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Collezionare NFT. Prezzi ragionevoli dopo la bolla

10/3/2024 | Gianluca Torti

Claudio Francesconi di Pandolfini racconta gli investimenti in Non Fungible Token e il ruolo di selezione delle case d’asta su forme d’arte nate nel mito della disintermediazione.


Da una parte la formazione in ingegneria informatica e lavori come programmatore e digital manager. Dall’altra la passione per l’arte, con la dirigenza dell’importante Futura Art Gallery a Pietrasanta. Questa doppia anima ha reso Claudio Francesconi adatto a guidare il dipartimento NFT della casa d’aste Pandolfini. (Le immagini a corredo dell'intervista sono tutte opere d'arte digitali, ndr)

 

Cosa s’intende per opera d’arte NFT? 

Si tratta di un’opera digitale che risiede su blockchain, tecnologia che permette di garantire le caratteristiche fondamentali dell’opera, come autenticità, provenienza e proprietà. 
Un NFT di fatto è un certificato digitale che risiede su blockchain, e nel nostro caso appunto è associato ad un’opera d’arte digitale. Talvolta gli NFT possono essere associati anche ad opere d’arte fisiche, in quel caso si parla di opere Phygital: qui la sincronia tra asset digitale e materiale ne permette la gestione e commercializzazione simultanea. 
Nell’ambito della produzione NFT odierna, poi, è necessario differenziare tra due macro ambiti produttivi: quello dei Collectibles e quello delle opere d’arte. Il primo è costituito dalla produzione di NFT inerenti all’ambiente del gaming, a collezioni afferenti a progetti di community o ad altri a sfondo meramente speculativo. In sostanza si tratta di un collezionismo meno incentrato sulla creatività artistica e più propenso a creare logiche di membership. Per questo motivo si parla di PFP (Profile picture) poiché i detentori di questi NFT utilizzano il proprio asset come immagine del proprio profilo nei social media.
Dall’altra parte abbiamo il grande mondo delle produzioni artistiche, sia relativamente ai pezzi unici, sia alle opere a tiratura limitata. Esistono appositi marketplace sul web per gestire e scambiare questo tipo di asset, a loro volta suddivisi per tipologia e per blockchain di riferimento. Ovviamente, all’interno delle produzioni artistiche si potrebbero differenziare vari stili e tecniche creative, come arte generativa, pittura digitale, fotografia e animazione digitale, solo per fare degli esempi.

5-Erno.jpgCi fa una distinzione di valore? 

Proprio come avviene nell’arte tradizionale, ciò che determina il valore è principalmente lo spessore del curriculum dell’artista, la sua esperienza, le quotazioni delle ultime vendite, le mostre a cui ha partecipato, le collezioni di cui fa parte. Ovviamente la peculiarità del settore rende maggiormente determinanti fattori come il riscontro social dell’artista: l’effetto community. 
C’è poi da distinguere tra le varie blockchain, dal momento che alcune di esse sono destinate all’operatività di artisti emergenti mentre altre rappresentano il luogo ideale per lo scambio di opere di autori professionisti: tra queste la principale è sicuramente quella di Ethereum, che del resto è l’ambiente in cui gli NFT sono nati e tutt’oggi vanta l’indotto finanziario più importante.
Le opere NFT poi per loro natura si prestano alla creazione di logiche di interazione digitale che possono produrre interessanti schemi di gamification, elemento che può essere un fattore aggiunto di crescita di valore dell’asset. Per fare un esempio, il possesso di un NFT nel wallet può dare la possibilità di accesso ad alcune possibilità messe a disposizione dall’artista nell’ambito della propria community, come l’ingresso esclusivo ad eventi virtuali o fisici oppure la prelazione sull’acquisto scontato di opere nella produzione a venire.

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È un buon momento per investire in questo settore? 

È molto propizio. Se in anni passati abbiamo assistito a una grandissima bolla finanziaria, caratterizzata dalla sopravvalutazione di molti progetti, con collezioni che sono arrivate a costare cifre astronomiche come BAYC e CryptoPunks, oggi invece il valore delle opere è commisurato a quello che sarebbe se le stesse opere appartenessero al mondo dell’arte tradizionale, con una sostanziale taratura incentrata sulla carriera dell’artista, oltre che sulla sua visibilità nell’ambiente. Ora parliamo di un settore meno speculativo e più creativo.

 

Nella prima metà dell'anno Pandolfini ha realizzato un’asta: com’è andata?

Ho il piacere e l’orgoglio di aver costruito un’asta con più di 70 opere uniche di artisti solidi con prezzi sostenibili: la mia selezione non ha seguito soltanto il criterio della qualità artistica, ma anche quello della credibilità finanziaria, ovvero ho accolto soltanto artisti con quotazioni verosimili al loro spessore nel mercato e opere che potessero dimostrare il loro valore anche nel prossimo futuro, esponendosi semmai a un’eventuale rivalutazione positiva. Questa è la terza asta NFT che abbiamo realizzato con Pandolfini e fin dalle prime ore ha suscitato molto interesse: numerosi collezionisti mi stanno contattando.

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Gli acquirenti accettano il ruolo delle case d’aste come intermediari?

Dal Bitcoin in poi il mondo delle criptovalute ha avuto come elementi centrali la decentralizzazione e la disintermediazione: non è stato quindi facile fare assorbire la presenza di intermediari come case d’aste e gallerie. 
D’altra parte però, la sovraproduzione e la crescita esponenziale del numero degli artisti hanno reso essenziale l’ingresso di player che mettessero ordine e facessero selezione curatoriale. Questo anche in virtù del fatto che molti investitori hanno sentito il bisogno di essere guidati in un percorso di investimento solido in arte, dopo essersi ritrovati nel portafoglio una vasta varietà di asset ipersvalutata dopo lo scoppio della bolla di due anni fa.

 

Ci dà qualche indicazione di artisti su cui vale la pena investire?

Faccio un paio di esempi presenti nell’ultima asta Pandolfini. Uno è A.L. Crego, un artista che ha partecipato alla NFT art fin dalla sua alba, di grande riconoscibilità. L’altro è Pablo Alpe, artista generativo (algoritmico), fenomenale sia nell’aspetto concettuale e matematico sia in quello estetico. Per entrambi il prezzo è poco sopra la fascia più bassa, dai 1.000 ai 5.000 euro, quella in cui rientrano artisti che hanno già alle spalle una certa esperienza.
In ogni caso consiglierei di investire su chi partecipa a eventi o mostre identificabili anche da strutture o entità fisiche riconoscibili, ovvero riconducibili a nomi e cognomi o aziende reali. Purtroppo, con la scusa dell’anonimato, accade di tanto in tanto che gli artisti spariscano e con loro gli investimenti fatti su di essi. 
Dal punto di vista dei filoni, adoro il settore dell’arte generativa, in quanto gran parte degli interlocutori - artisti ed operatori - sono molto preparati e hanno un approccio serio e professionale, scevro da certi atteggiamenti più frivoli che talvolta riscontro altrove. Dal punto di vista del mero riscontro economico consiglierei di privilegiare gli investimenti in pezzi unici, e di lasciar perdere le edizioni a tiratura limitata. Consiglio, infine, di premiare sempre l’originalità e il lavoro; ,ciò che nasce dalle mode e dal poco sforzo ha vita piuttosto breve.

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Pesa l’Intelligenza Artificiale?

La AI è entrata di prepotenza nel mondo dell’arte digitale e degli NFT. Nella prima ondata di arte generata da prompt testuali però le opere erano molto simili tra loro. Oggi assistiamo a produzioni generate da AI più originali. Gli artisti hanno iniziato a usarla come strumento e non come assistente creativo. Tra i migliori citerei ContentBeware e Katie Morris.

 

Qual è il giro d’affari del settore?

Nel 2023 il volume complessivo degli scambi per questo genere di opere è stato di circa 12 miliardi di dollari

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