo decennio), i gioielli (+37%) e gli arredi (+40%).

Superano la soglia del 50% le monete (+56%), borse e accessori (+67%) ed automobili e motori in genere (+82%).

Hanno invece incrementato di oltre il 100% il loro valore sia le opere d'arte (+105%), gli orologi (+138%) e i vini (+146%).

Consolerà gli amanti del genere che l'unica categoria di beni di lusso che nell'ultimo decennio è stata in grado di battere l'apprezzamento dello S&P 500 sia stata quella, in verità un po' di nicchia in Italia, dei whisky rari: questa nicchia di appassionati ha visto infatti accrescere il valore della propria riserva di ben il 280%.

  

Condividi

Seguici sui social

Cerchi qualcosa in particolare?